Oscar 2021, un bilancio finale nel segno di Nomadland e della diversità

L’Academy conduce in porto una cerimonia al tempo della pandemia miracolosamente senza mascherine e collegamenti zoom. “Nomadland” e Chloé Zhao i più soddisfatti, in un palmarès inclusivo diviso tra tanti film

Oscar 2021

INTERAZIONI: 989

Le sorprese degli Oscar 2021 sono arrivate solo alla fine, dopo una serata che aveva rispettato quasi ogni pronostico. E sono state quelle per gli attori protagonisti: che contrariamente alle aspettative, le quali reclamavano a gran voce la statuetta postuma a Chadwick Boseman e una possibile per la sua partner in Ma Rainey’s Black Bottom, e cioè Viola Davis (o in alternativa la Carey Mulligan di Una Donna Promettente), sono andate a Frances McDormand ed Anthony Hopkins, che così giungono nella carriera a 3 e 2 Oscar, rispettivamente. Un’altra sorpresa, che non ci trova per nulla d’accordo, è stato il ribaltamento dei riconoscimenti conclusivi: prima miglior film, e poi i migliori attori. Lo riteniamo concettualmente sbagliato. Oltretutto, vista l’assenza di Hopkins e quindi di un ultimo discorso, questa scelta ha prodotto un finale monco e senza alcun climax emotivo. Non una grande idea.

È proprio dalla vittoria della McDormand che possiamo partire per fare un bilancio di questi Oscar 2021, gli Oscar della pandemia che in qualche modo, spostando alla spaziosa Union Station la cerimonia, sono riusciti a far parzialmente dimenticare l’emergenza Coronavirus con uno show senza mascherine  e collegamenti zoom ma con rispettosi distanziamenti. E sebbene vada fatto un plauso al miracolo organizzativo, va pur detto che il presunto “film della durata di tre ore” promesso dal produttore Steven Soderbergh non c’è stato. Lo show è stato abbastanza tradizionale, con pure mezz’ora di durata supplementare e solo, all’inizio, la bella trovata del piano sequenza a seguire l’ingresso della prima presentatrice della serata, Regina King, con in sovrimpressione dei titoli di testa sgargianti che facevano molto, trattandosi di Soderbergh, Ocean’s Eleven (anche il palcoscenico faceva un po’ locale da Las Vegas).

Dicevamo di partire dalla McDormand perché è stata lei la prima a credere, dopo aver letto il reportage Nomadland. Un racconto d’inchiesta di Jessica Bruder del 2014 (in Italia pubblicato dalle Edizioni Clichy), alla possibilità di trarne un film, proponendolo a Chloé Zhao che poi l’ha scritto e diretto. E sono giunti alla fine 3 Oscar pesantissimi che l’hanno reso il più premiato di un palmarès distribuito su moltissimi titoli. Miglior film, regia e migliore attrice: questi i riconoscimenti per Nomadland, un’opera che dietro la sua confezione elusiva da cinema indipendente nasconde invece una storia potentemente americana. Un racconto che procede come una sorta di elaborazione del lutto.

Che nel film è la morte del marito della protagonista: ma simbolicamente è della recessione del 2008 che si parla, la grande crisi economica che ha messo in ginocchio tante persone, costrette, per sopravvivere, a reinventarsi e talvolta, come nel film, adattarsi a una vita in decrescita da nomadi. Sempre sorretti però da uno spirito di resistenza, o di resilienza come si usa dire più spesso oggi. Alla fine quindi, più una celebrazione dello spirito americano che una critica al modello economico del paese. E infatti alla fine il film è conciliato e pacificante. E perciò premiato.

Questi Oscar 2021 sono anche nel segno delle donne: a Frances McDormand e Chloé Zhao va sicuramente aggiunta Emerald Fennell, la regista esordiente di Una Donna Promettente, che è riuscita a portare a casa una importante statuetta per la sceneggiatura originale, riuscendo ad avere la meglio su scrittori del calibro di Aaron Sorkin.

Proprio Sorkin con il suo Il Processo dei Chicago 7 è uno dei pochi, chiari sconfitti degli Oscar 2021. Solo il suo film, su 6 nomination, è tornato a bocca asciutta. Per il resto c’è stata una distribuzione a pioggia: due Oscar per Judas And The Black Messiah (attore non protagonista e canzone), Ma Rainey (costumi e trucco e acconciatura, ma grande delusione per gli attori), Sound Of Metal (suono e montaggio), The Father (protagonista e sceneggiatura non originale), Soul (film d’animazione e colonna sonora).

Persino Mank di David Fincher è riuscito a ottenere due statuette a questi Oscar 2021: certo, se si pensa che partiva da ben dieci nomination il risultato pare misero, ma le premesse della vigilia erano ancora peggiori, e dunque sarà il caso di accontentarsi dei due premi anche se “solo” per categorie tecniche, fotografia e scenografia, sulle quali il film è decisamente inattaccabile.

Proprio questa enorme dispersione dei riconoscimenti rende impossibile individuare un dominatore e netti vincitori e sconfitti. Forse è anche questo un effetto dell’inclusività così tenacemente perseguita in questi ultimi anni dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. I tantissimi nuovi giurati provenienti da ogni parte del globo attenuano il tradizionale fenomeno della polarizzazione su pochi film. E questo è anche un bene, un segno di apertura e cambiamento tangibili. Un segno che va nella direzione della cercata diversità, confermata anche dai premi ai non protagonisti, con Daniel Kaluuya e Yoon Yeo-jeong di Minari, prima attrice orientale a ottenere un riconoscimento per l’interpretazione dai tempi di Miyoshi Umeki, vincitrice nel 1958 per Sayonara (a proposito, questo fa pensare a una vera delusa della serata, Glenn Close, che ha fallito l’ottava nomination della sua carriera!).

Pure di Netflix non è facile dire se abbia vinto o perso agli Oscar 2021: partiva da 36 impressionanti candidature in 23 categorie. Ne ha trasformate 7 in premi, un discreto bottino. Ma non c’è nessuno dei riconoscimenti principali, non film (Nomadland è targato Searchlight, quindi Disney), nessun attore, nemmeno le sceneggiature. Per cui, nell’anno della pandemia che ha reso le piattaforme streaming le protagoniste incontrastate, paradossalmente la piattaforma per antonomasia ha ottenuto un risultato interlocutorio.

Tra gli sconfitti c’è anche l’Italia: avevamo tre nomination, per la canzone della Pausini, su cui erano riposte tante speranze, e poi quelle per i costumi e il trucco e acconciatura di Pinocchio. Non c’è stato nulla da fare. E se si pensa al fatto che Pinocchio in entrambe le categorie tecniche sia stato sconfitto da Ma Rainey qualche perplessità francamente, e non per sciovinismo, sorge.

Chi è il vero trionfatore degli Oscar 2021 quindi? Un’ipotesi. Durante le ore della diretta sempre più insistentemente, a partire dall’Oscar per la regia alla Zhao, gli utenti social hanno cominciato a postare video chiedendo a gran voce il rilascio da parte della Marvel del trailer di Eternals, l’atteso film della fase 4 del Marvel Cinematic Universe. Tutti sostenendo maliziosamente che la casa di produzione (che appartiene all’universo Disney) abbia aspettato fino a oggi solo perché sperava di poter aggiungere al trailer una piccola, preziosa dicitura: “diretto dalla vincitrice dell’Oscar Chloé Zhao”. Cosa che adesso puntualmente farà, nell’attesa di poter la prossima volta scrivere, ormai non manca molto, “il Marvel movie vincitore dell’Oscar per miglior film”.

Tutti i premiati delle 23 categorie degli Oscar 2021:

Miglior Film
Nomadland di Chloé Zhao [Vincitore]
Mank di David Fincher
Il Processo Ai Chicago 7 di Aaron Sorkin
Una Donna Promettente di Emerald Fennell
Judas and the Black Messiah di Shaka King
The Father di Florian Zeller
Minari di Lee Isaac Chung
Sound of Metal di Darius Marder

Attrice protagonista
Viola Davis, Ma Rainey’s Black Bottom
Andra Day, The United States vs. Billie Holiday
Vanessa Kirby, Pieces Of A Woman
Frances McDormand, Nomadland [Vincitrice]
Carey Mulligan, Una Donna Promettente

Attore protagonista
Riz Ahmed, Sound Of Metal
Chadwick Boseman, Ma Rainey’s Black Bottom
Anthony Hopkins, The Father [Vincitore]
Gary Oldman, Mank
Steven Yeun, Minari

Attrice non protagonista
Olivia Colman, The Father
Glenn Close, Elegia Americana
Amanda Seyfried, Mank
Yoon Yeo-jeong, Minari [Vincitrice]
Maria Bakalova, Borat – Seguito Di Film Cinema

Attore non protagonista
Leslie Odom Jr, One Night In Miami
Sacha Baron Cohen, Il Processo Ai Chicago 7
Daniel Kaluuya, Judas And The Black Messiah [Vincitore]
Paul Raci, Sound Of Metal
LaKeith Stanfield, Judas and the Black Messiah

Regista
Chloé Zhao, Nomadland [Vincitrice]
Emerald Fennell, Una Donna Promettente
David Fincher, Mank
Lee Isaac, Chung Minari
Thomas Vinterberg, Un Altro Giro

Sceneggiatura originale
Aaron Sorkin, Il Processo Ai Chicago 7
Emerald Fennell, Una Donna Promettente [Vincitrice]
Lee Isaac Chung, Minari
Abraham Marder, Darius Marder, Derek Cianfrance, Sound Of Metal
Will Berson, Shaka King, Keith Lucas, Kenneth Lucas, Judas and the Black Messiah

Sceneggiatura non originale
Chloé Zhao, Nomadland
Kemp Powers, One Night In Miami
Christopher Hampton, Florian Zeller, The Father [Vincitori]
Sacha Baron Cohen, Peter Baynham, Jena Friedman, Anthony Hines, Lee Kern, Dan Mazer, Nina Pedrad, Erica Rivinoja, Dan Swimer, Borat – Seguito Di Film Cinema
Ramin Bahrani, La Tigre Bianca

Film internazionale
Un Altro Giro di Thomas Vinterberg (Danimarca) [Vincitore]
Better Days di Jayro Bustamante (Guatemala)
Quo Vadis, Aida? di Jasmila Žbanić (Bosnia-Erzegovina)
Collective di Alexander Nanau (Romania)
The Man Who Sold His Skin di Kaouther Ben Hania (Tunisia)

Film d’animazione
OnwardOltre La Magia di Dan Scalon
Over the Moon – Il Fantastico Mondo Di Lunaria di Glen Keane e John Kahrs
Soul di Pete Docter [Vincitore]
WolfwalkersIl popolo Dei Lupi di Tomm Moore e Ross Stewart
Shaun, Vita Da Pecora: Farmageddon – Il Film di Will Becher e Richard Phelan

Fotografia
Joshua James Richards, Nomadland
Erik Messerschmidt, Mank [Vincitore]
Dariusz Wolski, Notizie Dal Mondo
Phedon Papamichael, Il Processo Ai Chicago 7
Sean Bobbitt, Judas and the Black Messiah

Scenografia
Jan Pascale e Donald Graham Burt, Mank [Vincitori]
David Crank e Elizabeth Keenan, Notizie Dal Mondo
Mark Ricker, Karen O’Hara e Diana Staughton, Ma Rainey’s Black Bottom
Nathan Crowley e Kathy Lucas, Tenet
Peter Francis, The Father

Montaggio
Alan Baumgarten, Il Processo Ai Chicago 7
Yorgos Lamprinos, The Father
Mikkel E. G. Nielsen, Sound Of Metal [Vincitore]
Frédéric Thoraval, Una Donna Promettente
Chloé Zhao, Nomadland

Costumi
Ann Roth, Ma Rainey’s Black Bottom [Vincitrice]
Alexandra Byrne, Emma
Trish Summerville, Mank
Bina Daigeler, Mulan
Massimo Cantini Parrini, Pinocchio

Colonna sonora
James Newton Howard, Notizie Dal Mondo
Trent Reznor, Atticus Ross e Jon Batiste, Soul [Vincitori]
Trent Reznor, Atticus Ross, Mank
Emile Mosseri, Minari
Terence Blanchard, Da 5 Bloods

Canzone
Speak Now, Leslie Odom, Jr. e Sam Ashworth, One Night In Miami
Io sì, Laura Pausini, Niccolò Agliardi e Diane Warren, La Vita Davanti A Sé
Fight for You, H.E.R., Dernst Emile II, Tiara Thomas, Judas and the Black Messiah [Vincitori]
Húsavík, Savan Kotecha, Rickard Göransson and Fat Max Gsus, Eurovision Song Contest: La Storia Dei Fire Saga
Hear My Voice, Daniel Pemberton e Celeste, Il Processo Ai Chicago 7

Effetti speciali
Andrew Jackson, Andrew Lockley, Scott R. Fisher, Mike Chambers, Tenet [Vincitori]
Matt Kasmir, Chris Lawrence, Dave Watkins, Max Solomon, The Midnight Sky
Sean Faden, Anders Langlands, Seth Maury, Steve Ingram, Mulan
Matt Sloan, Love And Monsters
George Bell, The One and Only Ivan

Sonoro
John Pritchett, Mike Prestwood Smith, William Miller, Oliver Tarney, Michael Fentum, Notizie Dal Mondo
Phillip Bladh, Nicolas Becker, Jaime Baksht, Michelle Couttolenc, Carlos Cortés, Carolina Santana, Sound Of Metal [Vincitori]
Ren Klyce, Jeremy Molod, David Parker, Nathan Nance, Drew Kunin, Mank
Coya Elliott, Ren Klyce, David Parker, Vince Caro, Soul
Odin Benitez, Jason King, Christian P. Minkler, Michael Minkler, Jeff Sawyer, Greyhound

Trucco e acconciatura
Sergio Lopez-Rivera, Mia Neal e Jamika Wilson, Ma Rainey’s Black Bottom [Vincitori]
Eryn Krueger Mekash, Patricia Dehaney, Matthew Mungle, Elegia Americana
Mark Coulier, Dalia Colli, Francesco Pegoretti, Pinocchio
Marese Langan, Laura Allen e Claudia Stolze, Emma
Gigi Williams, Kimberly Spiteri e Colleen LaBaff, Mank

Documentario
Collective di Alexander Nanau
Time
di Garrett Bradley
Crip Camp: A Disability Revolution
di Nicole Newnham e James Lebrecht
My Octopus Teacher di Pippa Ehrlich e James Reed [Vincitore]
The Mole Agent di Maite Alberdi

Cortometraggio
Feeling Through, di Doug Roland
The Letter Room, di Elvira Lind
The Present, di Farah Nabulsi
Due estranei (Two Distant Strangers), di Travon Free e Martin Desmond Roe [Vincitore]
White Eye, di Tomer Shushan

Cortometraggio documentario
Colette, di Anthony Giacchino [Vincitore]
A Concerto Is a Conversation, di Kris Bowers e Ben Proudfoot
Do Not Split, di Anders Hammer
Hunger Ward, di Skye Fitzgerald
A Love Song for Latasha, di Sophia Nahli Allison

Cortometraggio d’animazione
Genius loci, di Adrien Mérigeau
Já-Fólkið, di Gísli Darri Halldórsson
Opera, di Erick Oh
Se succede qualcosa, vi voglio bene (If Anything Happens I Love You), di Michael Govier e Will McCormack [Vincitore]
La tana (Burrow), di Madeline Sharafian