Un fan dei Rammstein rischia il carcere per aver condiviso un loro video sui social

L'attivista russo Andrei Borovikov rischia il carcere per aver condiviso un video dei Rammstein nel 2014. Sul caso interviene anche Amnesty International

fan dei rammstein rischia il carcere

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C’è dell’incredibile, ma un fan dei Rammstein rischia il carcere solo per aver condiviso il link a un loro videoclip su VKontakte, il social network russo. È quanto sta accadendo ad Andrei Borovikov, attivista russo da sempre oppositore di Vladimir Putin.

Borovikov aveva pubblicato il post nel 2014 e oggi potrebbe vedersi spalancare le porte del carcere per almeno 3 anni di reclusione. Il video incriminato è quello del singolo Pu**y tratto dal disco Liebe Ist Für Alle Da (2006). Peculiarità del video diretto da Jonas Åkerlund, infatti, è la presenza di scene esplicite di sesso ispirate al mondo della pornografia. La band di Till Lindemann, del resto, non è nuova ai video dall’alto potenziale provocatorio.

Per il teaser del singolo Deutschland, per esempio, i componenti della band venivano mostrati con le divise indossate dagli ebrei nei campi di concentramento e per questo erano insorte le comunità ebraiche. A questo giro Andrei Borovikov è stato accusato di distribuzione di pornografia. Oggi rischia la condanna presso il tribunale distrettuale di Lomonosovsky che potrebbe incarcerarlo in regime di massima sicurezza.

I rapporti difficili tra la musica dei Rammstein e la Russia sono cosa nota. Nel 2019, per esempio, i chitarristi Paul Landers e Richard Kruspe si baciarono sul palco di Mosca per lanciare un’invettiva contro Vladimir Putin. Sulla vicenda di Borovikov la band di Sonne non si è ancora pronunciata.

Sul caso è intervenuta anche Amnesty International nella persona di Natalia Zviagina che ha considerato l’episodio una “presa in giro per la giustizia” con queste parole:

“Il caso contro Andrei Borovikov è assolutamente assurdo. È palesemente ovvio che viene punito esclusivamente per il suo attivismo, non per il suo gusto musicale. Non è la prima volta che le autorità russe usano una definizione eccessiva di ‘pornografia’ come pretesto per rinchiudere i loro critici.

L’accusa di Andrei Borovikov è una presa in giro della giustizia e chiediamo che tutte le accuse contro di lui vengano ritirate. Le autorità russe dovrebbero concentrarsi sul ribaltare la spirale di crisi dei diritti umani che hanno creato, non escogitare nuovi e ridicoli modi per perseguire e mettere a tacere i loro oppositori”.

In queste ore si attende il verdetto. Dal momento che un fan dei Rammstein rischia il carcere viene nuovamente messa in discussione la legislazione Russia sul tema dei contenuti pubblicabili sui social: Zviagina, per questo, cita un altro caso per definire con più precisione la realtà politica fortemente contrastata dagli attivisti.

“All’inizio di questo mese l’artista e attivista femminista Yulia Tsvetkova è stata processata per accuse di pornografia sui suoi disegni di corpi di donne. È sorprendente che casi come questo arrivino persino in tribunale”.