Autobiografia Dell’Uomo Mascherato, il cortometraggio di Nanni Moretti su Instagram è una metafora del tempo che stiamo vivendo

Il regista sta rilasciando a puntate sul profilo social un corto che lo mostra con un'imbracatura che gli copre il volto mentre gira solitario per una città spettrale. È il diario della malattia che lo colpì tempo fa. Ma oggi suona come una profezia dei giorni del Coronavirus

Autobiografia Dell’Uomo Mascherato

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Autobiografia Dell’Uomo Mascherato. Un cortometraggio in 6 parti: con l’accompagnamento di questo scarno post Nanni Moretti una quindicina di giorni fa ha cominciato a pubblicare sul suo profilo Instagram un corto a puntate. Fino a oggi ne ha rilasciate quattro, intitolate “La Città”, “Il Trasloco”, “Le Prove”, “Il Dibattito”. Nella loro natura spiccatamente autobiografica, dato che ne è protagonista lo stesso Moretti, i capitoli rispondono a quel principio diaristico che costituisce uno dei cardini della sua ispirazione d’autore (Caro Diario, Aprile). Ma cosa succede esattamente nell’Autobiografia Dell’Uomo Mascherato?

Autobiografia Dell’Uomo Mascherato: cos’è

Nell’ottobre del 2017 Nanni Moretti fu protagonista, all’interno della Festa del Cinema di Roma, di un incontro a lui dedicato. In quella occasione rivelò di avere sconfitto un nuovo tumore dopo quello che lo aveva colpito venticinque anni fa. E dato che la prima volta la malattia era stata trasfigurata in racconto – l’episodio “Medici” di Caro Diario – anche in questo caso la confessione era stata filtrata attraverso le immagini di un cortometraggio, mostrato in anteprima durante quella serata, appunto l’Autobiografia Dell’Uomo Mascherato. Di cui, se non erro, dopo quella occasione non s’era saputo più nulla.

In questi giorni l’Autobiografia è ricomparsa. Perché proprio ora? Va detto che, in generale, il profilo Instagram di Nanni Moretti è parecchio interessante. Ci si trovano anticipazioni della lavorazione del nuovo film del regista, Tre Piani, che tra l’altro sarebbe dovuto uscire il 23 aprile, cosa ormai piuttosto improbabile. Ma soprattutto, nel tempo, ha assunto la forma di un diario sobrio ma molto personale di “appunti”. Ci sono foto di scena, brani dei suoi primissimi lavori – ad esempio una sequenza del mediometraggio del 1974 Come Parli Frate?, la morte di Fra Cristoforo, da cui si capisce quanto il giovane Moretti, allora poco più che ventenne, fosse influenzato dal cinema di Carmelo Bene –, sequenze non montate di Mia Madre, con un divertito John Turturro.

Un’altra profezia

Poi è stata la volta dell’Autobiografia dell’Uomo Mascherato. L’uomo mascherato è Moretti, che indossa una di quelle protezioni che si usano nelle sedute di radioterapia. Sembra sbucato fuori da un film di fantascienza a basso costo degli anni Sessanta, in cui gli attori indossavano improbabili costumi da due soldi. Non riconosciamo mai il suo volto, ma è inequivocabilmente lui. Con un sottofondo di musica araba, c’è Moretti che vaga in una città spettrale, completamente deserta. Lo si vede affacciarsi al balcone di casa, durante un trasloco. Sembra confinato, impossibilitato a muoversi, tutto ciò che può fare è rimettere mano ai tantissimi diari accumulati in una vita.

Nel terzo episodio è sugli spalti esterni dell’Auditorium di Roma, mentre, solitario e sempre costretto nella bizzarra imbracatura, osserva le prove di uno spettacolo. Nella quarta e finora ultima puntata, “Il Dibattito”, nell’arena estiva del cinema di cui è proprietario, il Nuovo Sacher, assistiamo a un dialogo tra lui e il regista Leonardo Di Costanzo, in occasione della proiezione di un suo film molto bello, L’Intervallo. Si parla di Napoli, Di Costanzo dice che ha usato il sonoro in modo da far intuire l’esistenza di una città, “che non vediamo, che resta fuori campo”.

Uomini senza volto e identità, città vuote o invisibili, persone confinate in casa, solitarie, che assistono più che vivere. Non c’è bisogno di aggiungere altro, è chiara la ragione per cui, proprio adesso, Nanni Moretti abbia voluto condividere questo cortometraggio. Attraverso il filtro di sé stesso e della malattia, solo pudicamente intuita, Nanni Moretti con L’Autobiografia Dell’Uomo Mascherato parla esattamente di noi, dell’emergenza Coronavirus, di maschere e mascherine, di questi giorni angosciosi e stranianti. Come in Habemus Papam, ancora una volta, ha azzeccato una profezia.

Gli episodi dell’Autobiografia Dell’Uomo Mascherato

“La Città”

“Il Trasloco”

“Le Prove”

“Il Dibattito”