L’egemonia oggi passa da Fedez (e gli altri)

Da Sartre agli influencer, il degrado di una nobile pratica

Photo by Greta (commons.wikimedia.org)


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Sono sempre più, ogni giorno che passa, coloro che non si riconoscono in quello che un tempo era il pensiero “di sinistra”. Coloro che si sentono traditi dall’area politica che nominalmente dovrebbe difendere certe idee e valori.  In effetti è difficile negare che progressivamente tale parte politica abbia rinnegato ogni battaglia del passato, ma paradossalmente esiste un elemento che unisce l’azione di oggi con quelle del passato.

Se la destra, in tutte le sue incarnazioni, prosegue nella sua beata ignoranza del concetto di egemonia, a sinistra tale idea, di nobile origine gramsciana, continua ad essere coltivata.

Ricordiamo che l’egemonia culturale per Gramsci è, come diligentemente riassume Wikipedia, un concetto che indica le varie forme di «dominio» culturale e/o di «direzione intellettuale e morale» da parte di un gruppo o di una classe che sia in grado di imporre ad altri gruppi, attraverso pratiche quotidiane e credenze condivise, i propri punti di vista fino alla loro interiorizzazione.

Ebbene, la pratica dell’egemonia è praticata costantemente ancora oggi, con un’unica grottesca differenza: se un tempo si affidava ai Sartre e ai Marcuse questo compito, adesso sono i cosiddetti influencer a indirizzare le opinioni delle persone. Fedez e la Ferragni, insomma, rappresentano la Scuola di Francoforte del presente…

Per questa ragione l’opinione di questi personaggi, per quanto spesso basata sul “sentito dire” merita di esser valutata con grande attenzione. Attraverso le bocche di questi personaggi parla infatti lo spirito del nostro tempo. Tutto ciò che essi dicono rappresenta la volontà del Sistema, soprattutto quando ammantata di una qual forma di “ribellione”. Anzi, proprio il fatto che la creazione della opinione sia oggi affidata non a intellettuali, ma a gente che ha dalla sua solo la forza della immagine, rappresenta una volontaria sovversione della accezione positiva del concetto di egemonia. Che, per usare una immagine chiara, ha ora incrociato il motto secondo cui Uno vale Uno.

Non aspettiamoci mai una parola fuori posto da questi prodotti del pensiero dominante, ma accogliamoli per quello che sono. Ruolo legittimo, beninteso. Solo che sarebbe l’ora di ragionare in termini simili anche in tutta quell’area creativa che si racconta “indipendente” e “underground”.

Per metterla in altri termini è giunto il momento di una controegemonia culturale. E’ tornata l’ora della Controcultura!