La solidarietà corre sulla Rete

La generosità è sempre benefica grazie alle campagne di crowdfunding. Ma quanto trattengono le piattaforme di raccolta fondi?

Coronavirus

INTERAZIONI: 585

La solidarietà, ai tempi di emergenza da Coronavirus, corre sulla Rete con ritmi e donazioni più veloci della luce e si spera possa contribuire ad abbattere l’insidioso e invisibile nemico che si è intrufolato nelle nostre vite. Perché la generosità è sempre benefica. Grazie al crowdfunding e alle campagne di raccolta fondi a favore di ospedali, della ricerca scientifica, della Protezione civile ma anche a favore di categorie sociali più deboli, di aree del volontariato, sono tante le piattaforme online che si stanno contraddistinguendo nel panorama della solidarietà a scopo benefico. Arrivano da ogni parte le sollecitazioni a donare a supporto dell’una o dell’altra iniziativa, spesso “arruolando” testimonial di successo. 

Un esempio per tutti. La coppia di influencer Fedez-Ferragni ha lanciato e raccolto, attraverso la piattaforma californiana GoFundMe, sbarcata in Italia nel 2018, oltre 4milioni di euro da donare all’Ospedale San Raffaele di Milano per costruire in tempo reale un reparto nuovo destinato ai malati da Covid-19.  Le adesioni sono alte perché corrispondono al bisogno di partecipare, di testimoniare solidarietà nei fatti, concretamente, di esprimere la nostra generosità, all’impegno di fare fronte comune per raccogliere in fretta ingenti fondi per la ricerca scientifica in modo di consentire agli scienziati, ai ricercatori di sperimentare possibili vaccini da indirizzare alle strutture sanitarie. Senza dimenticare le raccolte di fondi per dispositivi di protezione, per le attrezzature specialistiche, per il personale sanitario che sta fronteggiando in prima linea e, senza il risparmio delle proprie vite, la difficile emergenza sanitaria. 

Donazioni e solidarietà che devono servire anche a noi stessi, perché sconfiggere al più presto il virus dovrà farci tornare alla “normalità” delle nostre esistenze senza questo terribile lockdown globale.Oltre ovviamente al rispetto dei comportamenti di sicurezza indicati dal Governo e dalle nostre regioni. Infatti, secondo Behonest, la piattaforma digitale che verifica e certifica, in maniera sistematica, la qualità dei dati del sociale e degli attori operanti nel terzo settore, sono circa 1000 le campagne di crowdfunding avviate dall’inizio di marzo. E non è mancato, in questa accelerata e attiva campagna di donazioni, il richiamodell’Antitrust italiana del 22 marzo scorso nei confronti proprio della popolare piattaforma GoFundMe – come riportato da diverse testate, tra cui Il Sole24Ore, la Stampa, il Post, Wired –che ha dovuto fare un vero cambio di rotta sul meccanismo di preselezione della commissione,e cioè di abbassare dal 10% a zero l’importo versato di default alla piattaforma.L’Antitrust ha disposto dunque lasciando piena libertà di scelta al consumatore donante attraverso l’indicazione del valore “zero” che egli potrà modificare. 

Perché il punto è proprio questo: quanto trattengono le piattaforme di raccolta fondi?Essendo il crowdfunding uno dei più efficaci strumenti per offrire il proprio contributo attivo, immediato e trasparente, alle realtà, alle organizzazioni impegnate nella lotta contro il Coronavirus, a maggior ragione diventa essenziale garantire la sicurezza dei propri utenti e la trasparenza nella gestione dei fondi raccolti dalle singole campagne.

Nel vasto panorama ce ne sono alcune che rinunciano alle proprie commissioni di guadagno, lasciando i soli costi di gestione, come il caso DeRev, guidata dal vulcanico Roberto Esposito.E’ una delle prime piattaforme italiane di crowdfunding, oggi leader nelle iniziative di raccolta per progetti civici, culturali e sociali, tanto da essere insignita della qualifica di Digital Democracy Leaders dal Parlamento Europeo in collaborazione con Microsoft. Inoltre è stata certificata da Altroconsumo, come prima piattaforma in Italia, per qualità e trasparenza del servizio. Nel 2017 è stata inclusa dalla Commissione europea tra i 5 operatori di sharing economy più influenti per la capacità di valorizzare individui e gruppi (il cosiddetto empowerment). Può essere utilizzata sia da privati cittadini che da associazioni, imprese ed enti pubblici (è infatti la più usata in Italia da Comuni e Pubbliche Amministrazioni),e può contare su una community di 6 milioni di utenti italiani.

In risposta alle tante richieste che stiamo ricevendo dagli utenti – dichiara Roberto Esposito, CEO di DeRev –  abbiamo deciso che per tutte le campagne di raccolta fondi che puntano a sostenere e finanziare ospedali, reparti di terapia intensiva, Protezione Civile e altre strutture sanitarie impegnate a fronteggiare l’emergenza, rinunceremo alla nostra quota di guadagno, limitando le commissioni trattenute esclusivamente ai costi di gestione”. 

Nel caso delle campagne legate all’emergenza Coronavirus, selezionando la modalità “Keep it All” in fase di creazione sul sito www.derev.com, verrà infatti trattenuta esclusivamente una commissione pari al 3% per i costi di gestione, anziché il 9% generalmente previsto, oltre all’1,5% per la gestione delle transazioni bancarie e delle carte di credito.Ma, a titolo completamente gratuito, DeRev mette a disposizione il proprio team di esperti in comunicazione strategica e crisis management per affiancare tutte le istituzioni nazionali e regionali, i Comuni, le strutture sanitarie e tutti coloro che, in questi giorni, hanno il delicato compito di informare, sensibilizzare e assistere i cittadini nel modo più corretto ed efficace possibile. 

E mai come in questa emergenza sanitaria, circolano non solo pericolose fake news ma si possono camuffare finte campagne di raccolta. E’ dunque necessario che ciascun cittadino, potenziale donatore, faccia opportuni controlli prima di effettuare un bonifico o di autorizzare la donazione con la propria carta di credito. Non smettiamo di essere generosi, ma con la necessaria prudenza, sì.