“Il silenzio che c’è fuori”: il fotografo Riccardo Piccirillo racconta la musica e i musicisti nel suo libro antologico

Dalle pagine del libro di Piccirillo emergono i volti di Marco Mengoni, Patti Smith, Pino Daniele, B. B. King, Michael Bolton, James Senese e moltissimi altri...


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Quasi trecento protagonisti del mondo della musica per un’ideale sfilata di volti, di storie, di occhi e di anime che hanno elaborato musiche, pentagrammi e dischi: tutto questo – e molto altro – è “Il silenzio che c’è fuori”, primo libro del fotografo ritrattista Riccardo Piccirillo, che ha voluto raccontare in un’antologia i suoi primi dieci anni di carriera. Edito da Emuse e curato da Barbara Silbe, il libro è stato realizzato con una veste grafica che rievoca le copertine dei vinili a 33 giri, quel loro iconico formato quadrato da 30 centimetri x 30 centimetri.

Il musicista James Senese in una immagine di Riccardo Piccirillo

Dalle novantasei pagine del libro di Piccirillo emergono i volti di Marco Mengoni, Patti Smith, Pino Daniele, B. B. King, Michael Bolton, gli America, James Senese, Bob Geldof, Enzo Gragnaniello, Renzo Arbore, Peter Cincotti, Maldestro, i 99 Posse e i Litfiba: volti e voci del blues, del rock e del pop internazionale, “catturati” dall’obiettivo fotografico di Piccirillo, che vanta un passato da chitarrista blues.

“Rispetto la musica e chi la fa – spiega Riccardo Piccirillo nelle pagine del suo libro – Fin da bambino compravo i dischi e li ascoltavo in solitudine, a volume alto e tenendone la copertina sulle ginocchia. Associavo le foto che osservavo alla musica che mi arrivava all’orecchio, leggevo i testi e così creavo quel mio mondo dove nessuno poteva entrare. (..) Io appartengo a quelli che la musica la vivono ancora così”.

Dal 2010 ad oggi, il fotografo napoletano è diventata una delle firme più accreditate e apprezzate del ritratto musicale; questo volume antologico racconta il suo percorso artistico e professionale ed è arricchito dai disegni dell’illustratrice Piparula e da un testo dello scrittore Lorenzo Marone: “Nei suoi ritratti c’è l’uomo con tutta la sua minutaglia, i personaggi della commedia umana, il farabutto, il cinico e il sognatore, e davanti al suo sguardo i timidi si fanno spavaldi. Ma sotto i suoi riflettori non ci sono attori, solo l’uomo che sta nel tempo, come può”.