Possibile maxi multa per Instagram in Europa: esposti i dati di milioni di minori

La Data Protection Commission ha avviato un'indagine formale nei confronti della piattaforma di condivisione foto e video targata Facebook

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Social network d’elezione per gli appassionati di fotografia e video, Instagram potrebbe ben presto rischiare una vera e propria salassata. Almeno qui in territorio europeo. Stando a quanto si legge sulle pagine del portale Telegraph, la piattaforma di condivisione targata Facebook rischierebbe infatti una multa milionaria nel Vecchio Continente. Il motivo? L’aver probabilmente esposto i dati sensibili di milioni di minori, tanto da far allertare sulla questione anche la Data Protection Commission (DPC) irlandese.

Il problema sarebbe imputabile ad una falla dell’applicazione – disponibile per il download gratuito su App Store e Google Play Store e compatibile con tutti i device iOS e Android in circolazione -, che di recente è stata resa pubblica da un ricercatore americano, tale David Stier. Secondo le sue “indagini” sul caso, oltre 5 milioni di dati personali di minori potrebbero essere stati esposti quando questi hanno impostato il profilo aziendale. Una pratica, questa, assai diffusa su Instagram, in quanto permette di verificare i dati sulla popolarità delle proprie foto e video, così come si può rivelare molto utile per mettere sul piatto informazioni aggiuntive, come sugli invii in Direct o sul numero di visioni.

Il passaggio incriminato si può mettere a punto seguendo una procedura che richiede l’inserimento di dati che vanno ad attestare che l’utente che si sta iscrivendo è effettivamente proprietario di un’impresa. Di conseguenza, Instagram richiede l’invio di dati come il numero di telefono o l’indirizzo email, che sarebbero quindi stati esposti a tutti in modo pubblico. Non solo, già ad agosto lo stesso Stier aveva messo in evidenza un’altra falla di sistema, che evidenziava come tali informazioni fossero presenti addirittura nel codice sorgente di Instagram ed erano chiaramente visibili quando si visualizzava i profili da web e non tramite app.

Non stupisce che la DPC si sia vista costretta a dare il via ad una indagine formale, che dovrà fare chiarezza sull’accaduto ed eventualmente sanzionare a cifre record la compagnia.