Viola Davis sta per fare la storia degli Oscar ma lo ritiene un fallimento: “Un riflesso della discriminazione”

Viola Davis sta per fare la storia degli Oscar come attrice di colore più nominata della storia del premio, eppure lo ritiene un fallimento per il sistema Hollywood

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Viola Davis sta per fare la storia degli Oscar ma ha un punto di vista decisamente poco lusinghiero su questo primato: l’attrice di Barriere, Black Widow e Le Regole del Delitto Perfetto potrebbe diventare la donna di colore più nominata nella storia degli Oscar, un record che ritiene sia espressione di un fallimento del sistema Hollywood. Il riflesso di un’ingiustizia, se si è arrivati al 2021 perché un’attrice di 55 anni raggiungesse il primato di quattro nomination all’Oscar: tante saranno per la Davis se, come auspicato da tutti i pronostici, il prossimo marzo dovesse ottenerne una per il suo ruolo nel film Netflix Ma Rainey’s Black Bottom. Una candidatura che la proietterebbe in cima al podio delle donne di colore più nominate agli Oscar, ma che rappresenta anche plasticamente la mancanza di opportunità per le attrici non caucasiche.

Viola Davis attualmente condivide il record di attrice nera con più nomination nella storia degli Academy Awards insieme alla collega e grande amica Octavia Spencer: entrambe sono state candidate tre volte e hanno vinto il premio come migliore attrice non protagonista, rispettivamente nel 2017 per Barriere nel 2012 per The Help.

Ma Viola Davis ritiene di non avere molto da festeggiare anche di fronte alla prospettiva di diventare la più nominata per la statuetta più ambita a Hollywood e vuole che la sua nomination diventi oggetto di una discussione più ampia sulla disparità opportunità artistiche nel settore cinematografico. Parlando a Variety dell’imminente traguardo, ha assicurato che farà di tutto perché la sua nomination abbia un valore più profondo del mero successo personale, usando la piattaforma degli Oscar – in questa edizione 2021 che sarà perlopiù virtuale a causa del Covid, il prossimo 25 aprile – per lanciare un messaggio contro la discriminazione delle attrici di colore nell’accesso alle grandi produzioni di Hollywood.

Devo fare in modo che significhi qualcosa. Lo voglio. Se lo vedessi solo come un momento per gonfiare il mio ego, penso che durerebbe per 10 secondi o meno. È una piattaforma. È un altro microfono. È un’altra opportunità per aprire la bocca e dire una verità fondamentale su Hollywood e questo business e, in realtà, sull’America. È sempre bella la competizione amichevole, ma alla fine dei conti ci sono molte questioni più profonde in ballo rispetto al fatto di fare gli Oscar, i Golden Globe o i SAG Awards di persona o virtualmente. La mia intenzione è che le persone, quegli artisti, capiscano che non c’è separazione tra quello che facciamo e quello che sta succedendo nel mondo. In realtà sono davvero entusiasta di vedere come prende forma: come le persone dicono le loro verità, anche nei loro discorsi di accettazione, come affrontano il fatto di ottenere statue d’oro e cosa fanno con il loro potere ora. 

Viola Davis farà certamente della sua partecipazione agli Oscar un’occasione per far riflettere su “quale enorme deficit e enorme discrepanza è ancora presente per gli artisti di colore, motivo per cui molte volte non abbiamo un posto a tavola“: la Annalise Keating de Le Regole del Delitto Perfetto, premio Emmy per la serie di ABC, sottolinea come sia inusuale vedere artisti di colore in nomination semplicemente perché non vengono loro offerti ruoli meritevoli di riconoscimenti. E i ruoli mancano “non perché non abbiamo il talento, non è perché non stiamo lavorando sodo“, ma perché “non ci vengono dati gli stessi accessi, strumenti e tutto ciò di cui abbiamo bisogno per iniziare sullo stesso livello o per essere sullo stesso campo di gioco“. Viola Davis fa un paragone di immediata comprensione con giovani attrici già plurinominate agli Oscar nonostante una carriera molto più breve della sua.

Ci sono molte attrici bianche là fuori, che sono abbastanza giovani – tra i 20 e i 30 anni, che sono state agli Academy Awards tante volte quanto me o più di me. È un riflesso del loro talento, ma anche un riflesso delle loro opportunità. Ecco cos’è. È un riflesso di come hanno avuto la possibilità – quei tre, quattro o cinque ruoli che erano così buoni che li hanno portati a quel posto. [Essere un’attrice nera] è come avere un corpo favoloso, ma non avere i vestiti giusti per metterlo in mostra.

Basti pensare che Viola Davis viene da tutti indicata come la Meryl Streep di colore, ma probabilmente non arriverà mai ad ottenere le 21 nomination della collega, visto che solo dopo i cinquant’anni sono arrivati per lei ruoli da Oscar. Un concetto – quello dei ruoli da protagonista scritti perlopiù per donne caucasiche, con le attrici di colore relegate a ruoli di supporto – che Viola Davis aveva già affrontato spesso in passato, anche sul palco della Festa del Cinema di Roma.