La tassa Covid sugli scontrini non è una bufala: la mossa di parrucchieri ed estetisti

Contributo imprevisto sui documenti fiscali, la denuncia dell'associazione Codacons

tassa Covid sugli scontrini

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Nelle ultime ore si è fatto un gran parlare della tassa Covid sugli scontrini (soprattutto) di estetisti e parrucchieri. Qualcuno avrà pensato immediatamente ad una bufala, alla pura invenzione di qualche buontempone intento a creare polemica. Eppure, per questa volta, siamo al cospetto di una notizia reale purtroppo. Più di qualche commerciante avrebbe imposto ai suoi clienti una maggiorazione del prezzo del suo servizio, giustificandolo come contributo alle misure anti-pandemia.

La denuncia proviene dall’associazione Codacons ma ed in particolare è stata ripresa anche da IlSole24Ore. Le testimonianze sono schiaccianti. Nel corso dei primi giorni di apertura dei saloni di parrucchieri, dei centri estetici ma anche di qualche studio dentistico, proprio sulla ricevuta fiscale dei clienti è comparsa una tassa Covid. La sua presenza è stata spiegata con la necessità di ripagare le spese sostenute per la sanificazione degli ambienti prima delle sedute e comunque sempre tra un cliente e l’altro.

Naturalmente, non tutti gli esercenti d’Italia stanno applicando la tassa Covid sugli scontrini ma le segnalazioni al riguardo non sono poche. L’importo del contributo non è inferiore ai 2 euro e in genere non supera i 4 euro. Sempre il Codacons denuncia che oltre all’introduzione di questa voce inaspettata nel documento fiscale, tanti consumatori si sarebbero visti anche maggiorare i prezzi di alcune prestazioni. Tornando all’ambito dei parrucchieri, il costo medio di un semplice taglio sarebbe stato maggiorato da 20 a 25 euro. Si tratta dunque di un rincaro calcolato del 25 % che pesa non poco sulle tasche degli italiani.

Per finire, sempre il Codacons sottolinea come la tassa Covid sugli scontrini resta un sopruso nei confronti dei clienti. Questo soprattutto perché il decreto Rilancio riconosce un credito d’imposta del 60% per le spese sostenute nel 2020 proprio per la sanificazione e pure per eventuali interventi per rispettare le misure contro la pandemia.Insomma, il rincaro di prezzo del servizio resterebbe ingiustificato e superfluo.