Fausto Mesolella e Andrea Castelfranato, gemme di chitarre

Sono stati appena pubblicati il primo album postumo di Fausto Mesolella e quello del debutto di Andrea Castelfranato, album che andrebbero ascoltati per intero e più volte


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Due splendidi vinili di sola chitarra. La Foné, di quel folle maniaco del suono di Giulio Cesare Ricci, ha appena pubblicato il primo album postumo di Fausto Mesolella e quello del debutto di Andrea Castelfranato.

Fausto lo ritengo il più completo chitarrista perlomeno europeo. Ho avuto la possibilità di vederlo una miriade di volte suonare, al Roxy Bar, al Premiato Circo Volante del Barone Rosso, su vari palchi di teatri. L’ho visto da solista o accompagnare vari artisti. Non ha mai detto no alle mie proposte, sia gli nominassi artisti prestigiosi, sia altri che la “critica” giudicava con la puzza sotto il naso.

Ma racconterò un’altra volta la storia di Fausto e della profonda amicizia che ci legava fino a quando è improvvisamente volato nell’atra dimensione. Adesso mi concentro su questo prezioso vinile, stampato (come tutti quelli di Foné) in sole 496 copie. Questo perché, mi ha spiegato Giulio Cesare Ricci, è il limite massimo per avere la matrice perfetta. Dopo inizia a deteriorarsi e la qualità del suono (solo lui se ne accorge con i suoi strumenti da Archimede Pitagorico). Per stampare altre copie occorrerebbe creare una nuova matrice.

L’album “Madama terra” contiene brani erano presenti nel DVD “Suonerò fino a farti fiorire” che Fausto aveva pubblicato anni fa. Poi lui chiese a Giulio Cesare di rimasterizzarli col suo sistema Signoricci analogico e valvola. Purtroppo Fausto non può sentire questo splendido risultato.

Quasi tutti i brani sono scritti da Mesolella: “Aria di te”, “L’improvvisata azzurra”, “Verde”, “Madama Terra” e “La principessa”. “Ghemmà” Fausto ha creato la musica su un testo di Stefano Benni. Ci sono poi due classici: “O sole mio” e la “Pavane” di Fauré”.

Quando Fausto venne a trovarmi, mentre stavano smantellando i vecchi studi Roxy Bar e Barone Rosso, dopo aver fatto alcune foto in questi capannoni pieni di di macerie come a celebrare e accettare la distruzione di un mandala, l’avevo portato dove stava rinascendo il nuovo Barone Rosso. Gli avevo anche detto che sarebbe stato il primo a suonarvi. Purtroppo non è potuto accadere, così gli ho dedicato la prima puntata del rinato Premiato Circo Volante del Barone Rosso e ho invitato i suoi amici o musicisti che avevano suonato o cantato con lui, tra cui Andrea Castelfranato. Fausto me l’aveva segnalato alcune volte e mi diceva che era un bravissimo chitarrista e che l’avrei dovuto invitare. Questa raccomandazione l’aveva fatta anche a Giulio Cesare Ricci, dicendo che avrebbe dovuto pubblicargli un disco. Alfonso Tramontano Guerritore, amico del cuore di Fausto, ha fatto da tramite per la nascita di questo album a cui Andrea ha dato il nome di “Anxanum”, antico nome di Lanciano, città dove lui è nato.

Anche il vinile è naturalmente stampato in una tiratura limitata di 496 copie. Contiene composizioni di Andrea: “Lousiana blues”, “Kiitos”, “I remember you”, “Isole”, “Sweet little town” e “Memories”. C’è un omaggio a Fausto Mesolella con “Aria di te”, curiosamente presente anche nell’album “Madama Terra” di Fausto. Poi ci sono personalissime e preziose interpretazioni di canzoni edite: “Get back” dei Beatles, “Fields of gold” di Sting, “Guarda che luna” di Fred Buscaglione, “Mediterranean Sundance” di Al Dimeola, “Quando” di Pino Daniele e “Vola vola”, un canto popolare abruzzese.

Visto che questi due album andrebbero ascoltati per intero e più volte, ho scelto di far scendere la puntina (Needle) sui due che aprono il lato A, come si faceva una volta quando si andava in un negozio di dischi, come Nannucci, che ti permetteva di sentire i dischi per decidere se acquistarli. Ti mettevano sempre il primo brano del lato A.

Come ordinare questi album prima che finiscano le 496 copie a disposizione di ciascuno o il rispettivo CD gold superaudio? Entrando nel sito www.fone.it

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