45 anni fa usciva Today di Elvis Presley, un faro rock’n’roll in un mondo dominato dalla disco

Elvis Presley era già The King e per questo poteva permettersi di non seguire la tendenza: in Today rese tributo ai suoi brani più amati


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Today di Elvis Presley era quel disco mediocre che tuttavia, nel contesto storico di quel 1975, arrivava per riportare tutti alle radici del rock’n’roll mentre nel mondo si affermava sempre di più la disco music. Il Re era sempre più nudo e stanco, ma aveva ancora tanto da fare e da dire. Due anni dopo avrebbe lasciato questo mondo, ma non prima di aver messo su un disco in cui coniugava la sua passione per il rock con la più classica delle ballate.

Gli anni ’70 del Re

A partire dagli anni ’70 il declino di The King aveva preso piede: Elvis era sempre più tallonato da quel glaucoma che peggiorava con le luci di scena. Nel 1973 era finito il suo matrimonio con la moglie Priscilla e il suo corpo chiedeva sempre più farmaci, tranquillanti e anfetamine. Il contenitore perfetto, statuario e divino si era gonfiato, sorrideva di rado e mangiava tanto in quel che aveva tutti gli aspetti di un processo di autodistruzione.

La Memphis Mafia, ovvero gli elemento del suo entourage, pubblicarono un libro dal titolo Elvis, cosa è successo? con il risultato di un ritratto di The King come un uomo abbandonato a se stesso e proiettato verso una fine indegna. Il mondo di Elvis sfuggiva dalle mani di Elvis stesso.

Quella stessa Memphis Mafia, nel 1967, ricevette una telefonata da Elvis Presley mentre il Re stava rientrando a Memphis a bordo del suo bus dopo aver recitato in un film. La voce di Jailhouse Rock, quella notte, stava ascoltando la radio e si imbatté nella hit Green Green Grass Of Home di Tom Jones. Quella canzone gli piacque così tanto che telefonò alla sua crew per chiedere di contattare quella stazione radio e pregarla di trasmettere il brano tante volte.

Today di Elvis Presley

8 anni dopo Green Green Grass Home di Tom Jones fu scelta da Elvis come brano di chiusura di Today, terzultimo disco di The King nonché uno degli ultimi esempi dello stato d’animo di un artista rivoluzionario. Erano passati tanti anni da quando Elvis partì alla conquista del mondo diventando una leggenda già dalla giovane età. Amava il blues, amava il rock e amava il gospel e il suo merito fu aver unito questi tre mondi un un dopoguerra in cui tutto il mondo voleva sognare a occhi aperti.

Era il 10 marzo quando per Today di Elvis Presley iniziarono le registrazioni negli RCA Studios di Hollywood, e i lavori si conclusero il giorno 12. Due giorni di lavoro per dieci tracce che diventarono un disco che partiva con il rock’n’roll e terminava con quel ricordo di quel 1967 in cui scoprì la hit di Tom Jones.

Partiva con il rock’n’roll perché TROUBLE era un brano che riprendeva i canoni di Elvis: adrenalina, movimento e brio, e proprio per questo restituì al Re un posto di prestigio nella top 40 statunitense, ma fu con la sua cover di Green Green Grass Home di Tom Jones che Elvis Presley si riprese i vertici delle classifiche del Regno Unito.

Altre cover costellavano la tracklist: c’erano la bellissima And I Love You So di Don McLean, Piece Of My Life di Troy Seals e Bringing It Back di Greg Gordon, scelte personali che Elvis Presley scelse personalmente per rendere tributo alla musica che amava. Forte, dunque, era la presenza melodica nel mood del disco e proprio come era accaduto per il precedente The Promised Land si respirava tutto il tormento interiore di un artista che faceva fatica a vedere la luce.

Per questo Today di Elvis Presley viene ricordato come l’ultimo disco registrato in uno studio: The King accettava di cantare soltanto sul palco e si dimostrava sempre più insofferente verso gli studi di registrazione, tant’é che dopo Today spostò i lavori direttamente nella sua tenuta a Memphis, più precisamente nella jungle room.

Ancora oggi si parla di Today di Elvis Presley con un certo imbarazzo: non è ammissibile, in effetti, parlare di mediocrità quando si tratta di The King e tuttavia il disco è minuzioso nella qualità dell’audio, degli arrangiamenti e nella scelta dei brani.

I più appassionati dicono che Today di Elvis Presley sia un disco sottovalutato, e non hanno torto: forse non è il capolavoro che fu Elvis Presley (1956) che addirittura ispirò la copertina di London Calling dei Clash, ma di certo dimostrò quanto fosse importante un maestro d’arte come il Re in un mondo che veniva dirottato verso la dimensione più commerciale della musica.