Renato Zero: Zerosettanta 3

In attesa di avere Renato ospite in uno dei miei programmi, mi sono guardato la conferenza stampa ed ho capito che la compilation è incredibilmente interessante


INTERAZIONI: 664

Coraggio

Indipendenza

Cuore

Amore

Esempio

ecco alcuni aggettivi che mi vengono in mente quando penso a Renato Zero.

Ha festeggiato il suo 70° compleanno facendosi e facendo un regalo anacronistico in questo mondo in cui la musica è ridotta a mp3 affidati ad algoritmi:

3 album che escono quasi in contemporanea

3 album che sfidano ogni regola commerciale

3 album numerati in senso inverso, come il coro che tutti scandiscono ai suoi concerti per chiamarlo: “Tre, Due, Uno, Zerooooo”

In attesa di interagire direttamente con Renato, collegato con WE HAVE A DREAM un martedì sera o, magari, in diretta nello studio del Premiato Circo Volante del Barone Rosso un lunedì, mi sono immerso nel lungo video della sua conferenza stampa e ne ho tratto questa compilation di Zero-pensiero, incredibilmente interessante. Ho poi, alla fine, messo il video di “L’angelo ferito”, scritto da Renato insieme a Phil Palmer e Numa.

Copio qui sotto, invece, le note che hanno accompagnato l’uscita del primo di questi 3 album, partendo da quello che ha scritto lo stesso Renato:

Mentre scorreva l’inchiostro e le note si rincorrevano nella mia testa, il cuore usciva dalla finestra e corrompeva il tempo, convincendolo a consentirmi di ripercorrere a ritroso tutte le fasi salienti della mia avventura artistica. Quanta sana e bella fatica riaffiora! Un impegno fin troppo arduo, per quell’età. Avevo appena quindici anni e già mi guadagnavo 500 lire cantando per 6 ore consecutive al Ciak di via Torino, a Roma, con un gruppo di 4 amici dall’onesta passione per la musica. Quanto avrei potuto resistere a quello stress e a tutta quella nicotina? Eppure qualcosa m’impediva di distogliere lo sguardo da quel microfono.
Un mezzo talmente efficace per urlare a tutti che non avrei voluto, mai e poi mai, essere messo all’angolo dalla vita. Sentieri impervi per la mia costituzione fisica e fragilità emotiva, a quel tempo: la forza la produce la resistenza e l’insistenza insopportabile dei “soliti idioti”. Una razza dura ad estinguersi…

“Renatino” mi ci hanno chiamato per tenerezza ed affetto. Limitandomi nell’esercitare il diritto di difendermi da un destino avverso e disattento ai miei piccoli, ma necessari bisogni.

Uno fra tutti: la libertà di esprimermi senza censure. L’ho poi fatto, a mia cura e spese, svincolandomi un po’ alla volta da certi brutti regolamenti di una discografia e di una radiofonia che banchettano insieme, a discapito dell’integrità e della genuinità dei malcapitati artisti. Un giro di favori e scambi, al di fuori del privilegiare chi, con coraggio e determinazione, produce cambiamenti significativi nel costume e nella cultura di questo Paese.

Io guardo avanti! Anche se il mio futuro si è andato via via assottigliando, non incidendo però sul mio entusiasmo e sulla mia creatività.

Ecco dunque la mia ultima produzione, tre album: perfetti, per festeggiare le mie stagioni con grande soddisfazione. Quaranta brani, rappresentativi di un trascorso che qui vuole ribadire lo sforzo e l’attenzione verso quella coerenza che mi ha sempre contraddistinto.
Ho approfittato dei momenti di stasi, che ultimamente abbiamo attraversato un po’ tutti, per consolidare rapporti artistici e personali. Operazioni necessarie, da cui attingere materia e valore aggiunto e da trasformare in pagine musicali. Quindi compilation languide e nostalgiche: molto meglio emozioni inedite, se possibile.

C’è sempre tanto da dire, tanto ancora da scrivere. Io ho sempre addosso una certa premura, come se fuori dalla porta ci fosse un esattore, perennemente avido di riscuotere profitti dalle mie esperienze. Forse il funzionario è la mia stessa coscienza. Comunque mi sono speso ancora una volta, più generoso che mai.

Il mio compleanno si festeggia così: con la mia penna ancora calda di scrittura e con il microfono acceso. Poiché mai sazio di ricevere le mie attenzioni.

Tre pubblicazioni separate: settembre, ottobre e novembre, con scadenza al 30 di ogni mese. Per non ingolfare la piazza e per dare respiro ai padiglioni uditivi del mio paziente pubblico.

Argomenti disparati: l’amore qui, ha preteso più spazio. Ma il filo del discorso sono questi miei rumorosi anni, riflessioni e bilanci, tracce del mio passaggio.

Non è vero che sono un cantante.

Non lo sono mai stato.

Un osservatore pensante e parlante, si. Un raccoglitore di anime, con un costante rispetto ed innamoramento verso la melodia.

L’ispirazione stavolta è stata tanta e generosa. Che posso dire… Zero si rinasce!

Renato Zero

Ed ecco le note che Renato ha scritto, brano per brano, dell’album n° 3

IL LINGUAGGIO DELLA TERRA

(L. Vizzini)

Sul pianeta si praticano una miriade di lingue, dialetti ed espressioni gergali, mentre invece il Pianeta Terra si serve di un solo linguaggio. Questa regola però, non è seguita né gradita da tutti gli umani, i quali interpretano tali segnali ciascuno in maniera personale. Ed ecco spiegate incongruenze, fraintendimenti e tantissime lacerazioni tra i nostri simili. In tutto ciò, chi vive in perfetta sintonia con il mondo, di quel prezioso insegnamento, si nutre”.

L’ANGELO FERITO

(Renatozero / P. Palmer / Numa)

Un prototipo di impiegato della Vita, vilipeso e contrastato. Tutto il suo lavoro viene vanificato in questa marcia funebre intrapresa soprattutto dai detentori del potere. O da entità piccole ma fastidiose, che non permettono ai talentuosi – o ai portatori sani di idee – alcuna possibilità di riscatto. Per questi piccoli esseri, il Covid può rappresentare un loro perfetto alleato”.

COME FAI

(Renatozero / P. Palmer / A. Clark)

Beata ignoranza… che sono in molti a ritenere che sia la medicina per tutti i mali. Il non sapere, il non vedere, il non sentire sono sport largamente praticati da noi: “Grida e li svegli. Grida e non sbagli”. Piuttosto che essere doppiati, plagiati o peggio interrotti, meglio mostrare la faccia. E che la mascherina non diventi “un alibi” per non esporsi”.

POCA VITA

(Renatozero / P. Palmer / Renatozero / A. Clark)

Chi ha vissuto tanto, e tanto ha visto e assorbito, è più facile che sia tentato di mettere a confronto periodi, atmosfere e situazioni o la qualità dei sentimenti, e delle persone, nei vari passaggi della vita. Mai permettere alla nostalgia di manipolare il nostro senso critico, di consentire al rimpianto di mettere radici e far sì che vinca il passato. Non tanto sul presente, ma soprattutto sul futuro. Perché ciò determinerebbe una triste, inevitabile, replicazione di noi stessi”.

STAI GIÙ 

(Renatozero / V. Incenzo / Renatozero / P. Palmer / V. Parisse)

…E ci sono gli assenti ingiustificati! L’arte di imboscarsi, per un effetto naturale, non gode di una platea visibile, competente e coraggiosa. Per via che gli eroi quasi mai sono riusciti a raccontare le loro gesta in prima persona. Ma la trincea al momento risulta avara di presenze. Ciò che ha preservato i ragazzi-maturi come me è la militanza, senza limiti d’orario né di durata. Se si possiede determinazione e scatto, questi requisiti possono albergare in noi per sempre e la saggezza è il premio finale dopo la lotta.

Allora? Su la testa!”

PIÙ AMORE

(Renatozero / P. Palmer / A. Clark)

Ecco che nel momento culminante di ogni significativa azione subentra, in molti casi e inspiegabilmente, il blocco. Le nostre potenzialità subiscono un calo significativo. Eppure, tutto sembra stare al suo posto. Prudenza? Timidezza? Pudore? Ma pure, la scarsa autostima? Cosa non ha funzionato? Forse di tutto un po’. Fatto sta che non avevamo previsto quel calo di tono. L’amore è la palestra più specifica per confrontarsi, per capire fino a che punto possiamo risultare capaci, nel saperci offrire agli altri e sentirci soddisfatti di noi. La parola d’ordine resta… più amore!”

CHIEDI SCUSA

(Renatozero / V. Incenzo / M. De Luca)

Nessuno sa esattamente quando scade il contratto d’affitto per l’usufrutto di una piccola porzione di questo pianeta, inclusi: l’ossigeno, il verde, il cielo, i panorami, laghi, fiumi e oceani. E poi ancora, il contatto con le altre specie animali, l’utilizzo del sole, della luna e delle stelle. A parte gli abusivi – spesso non in grado di ripagare una tale ospitalità. Molti altri – furbi, profittatori, piromani ed altri degenerati – eccoli che si applicano per rendere questo paradiso un letamaio. A loro dico: chiedete scusa alla Natura e a voi stessi per non essere riusciti a rappresentarvi con le referenze idonee, per una convivenza pacifica, con l’Universo intero”.

È L’ETÀ

(Renatozero / M. De Luca)

C’è una Signora, che si fa vedere poco. Un po’ taciturna ma con uno sguardo che avvolge e rassicura. È la Madre di tutti, prima ancora della nostra madre terrena. Di rado alziamo lo sguardo, bucando quelle nuvole: al di là di ogni umana e ragionevole comprensione, Lei è lì. Chi non crede, non crederà mai. E chi non crederà mai, si perderà lo sguardo e l’amore di quella Signora”.

INNAMORATO DI ME

(Renatozero / P. Palmer / J. Hinton)

Dopo essermi speso molto bene, negli anni Settanta, Ottanta e Novanta, qualcuno deve avere staccato la corrente ed improvvisamente ci siamo tutti piaciuti un po’ meno, esposti un po’ meno. E quella pazzia sana si è andata così affievolendo… ma io per fortuna mi facevo la corte già da bambino, mi piacevo anche se mi facevo paura, per le mie stravaganti idee e per il modo di mostrarmi in pubblico. Ma l’attrazione è sempre stata forte e costante. Ognuno si dovrebbe innamorare di sé stesso, senza provare invidia e gelosia di sé. Io ne avrei avute di ragioni, per essere geloso di me… mi davo a tutti, e in più con gioia e vanto! Amatevi anche voi… è un’esperienza meravigliosa!”

SOGNANDO SOGNANDO

(Renatozero / P. Palmer / A. Clark)

Sognando sognando, abbiamo fatto un mare di chilometri, restando freschi ed appagati. Il sogno sono le nostre fantasie, le nostre ambizioni. Ma anche le frustrazioni e le paure. Forse si sogna come si vive. Una via di fuga dai fantasmi del giorno? È possibile. Un sogno spesso ci indica soluzioni e aggiustamenti, ci infonde coraggio, addirittura può aprirci gli occhi, rivelandosi nascoste verità. Ma chi non sogna dovrebbe preoccuparsi. Potrebbe significare un mal funzionamento della valvola liberatoria, o una disfunzione del vaso analitico!”

GLI ULTIMI

(Renatozero / P. Palmer / M. Saggese)

Non amano la competizione, anche se si impegnano per un risultato. Prediligono l’ombra ad un sole ruffiano. Si riconoscono al fiuto e si sostengono l’un l’altro. Crescono senza fare rumore e senza sgomitare. Sono rari come la neve nel deserto. Eppure faticano ad essere accettati. Sono gli Ultimi. Forse non ne nasceranno più, sono davvero gli Ultimi. Ma non per importanza”. 

SEDUTO SULLA LUNA

(C. Mattone)

Mi sono cercato per tutto questo tempo… Non ci si conosce, finché non si vive abbastanza per perdonarsi i difetti ed apprezzare i propri talenti.  Distante da ogni paragone o connotazione, la mia forza  è sempre stata quella di non dare mai nulla per scontato. In questo modo mi sono sempre inventato e rigenerato. Mi rifugiavo li: ero quello “seduto sulla Luna”. Contemplativo e visionario.

Se volevate conoscere un alieno, ce lo avete avuto davanti, dal 30 Settembre del 1950”.

E, per finire, i crediti del volume 3 uscito il 30 settembre:

Prodotto da Renato Zero

Per i brani:

L’ANGELO FERITO / STAI GIÙ / PIÙ AMORE / CHIEDI SCUSA / È L’ETÀ / INNAMORATO DI ME / GLI ULTIMI

Arrangiamenti e la produzione musicale Phil Palmer

Per i brani:

COME FAI / POCA VITA / SOGNANDO SOGNANDO

Arrangiamenti produzione musicale Alan Clark

Basso: Paolo Costa

Batteria: Lele Melotti

Chitarre: Phil Palmer

Tastiere e programmazione: Alan Clark

Tastiere: M°Adriano Pennino (nei brani L’angelo ferito, Poca vita, Più amore, Gli ultimi)

Julian Hinton (nel brano Innamorato di me) Max Minoia, Primiano Di Biase

Percussioni: Luís Jardim

Violini e banjo: Geoffrey Richardson (nei brani Chiedi scusa, È l’età)

Cori: Silvia Aprile, Claudia Arvati, Serena Caporale, Frankie Lovecchio, Fabrizio Palma, Michele Ranieri, Riccardo Rinaudo, Rossella Ruini, Jamie Squire (nel brano Come fai)

Armonica: Gianluca Littera (nel brano Seduto sulla Luna)

Registrato presso il Biscuit Studio di Roma da Max Minoia

Il basso e la batteria sono stati registrati presso il Drumming Room Studio di Usmate-Velate (MB) da Carlo Miori

La voce di Renato Zero ed i cori sono stati registrati presso lo Studio Ovale di Roma da Maurizio Parafioriti

Per i brani:

IL LINGUAGGIO DELLA TERRA / SEDUTO SULLA LUNA

Arrangiamenti produzione musicale di M° Adriano Pennino

Basso: Paolo Costa

Batteria: Lele Melotti

Chitarre elettriche: Maurizio Fiordaliso

Tastiere e pianoforte: M° Adriano Pennino

Chitarre acustiche: Adriano Martino

Orchestra: Orchestra Italiana del Cinema scritta e diretta dal M° Adriano Pennino

Le chitarre acustiche sono state registrate presso il Sun Shade Studio di Roma

Le tastiere e le chitarre elettriche sono state registrate presso il Pennylane Studio

Il basso e la batteria sono stati registrati presso il Drumming Room Studio di Usmate-Velate (MB) da Carlo Miori


L’Orchestra Italiana del Cinema è stata registrata presso l’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricore” di Roma da Maurizio Parafioriti, supervisor Danilo Madonia


La voce di Renato Zero è stata registrata presso lo Studio Ovale di Roma da Maurizio Parafioriti

Mixato presso lo Studio Ovale di Roma

Ingegnere del suono: Maurizio Parafioriti

Masterizzato al Bernie Grundman Mastering Studio di Los Angeles da Patricia Sullivan

Produzione esecutiva, management e consulenza legale: Avv. Simone Veneziano per Tattica s.r.l.

Artist Assistance: Mariano Mariani

Coordinamento di produzione per Tattica s.r.l.: Andrea Rinaudo, Valentina Muro, Arianna Verginelli
Artwork ed elaborazioni grafiche: Paolo De Francesco

Opera inserita in immagine di copertina: Valeria Corvino

Dovendo segnalare questa opera importantissima e unica nell’intero panorama musicale, non solo di oggi, mi sembrava doveroso essere così dettagliato.

Aspettando il volume Due che uscirà il 30 ottobre.

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