Serie A, porte aperte ma tanti ultras resteranno a casa per protesta. Una vile diserzione nella lotta contro il Covid-19

Gli ultras disertano la sfida contro il Covid 19 e restano a casa. Una pessima figura.La Serie A riparte senza le fazioni più accese del tifo organizzato.

Serie A senza ultras

Niente ultras per le partite di Serie A


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Sabato 21 riparte il campionato di Serie A con l’importantissima novità del ritorno massiccio del pubblico sugli spalti. L’andamento della pandemia, tutt’altro che debellata, ha permesso di riaprire gli impianti all’afflusso degli spettatori alle gare di Serie A. Migliaia di appassionati vivranno in presenza l’emozione di una gara di Serie A dopo mesi di segregazione e privazioni.

Dovrebbe esser una festa per tutti gli appassionati, anche perchè la Serie A per la prossima stagione si annuncia quanto mai equilibrata e senza vincitori annunciati. Al contrario molte fazioni del tifo organizzato e dei gruppi ultras hanno annunciato la loro diserzione.

Non saranno presenti sugli spalti di Serie A, tanti gruppi ultras e del tifo organizzato che contestano in questa maniera le restrizioni imposte a coloro che intendono frequentare gli stadi. Gli ultras lamentano la rigida assegnazione di posti ed il divieto di utilizzare bandiere, tamburi e tutto l’armamentario curvaiolo. Costoro hanno deciso di disertare gli stadi fino a quando la situazione non sarà tornata alla normalità e sugli spalti non ci saranno limitazioni ad abbracci, sventolamenti e coreografie.

Naturalmente ognuno con il suo denaro ed il suo tempo è libero di comportarsi come crede. Legittimo che gli ultras abbiano deciso di disertare gli stadi della Serie A. Ritengo la loro scelta, però, profondamente sbagliata. Una decisione antistorica e che mette in un angolo proprio coloro dai quali mi sarei atteso un contributo creativo per il ritorno alla normalità. Mi sarei aspettato che gli ultras inventassero nuove modalità di tifare trasmettendo energia ai propria beniamini.

Anche una disposizione a scacchiera, è una delle modalità più contestate,permette di scatenare la passione pur restando ciascuno al proprio posto. Non si possono usare bandiere e tamburi, ma ugole e mani non sono proibite. La Serie A senza tifosi non è la stessa cosa, il calcio è della gente. Ma se nel momento nel quale il calcio chiama, gli ultras disertano significa che ormai la passione calcistica passa in secondo piano rispetto ad interessi, guerre politiche, battaglie ideologiche.

Gli ultras non hanno mai nascosto la loro intolleranza rispetto all’evoluzione delle presenze negli stadi di Serie A dove ormai convivono tre tipologie di pubblico: i clienti che ambiscono a privilegi esclusivi e comodità a prescindere dal match, gli spettatori interessati alla qualità del gioco, i tifosi che sono animati dalla fede sportiva. Negli stadi c’è posto per tutte le categorie che devono imparare a convivere. Dispiace che proprio gli ultras non rispondano all’appello della Serie A. Mi sarebbe piaciuto che gli ultras dessero l’esempio a tutti: vaccino, mascherine, comportamenti responsabili, stadio . Invece hanno preferito restare a casa.