X Factor 2021, la finale: le pagelle di Lucia e Michele Monina

Vittoria meritatissima di Baltimora, la speranza è che si lasci presto X Factor alle spalle, perché finire nel dimenticatoio è un attimo


INTERAZIONI: 172

PAGELLE MICHELE

LUDOVICO TERSIGNI 2

Mark Hateley. Dennis Bergkamp. O, visto che sono genoano, Chagas Francisco Eloia detto Eloi. Sì, meglio Eloi. Uno con un nome da campione, Chagas Francisco Eloia detto Eloi, cavolo, deve essere proprio un campione, uno di quelli magari cresciuti palleggiando con un arancio a Copacabana, o con una palla di stracci nelle favelas di Sao Paolo, in fondo rimaniamo sempre con quel DNA da conquistatori latini in corpo, un campione può sì essere campione, ma deve essersela sudata, deve affrancarsi da chissà quali disastri. Ma non è questo il tema. Chagas Francisco Eloia a suo tempo è arrivato a Genova con tutte le speranze di una tifoseria che guardava a lui come alla possibilità di risorgere, non dico il famoso decimo scudetto, quello della stella, ma quantomeno di posizionarsi bene, di tornare tra le grandi. Invece, già alla prima partita, si è capito che era una pippa. Uno col nome giusto, certo, ma i piedi sbagliati. Uno scarto arrivato da noi non si sa bene per quale motivo. Destinato a fallire e a trascinare con sé la squadra. Ecco, Ludovico Tersigni è il Chagas Francisco Eloia detto Eloi di X Factor. Arriva in un programma stanco, moribondo, sostituto del transfuga Cattelan, e ci arriva accompagnato da grandi aspettative, per altro non si sa bene riposte in chissà che curriculum. Invece, sin da quando lo abbiamo visto aggirarsi in skateboard durante le audition, è stato chiaro che era una vera pippa, pronto a fallire e a trascinare con sé quel che resta del talent di casa Sky. Il risultato è un’edizione con numeri risibili, mai così bassi, e con un impatto sul resto del mondo, un tempo XF era almeno forte sui social, altrettanto ridicolo. Basta guardare ai numeri di stream fatti dai concorrenti, roba da mettersi le mani nei capelli. Lui non sa presentare, non ha fatto sbroccare mezza Italia con la sua parlata romana solo perché mezza Italia non sa manco che ancora va in onda X Factor, e ha dimostrato, ce ne fosse bisogno, che essere carini e coccolosi va bene se sei un pinguino di Madagascar, mi ripeto, non se devi fare il bravo presentatore. Finale all’insegna delle droghe pesanti, almeno lui si sarà divertito. Noi sicuramente quando lo abbiamo sentito parlare inglese, oggi le comiche.

MANUEL AGNELLI 3

Pensare che chi si atteggia a rocker duro e puro sia in effetti duro e puro, che chi, cioè, ha fatto in qualche modo strada, parlo di una strada sporca e maleodorante, quella del cosiddetto underground, a suon di “sui giovani d’oggi ci scatarro su” e “la grandezza della mia morale è proporzionale al mio successo”, e vai di Tora! Tora!, e vai de Il paese è reale, “se ce la facciamo ce la facciamo tutti insieme”, in virtù del suo essere capopopolo, uno che pone l’interesse di tutti davanti al suo, ecco, pensare una cosa del genere, e applicare questo pensiero a Manuel Agnelli è qualcosa che rasenta non tanto il ridicolo, quanto piuttosto l’autolesionismo vero e proprio, come concedere un passaggio sulla schiena a uno scorpione mentre si attraversa a nuoto un fiume. Il fatto è che Manuel si è sempre speso, ci ha sempre messo la faccia, poi, di colpo, ha deciso che invece che la faccia era arrivato il turno del culo, e così ecco i vari “sono qui per trovare il nuovo Lou Reed”, “sei un grande artista”, “mi sei arrivato”, “comfort zone”, “empatia”, ecco il culo, avanti c’è posto. La speranza, ma solo per non doverci dire che ci siamo cascati per decenni come polli, è che vederlo ogni tanto imbarazzato, scorgere un barlume di vergogna nel suo sguardo, mentre finge di credere davvero che gIANMARIA sia un grande talento, lui che ha pianto talmente tante volte in trasmissione da averci fatto rispolverare il vecchio hashtag inventato per Fedez #CoseCheFannoPiangereManuelAgnelli, o gli sbrocchi violenti con cui dà palesemente dei coglioni agli altri giudici, ecco, la speranza che tutto questo sia parte di un disegno che ancora non riusciamo a scorgere, come certe teorie strampalate del Professore de La casa di carta, non ci si capisce niente e a un certo punto ecco che arriva il colpo di scena. Anche se la paura che in effetti Manuel sia sempre e solo stato uno che non faceva parte del sistema perché il sistema non gli aveva ancora aperto la porta e che appena è arrivata l’occasione eccolo lì, in papillon e smoking alla prima della Scala, è davvero tanto forte. Agnelli, di nome e di fatto, come mai avremmo potuto pensare che non stesse dalla parte dei padroni?

MIKA 6

Non ci fossero state le sue presentazioni  deliranti, quasi sempre a base di aneddoti che ce lo mostrano in mutande a fare cose imbarazzanti, questo X Factor avrebbe potuto essere il remake di Risvegli, il film con De Niro e Robin Williams tratto da una storia vera che aveva il professo Sachs come protagonista, un inno al sonno perpetuo. Poi, che non sappia minimamente gestire i ragazzi che gli vengono affibbiati, chiamare artisti i concorrenti di X Factor no, dai, non scherziamo, è altra faccenda. Del resto ha vinto un concorrente della squadra di Hell Raton, se davvero ci fosse un legame tra chi vince e il giudice della sua squadra, signori miei, allora davvero le squadre allenate da Mazzarri dovrebbero ambire alla Champions League. Resta il solo barlume di vita in un pianeta morto.

HELL RATON N.C.

Su Facebook, lo so, sono un boomer, continuo a guardare ai social pensando Facebook come social principale, su Facebook, dicevo, girano certi link a articoli bizzarri, fatti in genere con un lungo elenco di foto e di notizie a quelle foto associate, tipo “trenta situazioni surreali che hanno una spiegazione”, “trenta situazioni paurose che non hanno una spiegazione”, “trenta personaggi famosi che ora sono irriconoscibili”, il numero trenta, evidentemente, va per la maggiore. In uno di questi link, quello sulle situazioni paurose, c’è sempre una qualche foto d’epoca, in bianco e nero, sgranata, nella quale si vede qualcuno che sembra un fantasma. Una presenza sfocata, eterea, quasi un ectoplasma, sempre che sia possibile fotografare un ectoplasma e che io sappia come verrebbe un ectoplasma fotografato. Altre volte c’è, che so?, la foto di un compleanno, siamo in epoca recente, a colori, dove dietro una tenda si intravede una presenza oscura, inspiegabile, anche lì, probabilmente un fantasma. Insomma, ci siamo capiti. Hell Raton è quella roba lì, solo che, raramente, parla, sempre dicendo sciocchezze irrilevanti, continuando a darsi del grande produttore e del musicista raffinato, anche se poi ai duetti dimostra di essere più ectoplasmatico del bambino morto dietro la tenda nella foto del compleanno. Inspiegabilmente in tv, specie in un programma dove, a dirla tutta, di morti ce ne sono già parecchi. Baltimora ha vinto nonostante lui, è ovvio.

EMMA 2

Non sono tra quanti detestano Mourinho, e sì, avrete capito che oggi mi va di parlare di calcio. Capisco però che vedere una squadra di un personaggio come Mourinho perdere fragorosamente, di più, venire eliminata da una coppa, retrocedere o quel che è, dia ai suoi detrattori una qualche soddisfazione supplettiva, perché Mourinho è uno che sulla propria spavalderia, mista a arroganza e saccenza, ha costruito la propria carriera, almeno quella collaterale a quella di allenatore, penso agli spot della America Express di qualche tempo fa, che ce lo mostravano aprire un ombrello mentre c’era il sole, giusto il tempo di vedere la scena farsi scura e arrivare un sonoro temporale, della serie “io le cose le capisco prima degli altri, passa a…”. Emma non è Mourinho. Non lo è perché non ha quella profondità quasi filosofica, lui a citare Calvino (Jean, non Italo) e lei a pensare che Calvino sia uno piccoletto con pochi capelli, e non lo è perché, a differenza di Mourinho, direi che nessuno le ha mai concesso quella credibilità, fatta forse eccezione per il suo fanclub, non a caso chiamato Le Bestie. Però vederla tirare giù, immagino definitivamente, il talent di casa Sky, con le sue tirate lunghissime a base di “verità”, “sincerità”, e tutte quelle parole che vorrebbero farci capire quanto lei sia immediata e di pancia, mentre gli altri solo cinici ragionatori, è in effetti una soddisfazione impagabile, come quelle citate nelle pubblicità della Mastercard. Vederla far perdere quello che era dato per vincente da chiunque, che dire?, mi ha rasserenato.

Lei rimane qualcosa che ridisegna il concetto di imbarazzo, elevandolo all’ennesima potenza, e se possibile quando parla in televisione è anche peggio di quando canta, ma stiamo parlando di sfumature talmente infinitesimali che neanche al CERN riuscirebbero a coglierle.

BALTIMORA 7

Sulla carta non aveva grandi chance di arrivare in finale. Guardiamo ai fatti. Ha la faccia da patatino, certo, occhi verdi e tutto, ma non se la poteva certo giocare con gIONMORIO. Lo vestono come Krusty il Clown, per motivi per altro assolutamente inspiegabile. Ha come giudice Hell Raton, uno che stando a quel che ha fatto vedere dentro X Factor è tanto se quando va in macchina con gli amici gli lasciano scegliere che radio ascoltare per capire se c’è traffico in autostrada, figuriamoci se gli fanno scegliere che musica ascoltare. È di Ancona, per altro come me, città che ha dato i natali, parlo di musica, a… nessuno. Insomma, sulla carta neanche sarebbe dovuto entrare nel cast, invece eccolo in finale, contro tutto e tutti, compreso se stesso, viste alcune delle scelte fatte fin qui. Baltimora, lo dico senza campanilismi, del resto da Ancona sono scappato, è il solo talento che si è visto da quelle parti, dotato di una bella voce e soprattutto di un gran bel gusto musicale nel lavorare alle basi. La speranza è che presto si lasci X Factor alle spalle, perché a guardare a quel che succede in genere a chi ci passa, finire nel dimenticatoio è un attimo. Vittoria meritatissima. Ah, c’avemo i moscioli, c’avemo i moscioli, c’avemo i moscioli, e ce piace il vi’.

gIONMORIO 2

Quando per la prima volta è apparso dentro la mia televisione, mentre dormicchiavo sul divano durante le Auditions, lì a biascicare parole con la sola o come vocale, titolo del brano I suicidi, mi è anche parso avesse qualcosa di interessante da dire. Cioè, non che parlare di suicidio e essere adolescenti abbia in sé qualcosa di originale, ma la canzone aveva una struttura anomala, lui bucava lo schermo, insomma, mi aveva colpito. Come un moscerino che ti arriva in faccia mentre sei in giro in vespa, intendiamoci, lo capisci quando scendi e ti guardi nello specchietto, un puntino nero appiccicato sulla guancia. Poi, però, a gIONMORIO hanno permesso di fare questo scempio già concesso a Anastasio, per altro qualcosa che dovrebbe far insorgere la SIAE, l’AFI e chiunque abbia a cuore la tutela degli artisti e dei loro diritti, perché riscrivere i testi di grandi classici, così, senza il permesso degli autori, in teoria, viola proprio il diritto d’autore, tanto più se il tutto poi è finalizzato alla pubblicazione, come nel caso di X Factor, e quel minimo di attenzione che gIONMORIO aveva indotto in me è diventato fastidio. Perché l’arroganza va sempre bene, specie tra i giovani, solo se supportata da talento, e perché certi orrori su grandi classici, onestamente, mi lasciano davvero basito. Poi, è chiaro, andare a vincere contro un cast inesistente è più facile che perdere, anche grazie a tutte le scelte sbagliate di Mika, che ha fatto eliminare Nika Paris, unica che poteva competere alla vittoria finale. Di lui, direi, fossi uno che ci azzecca, non resterà traccia in futuro, ma l’ho detto anche dei Maneskin, e abbiamo visto come è andata a finire. Per cui, lo dico a gran voce: gIONMORIO è il futuro della musica italiana. Speriamo che la mia carriera di chiaroveggente prosegua con la stessa precisione.

PS

La battuta della stagione, comunque, l’ha detto lui quando ha affermato “Di De Gregori mi piace molto la scrittura”, salvo poi aver riscritto a cazzo tutta Rimmel.

BENGALA FIRE 5,5

Molte volte è stato detto che no, i Bengala Fire non sono una cover band. Onestamente, avendo fatto una marea di cover, sempre in ambito brit-rock, mi sfugge in cosa dar loro della cover band sia sbagliato. Tutti i concorrenti di X Factor fanno un sacco di cover, quasi sempre a cazzo. Loro le fanno bene, perché non ci mettono quasi mai del loro, come le cover band, appunto. Quando fanno gli inediti, invece, fanno male, perché non sanno scrivere come le band che coverizzano, e grazie al cazzo, mi verrebbe da aggiungere. C’è spazio nel mercato per una cover band? Stando a quel che sta succedendo ai Maneskin direi di sì, stando a quel che mi auguro spererei di no. Nel medley, va detto, il cantante sembrava aver passato troppo tempo nel camerino di Tersigni, tanto casino così, senza un motivo. Peggio del solito.

FELLOW 4

Bella voce, profonda, emotiva, Fellow. Una voce adatta a cantare Benjamin Clementine. Appunto. Per il resto il grande nulla. Un vecchio dentro il corpo di un ragazzino. Un vecchio che poi ha anche duettato con Benjamin Clementine, dimostrando che l’originale è mille volte meglio della copia, ovviamente. Speriamo che lontano da qui capisca che strada intraprendere. Lontano da qui e lontano anche da Mika.

MANESKIN 5

Che i Maneskin buchino lo schermo è un dato di fatto. Se poi li contorni di figuranti, leggi alla voce i concorrenti di questa edizione, sembra davvero di avere di fronte dei giganti. Nei fatti, a occhi, suonano con le basi, o Victoria e il chitarrista sono i soli al mondo a riuscire a ballare seguendo un ritmo e suonare tenendone un altro, in contemporanea, e Beggin è davvero una canzone immonda, specie nella loro versione, e il resto del repertorio sembra sempre la stessa canzone, bruttina.

COLDPLAY 10

Le canzoni nuove fanno umanamente cagare, e sentirle in semi playback mette una malinconia che, in confronto, sentire cantare Emma potrebbe quasi risultare piacevole, solo che riescono a non ridere apertamente in faccia a Tersigni che prova a intervistarli come Giacomo Poretti di Aldo Giovanni e Giacomo quando faceva l’insegnante di inglese, dimostrando che la differenza tra professionisti e hobbysti è davvero tutto. Eroi dei nostri tempi.

PAGELLE LUCIA

LUDOVICO TERSIGNI 10

Ludovico per tutta questa edizione mi ha ricordato un avvenimento preciso della mia vita. Io durante la mia prima adolescenza sono stata parecchio turbolenta e a 13 anni, ho provato per la prima volta a fumare una sigaretta con dei miei compagni di classe delle medie, e qua ci sarebbe una parentesi da aprire sulla poca legalità di alcuni tabacchi ma è una digressione poco pertinente, in ogni caso mi ricordo quel primo tiro di una Marlboro rossa che mi aveva fatta tossire tantissimo, incapace di fumare, proprio come una bambina che voleva sentirsi adulta, perché effettivamente quello ero, una bambina che sentiva una scarica di adrenalina all’idea di fare qualcosa più grande di me a quell’età.

Ecco Ludovico Tersigni mi ha dato proprio quell’idea in tutte queste puntate. Un bambino che fa il grande facendo il primo tiro di sigaretta ma poi finisce quasi per strozzarsi tossendo, perché effettivamente non sa come si fa, non è in grado. Quindi per me è un dieci, di tenerezza, di spinta per il futuro, perché dai, io ci credo! Perché oggettivamente per un ragazzo così giovane questo posto era più grande di lui, presentare un programma in diretta, con così tanta ridondanza sui social non dev’essere stato semplice per essere la prima volta della sua vita.

È stato buffo ed impacciato, ma niente male per essere alle prime armi, ovvio Cattelan rimane Cattelan, ma questo è un altro discorso.

MANUEL AGNELLI 2

Ho cambiato tantissimi colori e tagli di capelli: rossi, viola, arancioni, neri, blu. La maggior parte me li sono fatti da sola, nel bagno di casa mia, con la disapprovazione di mia madre, perché finivo per sporcare sempre tutto, ma ne uscivo quasi sempre soddisfatta e risparmiatrice. Uno dei colori che, appunto, ho provato è stato il rosso e per chi ne sa qualcosa di capelli, è consapevole che si dice che è il colore peggiore da fare, perché poi non va più via, rimane sempre lì, non importa quante tinte ci farai sopra, non importa se farai delle decolorazioni, i riflessi rossi prima o poi torneranno sempre. E nonostante, magari, su un primo momento ti sembravano una buona idea, finirai sicuramente per pentirti di averlo fatto.

Perché vi dico tutto questo? Perché Manuel Agnelli è la tinta rossa di questo programma, non importa quanti giudici verranno e se ne andranno, lui rimarrà sempre lì e tornerà sempre, a dare i suoi commenti arroganti e antipatici, con quell’aria altezzosa non si sa neppure dovuta a cosa. E sono certa che i produttori di XFactor, come me con la tinta rossa, si siano pentiti di averlo chiamato, ma ormai è troppo tardi.

MIKA 8

Mika, come al solito è il collante di questa trasmissione, se non ci fosse stato lui avremmo dormito bellamente tutte le volte, ma per fortuna con i suoi colori appariscenti, le sue presentazioni simpatiche e improvvisate, che ogni volta riuscivano a colpire, e il suo umorismo, è riuscito nel ruolo di giudice alla grande. Anzi, un mix tra giudice e presentatore, facendo spesso le scarpe a Ludovico. Mi è piaciuto nei percorsi fatti con i suoi concorrenti, sia con i meritevoli sia con quelli che lo erano un po’ meno.

Ma soprattutto è stato l’unico a riuscire a dare dei pareri sinceri, anche stroncando i concorrenti, quando serviva, a differenza di tutti gli altri giudici che hanno sempre preferito fare i paraculi difendendo l’indifendibile.

Insomma è chiaro a tutti che X Factor è Mika.

HELL RATON 2

Hell Raton è stato totalmente inutile in questa edizione di Xfactor. C’è stato, non c’è stato, nessuno se n’è accorto.

Il percorso che ha fatto fare ai suoi cantati è stato penoso e molto poco valorizzante nei loro confronti. Lui non ha una personalità adatta alla televisione, e il giudice di questo programma non è decisamente una cosa che fa per lui, e come lo scorso anno lo ha dimostrato di nuovo.

Ti do un consiglio Manuelito, torna a fare il produttore, che in quello ci sai decisamente fare, perché non vorrei dirlo ma sei decisamente il bambino che interpreta l’albero alle recite scolastiche, irrilevante.

EMMA 2

Ho preferito non aprire mai il discorso sul maschilismo dilagante di questa edizione di questo programma, ma ora che siamo arrivati alla finale è lecito e doveroso. Emma si mostra sui social, in tv, nelle pubblicità, ovunque, paladina dei diritti, paladina delle donne, della comunità LGBTQ+, e di tutte le minoranze, ma stranamente non ha mai fatto un commento sull’assenza delle donne durante questa edizione, e le uniche due sono state anche mandate via parecchio in fretta. È evidente che c’è bisogno della categoria donne ad Xfactor, e chi si oppone, come chi si oppone alle quote rosa, dando come argomentazione della loro ignoranza il fatto che le donne devono guadagnarselo, vorrei fargli notare come sia dettato dalla nostra cultura il dare più spazio agli uomini e prediligere gli uomini, in ogni occasione e ambito, e dire il contrario è dovuto a una palese cecità, probabilmente maliziosa.

Perché partendo dal presupposto, che non c’è sempre meritocrazia all’interno degli ambienti lavorativi, ma poi opponendosi si da per scontato che gli uomini siano più competenti delle donne e che la loro scarsa presenza sia dovuta alla loro bravura o meno.

Bene, non è così.

È pieno di donne brave talentuose, con una bella voce, che però, purtroppo, non hanno semplicemente avuto la giusta opportunità e il giusto spazio.

Emma di questo avrebbe dovuto parlare e lamentarsi, a questo si sarebbe dovuta opporre come giudice. Ma non lo ha fatto, quindi la prossima volta che pronuncerà argomenti del genere, ci renderemo tutti conto della sua poca coerenza in tale ambito. Forse è il caso di dedicare una categoria donne, in modo tale che non sia il festival degli uomini, perché così è allucinante e inaccettabile. Diamo il giusto spazio alle donne meritevoli, ne è pieno il mondo, Emma non è una di loro però, e come giudice fa pena.

BALTIMORA 7

Baltimora ha fatto un bel percorso, nonostante il suo giudice Manuelito non sia stato dei migliori e non lo abbia aiutato per nulla in questo, ma lui ha fatto molti progressi, sia su come stare sul palco, che sulla sua capacità a cantare e su quali siano i brani più adatti a lui. Inizialmente si era presentato con un brano in

cui rappava, che non era decisamente il suo forte, ma fin dalle volte seguenti è riuscito a trovare la sua strada e fare il percorso più adatto a lui.

Quindi devo dire che mi è piaciuto, ha una voce bella e riesco a immaginarmelo anche fuori dal programma.

E poi bisogna dirlo, un punto in più perché è mio compaesano. Mai mi sarei aspettata la sua vittoria, strameritata.

gIANMARIA 4

gIANMARIA non mi sta per nulla antipatico, e infatti mi dispiace dovergli dare sempre questi voti orribili, ma è oggettivamente quello che si merita.

Nonostante i giudici lo elogino come miglior cantante al mondo e nonostante abbia avuto la vittoria in  pugno fin dall’inizio stregando il pubblico con il suo personaggio indie triste, è oggettivo abbia una cadenza talmente brutta e forte da sembrare costantemente stonato, e io ci provo Gianmaria, ma per me è impossibile sentirlo senza che mi parta il nervoso, quindi per me fin dall’inizio era e rimarrà un no.

BENGALA FIRE 6

Oggi mi sono piaciuti più paradossalmente rispetto alle volte precedenti. Non nel duetto con Manuel, ma nella loro esibizione singola.

Loro sono bravi, Mario, il cantante, ha una bella voce, come band sono affiatati, ma come ho sempre detto e ancora una volta ripeterò, mi sento come se gli mancasse qualcosa, e non riesco a rimanere totalmente convinta dalle loro performance. Il mio timore e la mia impressione che loro funzionano, ma che fuori di qui avrebbero vita breve se non solo come cover band.

FELLOW 7

Fellow a me è piaciuto, durante tutto il percorso, non solo oggi. Che sì, ha fatto una bella performance, ma Mika è Mika e come è normale che sia un po’ lo ha eclissato. Ma lui ha dimostrato come sempre di avere una bella presenza scenica, di avere una bella pronuncia inglese (a differenza di Ludovico), di avere una voce bella e pulita, e di avere una sua strada ben in mente, che poi fuori da qui potrà continuare si vedrà, ma io ce lo vedo bene.

Mika è stato un bravo giudice e lo ha aiutato a sciogliersi ancora di più e a mostrare le sue emozioni. Io avrei preferito lui come vincitore, perché è stato decisamente una delle voci più belle lì dentro, ma X Factor non premia questo, e lo abbiamo notato anche negli anni passati, quindi ci accontentiamo anche solo che sia arrivato in finale.

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