Ronaldo si guadagna la ribalta di Euro 2020. In campo, in conferenza stampa ed in borsa Ronaldo è stato il protagonista assoluto della manifestazione continentale che proprio ieri ha concluso il primo round di partite dei gironi.
In campo Cristiano Ronaldo festeggia il doppio primato di Europei disputati e di reti segnate nella manifestazione continentale a squadra. Ronaldo timbra il cartellino degli Europei da ben cinque edizioni e con la doppieta rifilata all’Ungheria diventa il miglior marcatore all time (11 reti ) della manifestazione.
In conferenza stampa Ronaldo ha sconvolto il cerimoniale e l’arredamento spostando bruscamente la bottiglietta di Coca Cola posta davanti ai relatori. Un gesto plateale di disprezzo accompagnato da una perentoria esclamazione: bevete acqua. Un durissimo attacco contro il soft drink più amata e contestata del mondo e della quale lo stesso Ronaldo era stato testimonial per il mercato asiatico qualche anno orsono ( leggi e guarda video)
In borsa il ko di Ronaldo contro la Coca Cola ha avuto ripercussioni tremende. Il titolo dell’azienda di Atlanta ha subito un crollo vertiginoso delle proprie quotazioni e sta meditando clamorose azioni legali contro uno dei calciatori più seguiti del mondo. Ronaldo, ha fatto osservare qualche studioso di media e marketing, è un brand persino più forte della bevanda.
Naturalmente sui social e sui media, tra i tifosi è cominciato immediatamente il tam tam di meme, illazioni ed interpretazioni. Le tesi in campo sono variegate, ma due sono certamente le posizioni principali riguardo al gesto di Ronaldo. I più romantici ed idealisti ritengono che Ronaldo, pentito per aver propagandato tanto cibo e bevande spazzatura, si sia convertito al salutismo diventando il paladino per una campagna planetaria di educazione a bere e mangiare sano e pulito.
Quelli più prosaici e disincantati , sono convinti che sia tutto un problema di quattrini. In sostanza Ronaldo non ha gradito che la bottiglietta di Coca Cola fosse inquadrata insieme a lui senza che al calciatore non ne venisse alcun profitto. Una vera e propria rivolta quella di Ronaldo non a tutela della salute ma della remunerazione del proprio diritto d’ìmmagine.
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