Andrea Scanzi e le gabbie del pensiero

Il Pensiero non è di destra né di sinistra. Il Pensiero è libero

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Andrea Scanzi, durante un intervento televisivo alla trasmissione “Otto e Mezzo” condotta da Lilli Gruber ha testualmente affermato che “la Destra non ha un intellettuale da 300 anni!”. Se vogliamo dare a questa ennesima sparata del giornalista-influencer la dignità della riflessione, non possiamo non segnalare che tale affermazione fa emergere diversi livelli di problematicità.

Proviamo a individuarli.

Innanzitutto, quando Scanzi fa riferimento in maniera tanto svagata a queste due categorie, le usa come sostitutive dei termini “conservatorismo” e “progressismo”?

Ce lo chiediamo poiché, esattamente come è esistita una Destra controrivoluzionaria e reazionaria, vi è anche un pensiero liberale di destra, che su alcuni temi, ad esempio i diritti civili, ha posizioni più avanzate di qualsiasi sinistra. A Sinistra, tra i pensatori di impostazione marxiana, ve ne sono molti che hanno posizioni “tradizionaliste” in merito a svariati argomenti oggi ritenuti sensibili. Il pensiero ecologista – politicamente solitamente appannaggio di formazioni “di sinistra” – non è forse una forma di reazione contro il culto dell’illimitatezza progressista?

E ancora: come fare a cristallizzare qualcosa che è per sua natura dinamico (il pensiero)?

Jerry Rubin, una delle massime figure di attivismo “radical left” negli U.S.A degli anni sessanta si convertirà a businessman, attraverso grossi investimenti nella neonata Apple Computer. E del resto quegli anni sono densi di vicende che portarono dall’impegno rivoluzionario al ritiro nella dimensione spirituale. Scanzi, da amante della musica rock dovrebbe ben saperlo… Dunque si trattava di persone “di sinistra” divenute “di destra”… oppure no?

“Le parole sono importanti”

Nanni Moretti “Palombella Rossa”

E in effetti, sarebbe meglio evitare certe sparate, solo per il gusto del titolone, perché si rischia davvero di intorbidire le acque della sana riflessione.

Ma al di là di tutte queste nostre riserve, il vero problema della frase di Scanzi sta nella tendenza, diremmo addirittura nella ossessione, per le liste, per le schematizzazioni. Chi ha risposto al collaboratore de “Il Fatto Quotidiano” stilando altre liste di segno contrario per smentirlo ha sbagliato. Ha operato esattamente all’interno dello stesso paradigma, pur legittimamente. Che è un paradigma fallimentare.

Perché?

Perché dovremmo metterci in testa che il Pensiero (maiuscola non casuale…) non è questione di parte. Trascende tutte le restrizioni, le categorie che noi, bassamente, ci ostiniamo ad utilizzare. Il Pensiero, se vogliamo trovare una direzione, sta in alto. Certamente non a destra, non a sinistra, non al centro.

Figuriamoci poi quando si parla di Arte.

Vorremmo forse compiere l’illecito di leggere millenni di espressione creativa e artistica sotto la lente sfuggevole neanche della ideologia, ma addirittura della tifoseria? E questa tifoseria varrebbe solo per l’Occidente, o addirittura anche per tutto il mondo extraoccidentale?

Caro Scanzi, cari compilatori di liste… Il problema non è stabilire se questo o quel pensatore sia “di destra” o “di sinistra”. Il problema è tornare ad avere a che fare col Pensiero. E dunque con la Libertà.