10 curiosità su The Last Dance, la nuova docuserie Netflix su Michael Jordan e i Chicago Bulls

Sicuri di sapere tutto su Michael Jordan e i Bulls? I veri appassionati possono mettersi alla prova con la docuserie The Last Dance su Netflix.

The Last Dance su Netflix dal 20 aprile

INTERAZIONI: 43

Ad accompagnare gli appassionati di sport – e leggende sportive – in queste lunghe settimane di isolamento è finalmente arrivato The Last Dance, appuntamento settimanale con Netflix in cui si osserva la corsa di Michael Jordan e dei suoi Chicago Bulls verso la conquista del sesto titolo NBA nel 1998.

La docuserie, su Netflix dal 20 aprile con i primi due episodi – e con due episodi inediti ogni lunedì fino al 18 maggio – è diretta da Jason Hehir (The Fab Five, Chicago Bears 1985, Andre the Giant) e prodotta da Mandalay Sports Media in collaborazione con NBA Entertainment e Jump 23.

Il suo scopo è svelare agli appassionati i momenti sportivi più significativi di un’inconstrastata icona del basket e della sua insuperabile squadra. Che servano per convincere a darvi un’occhiata o a scoprire alcune chicche in più su un’insostituibile figura leggendaria del basket, abbiamo raccolto dieci curiosità su The Last Dance, su Netflix dal 20 aprile.

1 – Rievoca un’epoca da record

The Last Dance non è una raccolta casuale della gesta di un’icona del basket e di una delle squadre di maggior successo dell’NBA. È piuttosto uno show ricco di materiali inediti in cui si racconto le imprese di Jordan e dei Chicago Bulls nella stagione 1997-98, anno in cui il team conquista il sesto titolo NBA in otto anni.

2 – Ha ottenuto da subito l’ok dei dirigenti

The Last Dance è un progetto dalla gestazione lunghissima. L’ok alle riprese da parte di una troupe cinematografica della NBA Entertainment è arrivato già nell’autunno del 1997 da parte dello stesso Michael Jordan, del proprietario dei Bulls Jerry Reinsdorf e dal coach Phil Jackson.

3 – Non è solo cronaca sportiva

Il focus della docuserie Netflix The Last Dance è la tumultuosa stagione 1997-98, ma non mancano cronache e approfondimenti sull’intero contesto sportivo dell’epoca. Nel corso di ciascun episodio gli spettatori possono accostare un prima a un dopo Jordan, scoprendo dettagli inediti sulle condizioni dei Bulls prima dell’arrivo del grande giocatore e come la sua presenza abbia scatenato una rivoluzione dentro e fuori dal campo.

4 – Non c’è soltanto Michael Jordan

The Last Dance non è un’asettica cronaca sportiva, né una mera celebrazione del suo più celebre eroe. L’intera docuserie enfatizza molto i conflitti e le tensioni che hanno segnato la corsa finale del campionato, e dedica inoltre ampio spazio ai compagni più celebri di Michael Jordan. Si ripercorrono così le grandiose stagioni sportive di Scottie Pippen, Dennis Rodman e Steve Kerr, come anche il coach Phil Jackson. La loro straordinaria unicità emerge dalle gesta sportive e da innumerevoli interviste a rivali ed esperti di basket.

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5 – Esplora un fenomeno mondiale

Michael Jordan e i Bulls degli anni ’90 non erano solo superstar dello sport, ma un fenomeno mondiale, ha dichiarato il regista Jason Hehir. Realizzare The Last Dance è stata un’incredibile opportunità per esplorare l’impatto straordinario di un uomo e di una squadra. Per quasi tre anni abbiamo fatto ricerche in lungo e in largo per raccontare la storia definitiva di una dinastia che definiva un’era del basket e per presentare questi eroi dello sport come essere umani.

6 – È già una docuserie da record

The Last Dance si è svelata su ESPN un giorno prima di sbarcare su Netflix, e proprio sull’emittente sportiva statunitense ha fatto registrare numeri da record. I primi due episodi sono stati seguiti da una media di 6,1 milioni di spettatori, 3,5 milioni dei quali fra i 18 e i 49 anni di età. In attesa dei dati sui prossimi appuntamenti, i primi capitoli di The Last Dance sono già i contenuti originali più seguiti su ESPN dal 2004.

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7 – L’aneddoto preferito del regista è stato tagliato

Persino una docuserie in dieci episodi non è sufficiente a offrire una panoramica dettagliata della storia umana e professionale di una leggenda del basket. La conferma arriva dallo stesso regista, Jason Heir, il quale ha ammesso di aver dovuto rinunciare al racconto del suo aneddoto preferito fra le tante vicende narrate in The Last Dance su Netflix.

Durante una recente apparizione al The Dan Le Batard Show with Stugotz, Hehir ha svelato come l’allenatore di Michael Jordan ai tempi del liceo avesse manipolato le statistiche del ragazzo per fare in modo che potesse partecipare a un campo esclusivo ed essere visionato dai coach dei college più blasonati.

8 – Tra i fan c’è “un ex residente di Chicago”

Tra i tanti volti noti che The Last Dance è riuscita a immortalare nella docuserie spicca quello di Barack Obama. A scatenare l’ilarità sui social non è stato però ciò che l’ex Presidente degli Stati Uniti ha avuto da dire sui suoi anni di Chicago e le difficoltà enomiche del periodo, quanto il modo in cui ESPN ha definito il 44esimo POTUS: un ex residente di Chicago.

9 – Non tutti sono stati contenti di partecipare

Se per i compagni di Michael Jordan e i tifosi dei Chicago Bulls le immagini di The Last Dance su Netflix suggeriscono una partecipazione entusiasta al progetto, per qualcun altro non è andata esattamente così. Reggie Miller, in particolare, non ha fatto mistero delle forzature cui è stato costretto a sottostare. Il cestista degli Indiana Pacers ha ammesso di aver guardato controvoglia i primi due episodi della docuserie, e solo dopo esser stato forzato a prendervi parte:

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Mi sono opposto, non volevo, ha raccontato al Dan Patrick Show. Tutti mi dicevano che avrei dovuto partecipare […] e alla fine ho pensato che potesse aiutarmi ad andare avanti […], non volevo che la gente pensasse che fra noi ci fosse una rivalità. Eppure non è un mistero che tra Miller e Jordan non corresse buon sangue. E tutto perché il primo è stato costretto a imboccare molti bocconi amari, essendo uscito sconfitto dagli scontri diretti coi Bulls di Jordan.

10 – Potrebbe ispirare una docuserie su Kobe Bryant

Sulla scia di The Last Dance potrebbe arrivare presto un documentario su Kobe Bryant. Il filmmaker Gotham Chopra ha rivelato a ESPN LA di aver documentato le ultime due stagioni di Bryan coi Los Angeles Lakers insieme a una troupe cinematografica, e di essere aperto alla possibilità di svilupparne un documentario.

Queste le date di uscita dei vari episodi di The Last Dance su Netflix:

Lunedì, 20 aprile – Episodi 1 e 2
Lunedì, 27 aprile – Episodi 3 e 4
Lunedì, 4 maggio – Episodi 5 e 6
Lunedì, 11 maggio – Episodi 7 e 8
Lunedì, 18 maggio – Episodi 9 e 10