Multa AGCM a TIM: colpevole ritardo per discriminazione IBAN stranieri

AGCM multa TIM per 500 mila euro per la questione della discriminazione degli IBAN esteri

TIM

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Dopo avervi parlato delle multe comminate dal Garante per la Privacy a Wind e Iliad (18 milioni di euro in due, anche se quella ricevuta dal quarto operatore nazionale non raggiunge da sola il milione), ecco arrivare la notizia di una nuova ammenda, questa volta predisposta da AGCM ai danni di TIM. La sanzione ammonta a 500 mila euro, e si ricollega ad un fatto risalente ad aprile 2019, che vede coinvolti anche altri gestori telefonici italiani.

Come si può leggere dal bollettino ufficiale dell’organo preposto, si parla di discriminazione degli utenti per aver loro impedito la domiciliazione delle offerte sui conti correnti con IBAN straniero. Per queste ragioni, l’AGCM ha comminato a Vodafone, Wind e Fastweb il pagamento di multe dal valore complessivo di 2,2 milioni di euro, ordinando a TIM di omologarsi, entro 60 giorni, per evitare in futuro l’adozione di tali pratiche discriminatorie. Da allora è passato più di un anno, e le misure di TIM non sono state attuate con la puntualità richiesta. L’Antitrust sottolinea il giusto comportamento del gestore blu per quanto concerne le offerte di rete mobile, in rapporto alle quali non si registrano inadempimenti (non c’è più stata discriminazione per la domiciliazioni sui conti correnti con IBAN stranieri in quanto TIM permette tale pratica solo attraverso i punti vendita).

Lo stesso purtroppo non si può dire in relazione alla rete fissa: il canale online, difatti, nel periodo compreso tra giugno 2019 e fine febbraio 2020, è emersa la mancata realizzazione della procedura richiesta, da gestire in assoluta autonomia da parte degli utenti, così da omologare il meccanismo con quanto solitamente avviene per gli IBAN italiani. Per AGCM il ritardo accumulato è da considerarsi una colpa, e da qui la sanzione comminata a TIM (da fine febbraio di quest’anno è decaduta la discriminazione tra IBAN esteri ed italiani, a prescindere dal canale utilizzato per l’espletamento della pratica).