Chiarimenti su Brunetta che dice basta allo smart working: c’è la rettifica

Le prime testate stanno facendo un passo indietro, dopo aver riportato alcune dichiarazioni del ministro fuori contesto

Brunetta

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Arrivano finalmente precisazioni importanti in queste, a proposito di Brunetta che avrebbe detto basta allo smart working in Italia. Nonostante la minaccia della variante inglese del Covid e contagi che fanno registrare valori più o meno allarmanti (pur evitando per ora nuovi picchi come quelli della stagione autunnale), il nuovo ministro scelto da Draghi si sarebbe schierato decisamente a favore del lavoro in presenza. Soprattutto per quanto concerne la Pubblica Amministrazione.

Alcuni mesi fa trattammo marginalmente l’argomento, ma evidentemente oggi 16 febbraio serve tornarci con decisione, anche perché il rischio che si alimenti disinformazione sotto questo punto di vista è molto alto. Non si tratta di una vera e propria bufala, quella di Brunetta che dice basta allo smart working, ma allo stesso tempo serve necessariamente una rettifica affinché si possa in qualche modo contestualizzare l’uscita che ha visto protagonista uno degli uomini scelto di recente da Draghi per il nuovo governo.

Brunetta ha detto basta allo smart working, ma occorre rettifica e precisazione

In sostanza, come riportano fonti che ho avuto modo di consultare stamane (a partire da Qui Finanza, a Bufale e Politica Live), Brunetta ha detto effettivamente basta allo smart working, ma allo stesso tempo queste dichiarazioni non sono recenti. Ora, considerando che si parli indirettamente di Covid, coi relativi alti e bassi, contestualizzare un discorso ed un’intervista, a prescindere dal fatto che possa essere reputata giusta o sbagliata, diventa fondamentale per avere una lettura onesta della situazione.

Brunetta ha detto basta allo smart working, ma le parole del nuovo ministro del governo Draghi risalgono al mese di giugno 2020. Come tutti ricorderanno, in quella fase il Covid-19 sembra ormai un problema superato. In tanti, a partire dal governo, passarono ad uno stato di maggiore rilassatezza, allentando moltissimo le restrizioni. Chiaro che, in quella fase, lavorare da casa appariva non indispensabile dal punto di vista sanitario.