Huawei resiste al ban USA: la risposta arriva dai processori

Non se ne sta a guardare Huawei: arriva la reazione al prolungamento del ban USA

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Huawei pare abbia pensato di rivolgersi a Samsung Electronics e SK Hynix per la fornitura di processori, imbastendo con le aziende una collaborazione a lungo termine, in modo da difendersi dalla decisione presa dal governo americano di prolungare di almeno un altro anno il ban USA (cosa che metterà di certo pressione a TSMC, rendendo più difficolte le attività di partnership con l’OEM cinese). Come riportato da ‘Huawei Central‘, la società cinese, dal canto suo, già è tra i cinque più grandi clienti di Samsung e SK Hynix (ogni anno il produttore di Shenzhen spende presso le due realtà circa 8,1 miliardi di dollari in chip di memoria flash DRAM e NAND).

Di recente Huawei si sarebbe avvicinata anche a MediaTek. Stando alle indiscrezioni di cui si è fatto portavoce il leaker RODENT950, i Huawei Mate 40 potrebbero essere spinti da un processore diverso dal solito: ci si aspettava di vedere a bordo della prossima serie Mate il Kirin 1020, invece forse sostituito dal Kirin 1000, CPU realizzata da TSMC (prodotta con tecnologia a 5 nm e comprensiva del supporto al 5G).

Nel giro delle settimane seguenti ne sapremo sicuramente di più su tutta quanta la faccenda. Per adesso basti sapere che Huawei si sta muovendo bene (sarebbe stato impensabile concepire fosse rimasta ferma al palo nonostante il prolungamento del ban commerciale degli Stati Uniti di almeno un altro anno), tenendo al meglio possibile il contraccolpo subito a seguito delle misure restrittive del governo statunitense (che purtroppo non vuol proprio sapere di adottare misure distensive per cercare di recuperare i rapporti commerciali con Huawei, almeno per il momento). Non possiamo sapere, per lo meno non ancora, se le cose cambieranno in futuro: per adesso non possiamo che accettare la realtà vigente, che poco ci piace.