Suburra 3, l’ultimo atto di una straziante scalata al potere (Recensione)

Suburra 3 arriva domani su Netflix con un ultimo capitolo intenso ma un po' frettoloso, saprà soddisfare il pubblico?


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Il conto alla rovescia sta per concludersi e domani mattina saremo tutti alle prese con la visione di Suburra 3, quello che possiamo definire un ultimo atto di una straziante scalata al potere iniziata con la fame di Aureliano e Spadino, e che si concluderà prendendo le distanze da quello che è l’omonimo film. Chi ha seguito l’iter della serie Netflix, la prima tutta italiana, sa bene che il progetto è nato come una sorta di prequel del film ma tutto è cambiato in corsa e questi ultimi sei episodi riscriveranno la storia dei due protagonisti lasciando i loro fan senza fiato.

Il terzo capitolo di Suburra taglia il cordone ombelicale con la pellicola di cui doveva essere solo antefatto, prendendo vita e respirando in autonomia travolgendo così il pubblico che ad un certo punto si troverà spiazzato e in balia degli eventi, lontano da quello che pensava sarebbe successo. Sei episodi da guardare tutti d’un fiato per non perdere la tensione, per non mancare all’appuntamento inevitabile con la morte per chi cerca il potere e vive di sotterfugi e accordi instabili, come quelli che Cinaglia continuerà ad offrire a tutti per occupare, un giorno, la poltrona di imperatore di Roma. Ma chi siederà sul trono alla fine di questa scalata?

La risposta arriverà presto perché sei episodi sono davvero pochi per raccontare la battaglia finale di cui Aureliano, Spadino e gli altri protagonisti di Suburra 3 saranno protagonisti. La tensione è alle stelle e se il ritmo serrato aiuta a non subire l’effetto noia, la spasmodica ricerca dei colpi di scena non fa altro che confezionare un ultimo atto davvero troppo confusionario che riesce a far calare il sipario su alcune trame in poche battute e senza molta soddisfazione da parte del fruitore che attendeva con ansia alcune risposte.

Ancora una volta i punti di forza della serie rimarranno il comparto recitativo e la regia mentre in quest’ultimo capitolo si soffrirà un po’ per l’assenza di new entry (nella seconda stagione la scelta di inserire Jacopo Venturiero regalò nuovi spunti alla trama) e anche per la mancata centralità di personaggi come quello di Sara Monaschi, una comparsa in questi episodi finali.

La trama? La storia di Aureliano e Spadino riprenderà poco dopo la morte di Lele, morto suicida per il peso della sua coscienza, con un solo obiettivo: i soldi in arrivo grazie ad un Giubileo straordinario. Questo porterà i due protagonisti a confrontarsi sempre più con Roma che non sarà più un semplice sfondo ma parte integrante di questi ultimi episodi prendendo vita. A quel punto sarà palpabile però la “fretta” con la quale si è chiusa questa serie con tanta carne al fuoco e poco tempo per arrostire e dare da mangiare al pubblico che farà i conti con lo scontro tra Spadino e Manfredi, l’amicizia e il patto al femminile tra Nadia e Angelica, e l’ascesa di Cinaglia, uno di quei personaggi la cui evoluzione può dirsi compiuta. Potremo dire altrettanto di questo ultimo atto?