Joe Strummer, la morte dopo una vita dedicata al rock’n’roll | Memories

Il 22 dicembre 2002 moriva Joe Strummer, frontman dei Clash. Il rock'n'roll nel sangue, il punk nel cuore, i diritti umani nell'arte: ecco perché è importante ricordarlo

morte di joe strummer

Ph: John Coffey/Wikicommons


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Di Joe Strummer ricordiamo a stento la morte, forse perché arrivata troppo all’improvviso per un artista appena 50enne, che ha inventato i Clash e si è reinventato nei Mescaleros. Lui, all’anagrafe John Graham Mellor, quando è solo uno studentello svogliato sogna di diventare un animale da palco come Mick Jagger, di avere il genio di Pete Townshend ed esplorare le radici del rock’n’roll come hanno fatto i Beatles con Chuck Berry. Se ne accorge quando acquista il 45 giri di Roll Over Beethoven, ma quando assiste al concerto dei conterranei Sex Pistols rimane folgorato e sceglie l’evoluzione più caotica del rock’n’roll: il punk.

Il resto è una storia che non ci stanchiamo di ripercorrere: quando incontra Paul Simonon, Mick Jones e Keith Levene in quell’ufficio di collocamento, proprio mentre sta facendo richiesta per un sussidio di disoccupazione, nascono idealmente i Clash. Sono quelli di Should I Stay Or Should I Go, London Calling, Rock The Casbah, I Fought The Law, White Riot, Guns Of Brixton, del reggae mutuato dalla comunità giamaicana, dei diritti dei neri e dei ripetuti sputi in faccia alla classe conservatrice.

In quella seconda metà degli anni ’70 alla futura classe dirigente bisogna insegnare che i cittadini di colore devono essere accolti e non oltraggiati, né emarginati o derisi. Per questo Joe Strummer crede fortemente nel suo ruolo di artista: non solo punk, ma anche divulgazione e sensibilizzazione. Fino a quel 22 dicembre 2002, quando una malformazione congenita al cuore se lo porta via ad appena 50 anni.

Dei suoi Clash ha sempre affermato:

“Vorrei che non si dicesse che i Clash sono stati solo un gruppo punk. Il punk è uno spirito molto più ampio della musica grezza e semplice che solitamente si identifica con quella parola. I Clash sono stati un gruppo di fusione, non una band di genere. Abbiamo mischiato reggae, soul e rock and roll, tutte le musiche primitive, in qualcosa di più della somma dei singoli elementi. Soprattutto in qualcosa di più del semplice punk di tre accordi”

Anche Pete Townshend degli Who, che Joe Strummer ha sempre considerato un “genio”, dice dei Clash:

“I Clash erano dei poeti. In quanto artisti che lavoravano nel campo della musica erano completamente liberi di esprimere e riflettere il loro disagio nei confronti del mondo che li circondava. Esprimevano rammarico anche per il fatto che le band che li avevano preceduti – come gli Who – non erano state abbastanza militanti”.

Oggi di Joe Strummer si sente la mancanza, e non perché sia banale dirlo: probabilmente il punk non è morto, ma “quel” punk sì, perché il combat rock è un discorso serio.