Nonostante non mi sia simpatica, sulla questione Eurovision Emma Marrone ha ragione

Però va sottolineato che riguardo alla sua performance si è detto che era sguaiata perché è di scarso talento e quella esibizione lo ha evidenziato


INTERAZIONI: 754

Credo sia abbastanza risaputo che non ho alcuna stima artistica nei confronti di Emma. L’ho scritto più volte, praticamente tutte quelle in cui mi è capitato di occuparmi di lei (fortunatamente non troppe). Non ci conosciamo se non di vista di persona, ma posso dire che non ho neanche molta simpatia nei suoi confronti, sentimento sicuramente ricambiato, forse anche con un certo grado di giustificazione da parte sua. Vorrei vivere in un mondo nel quale io non mi debba occupare di lei, ma ho scelto per lavoro di occuparmi di musica leggera, e per motivi che fatico davvero a spiegarmi lei è una delle cantanti italiane che più spesso occupa le pagine di cronaca di questo settore, quindi ogni tanto ne parlo, spesso male.

Ho però letto quanto ha dichiarato rispetto al suo passaggio a Eurovision, per altro in concomitanza alla ripartenza del suo tour, rimasto al palo come molti nel 2020, e non posso non dire la mia a riguardo.

Parto proprio dall’occasione nella quale queste dichiarazioni sono sortite. Avere qualcosa di bello da far conoscere e usarlo per rivendicare non si sa quale torto subito, credo, è uno dei motivi per cui Emma non mi sta simpatica, a pelle. Perché è una cantante sulla quale la discografia sta investendo decisamente più di quanto non gli sia tornato indietro, e onestamente invece che lamentarsi io andrei a piedi a Lourdes invece che fare la piangina. Fai dischi con megaproduzioni e autori anche di pregio che puntualmente non incontrano i successi previsti, metti in piedi tour che, a parte qualche data poi esibita ad hoc non sono esattamente il top di gamma, fai più passaggi tv di chiunque altro, non certo in virtù di una capacità comunicativa in grado di mettere d’accordo tutti, l’ultimo X Factor ci ha dimostrato come senza santa Maria De Filippi sei assai poco telegenica, che avrai mai da piagnucolare per come il mondo non ti capisce?

Però, e stavolta il però è bello sostanzioso, almeno dal mio punto di vista, a fronte di un atteggiamento deprecabile, stavolta credo che Emma abbia più di qualche ragione, e lo dico non certo per una questione di antipatia che schiaccia antipatia.

Emma ha infatti dichiarato a La Stampa che quando a passare da Eurovision è stata lei, nel 2014 con il brano La mia città, tutti si concentrarono sul suo look, soprattutto sui suoi shorts dorati, e la criticarono su quelli, non considerando che lei stava provando a portare il rock italiano in Europa e che nel farlo abbia anche deciso di negare le interviste ai tanti paesi che tenevano comportamenti decisamente omofobi, come buona parte dei paesi dell’est, fatto che, dichiara sempre Emma, le hanno fatto pagare col sangue. Ora, dice lei, Damiano dei Maneskin a torso nudo, gli stivaletti coi tacchi e la birra in mano è stato applaudito da tutti come un atteggiamento rock. Il tutto, ha concluso, attesta un sessismo piuttosto palese.

Ora, facciamo prima qualche distinzione, poi vi dico la mia. La mia città era una canzone bruttina. Lo dico consapevole che a lavorarci sia stato un mio amico fraterno, Brando, non a caso poi lontano da quei lidi, quindi nessuno potrà tirare in ballo antipatie varie. Era una bruttina canzone che Emma ha cantato sguaiatamente, come sempre, e credo che questo le sia stato fatto pagare. Il suo look era pertinente al suo modo di cantare, sguaiato, e credo che chi l’ha criticata per questo lo abbia fatto con qualche ragione, lo dice uno che se criticare la gente per come si veste comportasse qualcosa sarebbe sempre all’indice, ma lo ha fatto anche perché era una donna, è indubbio, col cazzo che qualcuno critica Carl Brave per come si presenta sul palco, o Rkomi, per dire.

Chiudo questa premessa dicendo che no, Emma, tu non hai portato il rock italiano in Europa, perché tu non fai rock, fai pop.

Detto questo, sacrosanto, va però detto che neanche i Maneskin hanno portato il rock italiano in Europa, ma questo sembra che ai più sia sfuggito. E che sì, Damiano ha beccato un sacco di voti e tutt’ora è oggetto di una attenzione spropositata perché è figo, e piace a un sacco di donne e uomini più per il suo aspetto e atteggiamento che per come canta. Quindi credo che nel dire che il trattamento subito da Emma e quello regalato ai Maneskin sia frutto di sessismo, ma non nel senso in cui lo intende Emma, o non solo in quello.

Certo, le donne della musica vengono spesso criticate per il loro aspetto fisico, più che per la loro arte, e non lo stesso si fa con i cantanti maschi, pensate a Calcutta, per dire, e ipotizzate una donna che si presenti sul palco alla sua maniera, il discorso potrebbe anche chiudersi qui. Emma ha quindi ragione. Poi, però, va sottolineato che riguardo alla performance non si è detto che Emma era sguaiata solo perché in quanto donna la si vuole bacchettare o censurare, lo si è detto anche perché è di scarso talento e quella esibizione lo ha evidenziato in maniera impietosa. Che fosse donna o meno, riguardo il rock e la canzone, direi che nulla ha implicato. Riguardo la cantante, il look, invece, sì.

A me che Emma indossi gli shorts dorati o meno non frega e non dovrebbe fregare nulla, chi si concentra su quello sta, volontariamente o meno, facendo del sessismo anche piuttosto dozzinale.

Per contro, infatti, nei confronti dei Maneskin si è tenuto un atteggiamento del tutto diverso, nel quale l’arte, Dio perdonami, ancora una volta non è mai stata presa in considerazione, anzi, ma si è usato una modalità di giudizio che, fosse adottata verso una donna, sarebbe oggetto di denuncia, provateci voi a dire che Dua Lipa è una grandissima figa e che vorreste farvela, peggio, provate a dirlo di una ragazzina, vi accuserebbero di violenza, catcalling e tutto quel che vi viene in mente, giustamente. Di Damiano, invece, si può dire qualsiasi cosa, no problem.

Quindi, Emma, il problema non è che tu che portavi il rock non sei stata capita, il problema è sei stata giudicata per i motivi sbagliati, fatto che ai Maneskin, anzi, a Damiano dei Maneskin non è capitato, perché i Maneskin sono stati esaltati perché sono fighi e Damiano in quanto giovane uomo può diventare un oggetto del desiderio, cosa che oggi sarebbe del tutto impraticabile, almeno così palesemente, verso una donna. Due lati del sessismo, quindi, solo che i Maneskin se ne sono involontariamente avvantaggiati, Emma no.

Poi che entrambi facciate musica discutibile e, si spera, presto dimenticata è altra faccenda, quella sì che nulla ha a che fare col sessismo.