Ormai la PEC (Posta Elettronica Certificata) è uno strumento assai diffuso, a prescindere che si abbia un’attività propria o che si abbia la necessità di svolgere pratica con la Pubblica Amministrazione. L’Agenzia per l’Italia digitale ha reso noto un documento che consente l’uso della PEC anche in Europa. Finora la PEC italiana non era riconosciuta a livello globale per la mancata adesione a certi standard (come nel caso di PGP e S/MIME). La cosa, comunque, non aveva prescluso allo strumento di acquisire un’importante popolarità nel nostro Paese: da questo momento, dato il supporto al primo schema interoperabile eDelivery qualificato (conformità al regolamento elDAS), lo sarà ancora di più.
La PEC italiana risponderà perfettamente ai requisiti ETSI, così da avere valore legale in tutto il mondo. AgID, in un primo momento, aveva fatto sapere che la PEC non soddisfasse al meglio i requisiti necessari in quanto non prevedeva l’esatta verifica dell’identità del beneficiario, denuciando anche i mancati controlli di conformità per i provider di servizi. Le norme europee richiedono anche la certificazione dell’integrità del contenuto dei messaggi, oltre che l’opponibilità di data ed ora di invio e ricezione della posta certificata.
I REM services (Registered Electronic Mail) sono, al momento, in fase di test nel nostro Paese. La PEC italiana potrò essere utilizzato in Europa, sia per le comunicazioni con la Pubblica Amministrazione che per quelle con altri utenti, imprese ed enti europei, conservando il suo valore legale e la sicurezza che la contraddistingue (così si è espresso il direttore dello sviluppo software di Aruba). Un traguardo importante per le comunicazioni certificate nazionali, che consentirà di smaltire le operazioni più facilmente, con un notevole risparmio di CO2. Vi aspettavate un risvolto così importante? Fatecelo sapere lasciando un commento all’articolo attraverso il box qui sotto.