La pizzeria di Chicago citata in Emily in Paris offesa dalla serie: “Non è divertente, c’è una pandemia in corso”

Il caso della catena di pizzerie di Chicago citata in Emily in Paris che replica al commento denigratorio contenuto nella serie


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Alla fine non saranno solo i francesi ad indispettirsi per i tanti stereotipi con cui sono raccontati in Emily in Paris. Anche negli Stati Uniti qualcuno ha avuto da ridire su come la serie di e con Lily Collins, arrivata su Netflix questo mese, abbia elargito giudizi superficiali per bocca dei suoi personaggi.

La nota catena di pizzerie Lou Malnati, citata nel primo episodio della serie, ha replicato sui social e con una nota stampa alla battuta che nel primo episodio di Emily in Paris etichetta la famosa deep-dish pizza (una tipologia specifica nata a Chicago, con impasto dai bordi molto alti cotto in teglia e riempito di sugo e formaggi) come una “quiche di cemento“. A definirla così nella serie è il proprietario dell’agenzia di marketing parigina in cui la protagonista, originaria di Chicago, si ritrova a lavorare come consulente. E a quella definizione della pizza americana fatta dal suo interlocutore francese, proprio la protagonista risponde: “Oh no, devi essere andato da Lou Malnati“.

Ecco, il franchise di pizzerie con oltre 60 sedi in diversi Stati americani non ha gradito l’accostamento del proprio marchio ad una definizione sprezzante del suo piatto più celebre. E ha risposto per le rime, rimproverando agli sceneggiatori la scarsa sensibilità di denigrare un marchio in un momento storico di crisi economica profonda. “Serviamo il Deep Dish preferito di Chicago dal 1971. Quando gli scrittori di Emily a Parigi di Netflix hanno scelto di provare a far ridere i cittadini di Chicago e la nostra pizza, ci è sembrato senza cuore e non divertente nel bel mezzo del Covid-19“, si legge in un comunicato diffuso in rete dopo pochi giorni dal debutto della serie su Netflix.

La catena di pizzerie Lou Malnati ha aggiunto di essere “sempre la prima a partecipare a chiacchiere bonarie con gli amanti della pizza di New York o della California“, ma di aver trovato il commento della protagonista di Emily in Paris “particolarmente scortese nello screditare chiunque durante questi tempi difficili, visto che la maggior parte dei ristoranti fatica a resistere“.

Malnati ha anche usato un meme per rendere più chiaro il concetto, adeguandosi allo stile di comunicazione social adottato e propugnato dalla protagonista della serie, un’esperta di comunicazione su Instagram.

Che Emily in Paris fosse un’insalatona di cliché dall’aspetto accattivante lo avevamo già sottolineato ampiamente nella nostra recensione. Quello di Malnati è un esempio particolare che può anche essere considerato un legittimo esercizio di diritto di critica (è anche vero che oggi è difficile fare ironia su qualcosa senza offendere nessuno), ma a voler considerare la serie nel suo insieme il problema maggiore è che è tutta basata su stereotipi contrapposti tra loro.