Neanche Al Pacino e Lady Gaga in House of Gucci salvano Ridley Scott da un film disastroso

Al Pacino e Lady Gaga in House of Gucci sono la parte migliore di un film incostante, forse uno dei peggiori di Ridley Scott: la recensione.

Lady Gaga in House of Gucci

Credits photo: @Eagle Pictures


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Neanche la presenza di Al Pacino e Lady Gaga in House of Gucci salvano Ridley Scott dal disastro. L’atteso film che racconta l’ascesa e la rovina di una delle case di moda più famose al mondo è in realtà il ritratto di una famiglia da soap opera, tra crisi periodiche, tradimenti e personaggi alquanto bizzarri, usciti da un fumetto.

Tutto inizia in Italia con l’incontro (poco) casuale tra l’umile Patrizia Reggiani (Gaga) e il facoltoso rampollo Maurizio Gucci (Adam Driver). Lo sfondo romantico accompagna la loro storia passionale, osteggiata dal padre di lui, Rodolfo Gucci (Jeremy Irons), un tempo attore stimato, che vede nella fidanzata del figlio solo un’arrampicatrice sociale. E non ha tutti i torti. Come una graziosa ma forte ninfa, Patrizia riesce ad ammaliare il resto della famiglia: prima lo zio Aldo Gucci (Pacino in stato di grazia), poi il cugino di Maurizio, l’estroso Paolo (un irriconoscibile Jared Leto), convinto che il talento scorra anche nelle sue vene.

Il film ripercorre gli alti e bassi del matrimonio tra Patrizia e Maurizio, in un avvicendarsi di episodi che sembrano dipingere la loro storia come quella delle favole; eppure le prime crepe arrivano, e, come sappiamo, culmineranno nel divorzio e nel successivo omicidio di Maurizio Gucci nel marzo del 1995.

Lady Gaga in House of Gucci è molto brava, perfettamente a suo agio nei panni di Patrizia Reggiani. Entra nel ruolo in punta di piedi, poi domina la scena, riuscendo a imporsi anche su un mostro sacro di Hollywood come Al Pacino, che ricorda molto quel vecchio zio ricco buontempone che ogni Natale dà i soldi ai nipoti. Patrizia Reggiani è una figura emblematica: da un lato è dipinta come una sorta di tragica eroina, quasi vittima dei tradimenti del marito, e perciò si vendica ordinando il suo omicidio. Dall’altro, la vediamo come una donna che cerca di emergere in un mondo dominato da soli uomini.

Adam Driver e Lady Gaga in House of Gucci

Adam Driver sembra aver preso molto sul serio la sua parte, al punto da risultare fin troppo composto nei panni di Maurizio Gucci, figura che si trasforma da debole a uomo di potere. Al contrario, Jared Leto è andato oltre la parte: il suo Paolo Gucci risulta un personaggio comico, uscito da un cinepanettone, che sfiora il ridicolo.

Un cast stellare non basta a risollevare una storia dal ritmo incostante e confuso. Non si capisce fino in fondo quale sia l’intento di Scott, che per oltre due ore e mezza di girato cerca di realizzare un film serio, finendo col raccontare, invece, le vicende tragicomiche e glamour di una famiglia che aveva tutto – soldi e potere – fino a quando non è arrivata una donna a sconvolgerla.

Lo stile è indubbiamente sfarzoso, calza a pennello con il periodo storico in cui è ambientato il film, ma non riesce ad emergere dal disastroso risultato. House of Gucci vuole esplorare tutto, eppure non riesce a trovare il giusto equilibrio tra farsa, dramma e true crime. Alla fine del film è lecito chiedersi: tutto molto bello, ma qual era lo scopo?