Buoni spesa dai Comuni per famiglie in difficoltà, come averli

In distribuzione ai vari Comuni italiani i fondi per i buoni spesa, un aiuto per le famiglie in difficoltà

Conte

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I cittadini in difficoltà si sta chiedendo come richiedere i buoni spesa per acquistare i generi alimentari di prima necessità, ripartiti, secondo quanto riportato da ‘repubblica.it‘, in cifre specifiche in base ai Comuni beneficiari. Saranno 55 i milioni destinati alla Lombardia, 50 alla Campania e 43 alla Sicilia (vi abbiamo citato solo le regioni con la scala contributaria più ampia per la compensazione tra reddito pro capite e numero di abitanti), per un totale di 400 milioni.

Il Comune di Napoli, ad esempio, ha riservato alle famiglie bisognose dei buoni spesa di 300 euro per nucleo, a cui bisognerà aggiungere altri 20 euro per ogni eventuale minore con età inferiore ad 1 anno. I titoli di spesa sono stati conglobati dalla somma delle risorse comunali di 1 milione, e dai 7 milioni e 500 mila euro della Protezione civile e dei proventi di donazioni private. Chi può fare richiesta dei buoni spesa al Comune di Napoli? I cittadini residenti in prossimità, senza reddito oppure in gravi difficoltà dopo averlo perso per via dell’emergenza sanitaria da Coronavirus. Non potranno farne domanda i beneficiari di sostegni pubblici, incluso il reddito di cittadinanza.

Come riportato da ‘ilmattino.it‘, la domanda per i buoni spesa dovrà essere inoltrata tramite la compilazione di un apposito modulo, che dovrebbe essere disponibile a breve sul sito del Comune di Napoli, dichiarando di essere in possesso dei suddetti requisiti, e quindi di averne diritto. Lo stesso, più o meno, dovrebbe accadere per tutti gli altri Comuni d’Italia che offriranno la possibilità di usufruire dei buoni spesa per le famiglie in difficoltà, o reddito nulla o perso per via del particolare momento che stiamo vivendo. Nulla a che vedere, lo precisiamo, con la catena di Sant’Antonio diffusa su WhatsApp circa i 200 euro di spesa offerti gratuitamente da rinomati brand, quali Lidl, Conad e Coop, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo: in questo caso trattasi di truffa.