Da stasera ripartono le competizioni europee per club. Sono sette le formazioni italiane ai nastri di partenza. Milan ed Inter, Juventus, Atalanta giocheranno la più importante: la Champions League. In Europa League il calcio italiano sarà rappresentato da Lazio e Napoli che la Champions l’ha gettata al vento nella sciagurata partita contro il Verona. Mou guiderà la Roma nell’inedita Conference League che debutta tra molti dubbi sull’interesse che tale competizione possa suscitare nel pubblico di appassionati visto il rango delle formazioni impegnate perlomeno nella fase a gironi.
L’avvio della Champions e delle altre competizioni europee ci consente di registrare un incredibile paradosso. La Nazionale Italiana, due mesi orsono , ha conquistato a Wembley il titolo di Campione d’Europa. La formazione di Mancini stata battendo tutti i record d’imbattibilità ed è lanciatissima , nel suo girone, verso i Mondiali di Doha. Nonostante questo primato continentale e la quinta posizione nel ranking mondiale per nazionali, nessuna delle formazioni italiane appare come favorita nel lotto delle contendenti a Champions,Europa e Conference League.
Un paradosso, una discrasia, un paragone che suscita dubbi concreti. Di sicuro, con le illustri partenze verso Francia ed Inghilterra di Donnarumma, Lukaku e Ronaldo, le italiane si sono indebolite – a cominciare proprio dalla Champions – rispetto alle altre formazioni più attrezzate e ricche. Su tutte il PSG che è benedetto da tutti i favori del pronostico, ma come dimenticare Real e Barcellona, il plotone inglese e l’eterno Bayern.
Nonostante l’exploit della Nazionale di Mancini, la principale lega calcistica italiana non è oggi in grado di metter in campo una formazione in grado di aspirare alla vittoria della Champions. Forse qualche barlume di speranza si può coltivarlo in Europa e Conferenze League. Bilanci disastrosi, il Napoli è una felice eccezione, sperequazione nella ripartizione delle risorse, stadi obsoleti con il pubblico in fuga anche nell’era pre Covid 19, piattaforme tecnologiche inadeguate a trasmettere le gare senza interruzioni e ritardi.
L’Europa di Champions è a distanza siderale dalla Serie A italiana ed in questa stagione sarà molto difficile immaginare qualche formazione italiana sul podio non solo della più importante ma anche di tutte le altre competizioni continentali.
C’era un tempo in cui vigeva la regola che ogni squadra italiana potesse avere al massimo 3 giocatori stranieri nel suo organico. Beh, quello era il periodo più bello perché i team dovevano arruolare calciatori “made in italy” e fare affidamento su di loro per disputare i campionati. Da quando questa disposizione è cambiata, si è diventati particolarmente esterofili, come se i giovani stranieri, solo perché tali, debbano essere necessariamente più forti di quelli nostrani. A risentirne in questo caso sono stati proprio i club! Il 2021 con la vittoria dell’Euro20, infatti, ci ha insegnato come uomini, provenienti dalla stessa Nazione, riescano a costituire meglio un gruppo capace di vincere, senza avere grandi campioni mentre i club di serie A, pieni di importanti nomi, non facciano mai bella figura nell competizioni europee! Un altro caso, questo, che ci fa comprendere che talvolta il progresso è regresso.