Tifosi allo stadio, da risorsa a problema. Addio al dodicesimo uomo in campo ?

Il Napoli senza la presenza del tifosi organizzati viaggia in testa al campionato. Solo una coincidenza o sono cambiate le modalità di fruizione degli stadi come in Premier League

Tifosi addio

Lo slogan più amato dai tifosi di calcio


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Gli stadi tornano a riempiersi di tifosi dopo i momenti più drammatici della pandemia. Le ondate di Covid-19 continuano a funestare le nostre giornate ma il vaccino, insieme a mascherine e distanziamento, permette a quasi tutti – ivi compresi i tifosi – di riprendere le vecchie abitudini.

E’ un ritorno complicato e non solo per la pandemia. La presenza dei tifosi negli stadi è diventata con il trascorrere degli anni, con i regolamenti d’uso e lo strapotere delle televisioni un tema di discussione e polemica. Nel calcio pre pay tv i tifosi allo stadio erano manna dal cielo per i club, fonte cospicua d’incassi. Oggi in alcuni casi sembrano esser addirittura diventati un problema.

Il famoso dodicesimo uomo in campo, capace di trascinare la squadra alla vittoria ammaina la bandiera? E’ un paradosso che si vive i maniera particolarmente lacerante a Napoli. La formazione del Presidente Aurelio De Laurentiis vola in testa al campionato ma i tifosi organizzati non entrano al Diego Armando Maradona contestando il regolamento d’uso dell’impianto. Una situazione davvero incredibile nella città di D10S dove i tifosi sono sempre stati rinomati per passione a calore. E’ un segno dei tempi che lascia riflettere. Ed in questo articolo non voglio entrare nel merito della diatriba partenopea.

Provo ad allargare lo sguardo anche sulla base dell’esperienza maturata in giro tra gli stadi più importanti dell’Europa calcistica. La fruizione del prodotto calcio è profondamente cambiata ma non tutti i club, specialmente in Italia, hanno saputo cogliere questa evoluzione. Senza scomodare il modello NFL ed NBA, guardiamo alla Premier League il campionato calcistico più famoso del mondo.

I club inglesi dividono in quattro tipologie i frequentatori degli stadi: i clienti privilegiati pronti a pagare prezzi importanti per servizi esclusivi come cenare con la squadra o assistere al match a pochi centimetri dalla panchina; i visitatori persone cioè che inseriscono la partita in un tour di qualche giorno nella città ad esempio Liverpool con i Beatles ed Anfield; gli spettatori abituali che tifano per la squadra di casa ma non vogliono rinunciare alle proprie comodità; i tifosi , fan sfegatati che vogliono vivere la gara ballando, saltando, cantando tutto il tempo.

I club inglesi ma anche quelli tedeschi hanno colto questa articolazione assicurando spazi e regole d’uso chiare per tutte e quattro le tipologie di tifosi. Ciascuno vive la propria esperienza stadio senza inficiare i diritti e la serenità degli altri tifosi. Ciascuno al suo posto sotto stretta vigilanza perché da quelle parti non si scherza: se sgarri finisci dritto in gattabuia. Nella mitica Kop le regole sono ferree. Le bandiere non si sventolano se non durante l’esecuzione dell’inno “Never walk alone”. Poi vengono riposte per permettere a tutti i tifosi di guardare la partita.

Rispetto delle regole, tracciabilità, controlli severi. I tifosi devono rendersi conto che lo stadio non è più terra di nessuno. Ma un luogo dove divertirsi in sicurezza, ciascuno a modo suo, ma nel rispetto totale di chi preferisce modalità diverse di fruizione dello stadio .