The Umbrella Academy 2 su Netflix è un viaggio ambizioso negli anni ’60 tra razzismo, omofobia e follia (recensione)

The Umbrella Academy 2 debutta su Netflix il 31 luglio, ma noi di OM abbiamo visto in anteprima tutti gli episodi della nuova stagione: ecco la recensione

The Umbrella Academy 2

INTERAZIONI: 705

Un salto negli elettrizzanti anni Sessanta: così ritroviamo la famiglia Hargreeves all’inizio di The Umbrella Academy 2. Dopo gli eventi della scorsa stagione, Numero Cinque ha teletrasportato i suoi fratelli indietro nel tempo per sventare l’apocalisse scatenata da Vanya. Il nuovo ciclo di episodi debutta su Netflix il 31 luglio, ma noi di OM abbiamo visto in anteprima tutti gli episodi di The Umbrella Academy 2 e possiamo dirvi questo: preparatevi a una stagione più complessa ma decisamente più interessante.

Lo scorso anno, la serie tv, basata sull’omonimo fumetto di Gerard Way e Gabriel Bá, aveva iniziato a delineare le personalità dei protagonisti, i fratelli Hargreeves, ciascuno dotato di un poter fuori dal comune. Così come avevamo appena conosciuto Reginald Hargreeves, eccentrico miliardario che li adotta, addestrandoli nella sua speciale accademia per supereroi.

The Umbrella Academy 2 alza la posta in gioco. A complicare le cose, una nuova imminente apocalisse. Viste le premesse, c’era il timore che la seconda stagione ripetesse i meccanismi del primo capitolo. Invece, The Umbrella Academy 2 trova uno stratagemma per rendere la narrazione più elastica e meno ripetitiva. Con il viaggio indietro nel tempo, Cinque scopre che i suoi poteri non sono così funzionanti. Infatti, i fratelli verranno distribuiti in diverse annate comprese dal 1960 al 1963, a ridosso dell’omicidio di JF Kennedy. Questo ci dà l’occasione di esplorare Vanya, Klaus, Allison, Luther, Diego, Cinque e perfino il fantasma Ben, singolarmente, capendo in che modo se la stanno cavando in quell’epoca così lontana. Anche stavolta, a Cinque (Aidan Gallagher) spetta l’ardua missione di riunire la sua famiglia e sventare (ancora) la fine del mondo.

Gli anni Sessanta sono l’occasione per mettere in gioco tematiche scottanti come il razzismo e l’omofobia, che riescono a intrecciarsi perfettamente alle storyline dei protagonisti. Klaus (Robert Sheehan) resta il personaggio meglio sviluppato, capace di provocare sia adulazione che pietas. Eccentrico, sgangherato, Klaus mostra anche un lato tenero e delicato in una storia che piacerà ai suoi fan. Allison (Emmy Raver-Lampman) cresce, e il suo arco narrativo merita estrema attenzione dato che si trova coinvolta nei movimenti per i diritti civili – una trama che rispecchia molto le manifestazioni attuali per il Black Lives Matter. La timida Vanya di Ellen Page conquista piena fiducia in se stessa; Ben (Justin H. Min) non è più solo l’ombra di Klaus, e avrà modo di dimostrarlo nel corso della stagione; Diego (David Castañeda) sembra quello più sofferente, mostrando un altro lato di lui che non conoscevamo; invece, Luther (Tom Hopper) è ancora un personaggio sterile, a volte messo in scena giusto per occupare uno spazio.

La prima stagione aveva solo grattato la superficie di questa famiglia disfunzionale. The Umbrella Academy 2, invece, si trasforma in un viaggio ambizioso all’insegna dell’amore, del perdono e della scoperta. Il gruppo è più compatto e dimostra una maturazione non indifferente. Una prova di come i legami familiari non sono sempre una questione di sangue. Non manca la giusta dose di follia con scene action entusiasmanti, sempre accompagnate da canzoni d’epoca tutte da ballare.

Ci sarebbe ancora molto da dire su The Umbrella Academy 2, ma non per non rovinarvi la sorpresa, ci fermeremo qui. L’attesa ne vale la pena per tuffarvi in una seconda stagione energica che non darà un attimo di respiro.