Il Giorno della Memoria in tv, docuserie e speciali per riflettere sugli orrori del genocidio nazista

La memoria va alimentata: ecco i dettagli sulla programmazione Rai e i materiali più significativi disponibili online per documentarsi sul tema

Il Boia Insospettabile su Netflix

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Le parole dei sopravvissuti sono e rimarranno le testimonianze più preziose per commemorare il Giorno della Memoria, ma letteratura, cinema e televisione possono aiutare a tener vivo il ricordo dell’Olocausto e dei crimini nazifascisti offrendo nuove prospettive dalle quali osservare gli eventi.

Che si tratti di opere di fantasia o rievocazioni di fatti storici, le produzioni televisive incentrate sulla Shoah e la perversa ideologia nazista della quale è frutto mirano anzitutto a due obiettivi. Uno, suscitare l’empatia delle persone nei confronti di propri simili vissuti in tempi non così lontani e vittime di un orrore cieco e insensato. L’altro, dissezionare con lacerante crudezza le dinamiche diaboliche dell’ideologia nazista per prevenirne i rigurgiti.

Dalla tv pubblica alle piattaforme di streaming, ecco alcuni dei materiali disponibili per approfondire il tema dell’Olocausto e riflettere sui suoi tragici risvolti nel Giorno della Memoria 2020.

Il Boia Insospettabile

La docuserie Netflix in cinque episodi Il Boia Insospettabile – The Devil Next Door il titolo originale – ripercorre i passi di John Demjanjuk svelandone i crimini. L’uomo è stato ritrovato nel 1985 a Cleveland, in Ohio, dall’Ufficio statunitense per le indagini speciali (OSI), incaricato di raccogliere prove sulla sua reale identità.

L’immigrato ucraino che per più di trent’anni aveva lavorato in uno stabilimento della Ford, infatti, era accusato di essere il famigerato Ivan il Terribile, sadico guardiano di Treblinka noto per le indicibili torture inflitte ai prigioneri del campo di concentramento.

Il Boia Insospettabile segue le fasi di un processo controverso e combattuto, in cui le parti si scontrano mettendo sul piatto il peso delle azioni di Demjanjuk, le parole dei sopravvisuti, l’influenza di Israele e le scintille tra forze politiche orientali e occidentali.

Ciò che più sconvolge è però la forza emotiva delle testimonianze dei sopravvissuti, convinti di aver davanti proprio il mostro di Treblinka e disposti a rievocare i tragici momenti di cui sono stati protagonisti.

Pur senza sensazionalismi, Il Boia Insospettabile prova a rendere giustizia alle vittime e al contempo espandere le proprie riflessioni a temi etici capaci di oltrepassare il tempo. Si passa così dalle falle del sistema giudiziario alla corruzione delle alte sfere del governo e al lassismo delle istituzioni che rinunciano a pene esemplari per crimini così orribili.

[Aggiornamento 28/01/20]

Approfittiamo di una segnalazione giunta in redazione per riportare una sintesi delle vicende personali e giudiziarie dell’uomo, citando un articolo pubblicato su Shalom.it, il magazine della comunità ebraica di Roma:

La figura di questo terribile assassino fu associata ad un ordinario nonno di origini ucraine, che da decenni viveva tranquillamente nella città di Cleveland, John Ivan Demjanjuk, che negli anni Ottanta, dopo essere stato riconosciuto da alcuni sopravvissuti, venne estradato in Israele per quello che sarebbe stato uno degli ultimi processi contro uno dei peggiori criminali di guerra nazisti ancora in vita.

Un processo che durò anni, dove tra prove documentali e testimonianze dei sopravvissuti di Treblinka, una delle peggiori fabbriche di morte, venne prima condannato a morte per l’uccisione di più di 800mila persone, e poi venne assolto dalla Corte Suprema israeliana visto che il rischio di mandare a morte un innocente per uno scambio di persona era diventato troppo alto, a seguito del ritrovamento di alcuni documenti sovietici dopo la caduta del Muro.

Tornò in libertà, nella disperazione di un popolo intero, che aveva la possibilità di fare giustizia e condannare uno dei peggiori criminali della Storia, riuscire a vendicarsi sul male personificato.

Dopo quasi vent’anni, all’età di 91 anni John Demjanjuk venne di nuovo messo alla sbarra in Germania a seguito di altre prove documentali, condannandolo con oltre 28mila capi d’accusa come collaboratore allo sterminio. Morì prima della condanna definitiva rimanendo quindi quasi del tutto impunito per quanto fece durante la Shoah.

La sentenza della Corte Suprema fece scalpore, ma quanto era giusto rischiare di mandare a morte un innocente? I dubbi sulla sua reale identità era troppi per mandare alla forca un individuo, dove la sua identità era difficile da confermare contro ogni ragionevole dubbio.

In un articolo del 20 gennaio 2020 The Times of Israel rende nota l’esistenza di alcune fotografie di John Demjanuk nel campo di concentramento di Sobibor, nel quale l’uomo aveva sempre negato di essersi trovato. Il materiale sarebbe di proprietà di Johann Niemann, uno degli ufficiali delle SS uccisi dai prigionieri nella rivolta di ottobre 1943. La pubblicazione di una parte di questa collezione fotografica è attesa il 28 gennaio 2020 alla Topografia del Terrore a Berlino e in un libro in uscita lo stesso giorno.

Il Cerchio Magico di Hitler

Fra i materiali da riscoprire in occasione del Giorno della Memoria c’è poi Il Cerchio Magico di Hitler – Hitler’s Circle of Evil –, docuserie disponibile su Netflix. Gli eventi narrati seguono l’ascesa e il declino del Terzo Reich dal punto di vista degli uomini maggiormente coinvolti nelle nefandezze del regime.

C’è spazio per tutti i seguaci di Hitler, da celebrati eroi di guerra nazisti a pazzi disadattati, da semplici arrivisti a perversi strateghi capaci di conquistare la fiducia del Führer.

Nel Cerchio Magico di Hitler rientrano così l’ex allevatore di galline e leader delle SS Himmler, un vero e proprio adoratore del Führer; Rudolph Heiss, fuoriclasse della guerra ma dipendente dalla morfina; il responsabile della propaganda nazista Joseph Goebbels e anche Hermann Göring.

Più che sulle vittime, Il Cerchio Magico di Hitler punta a far luce sui meccanismi del potere nazista che, concentrandosi nelle mani di un solo uomo, costringe i lacchè del capo supremo a giochi di intrighi, tradimenti e brutalità per accapparrarsi le briciole.

La programmazione Rai per il Giorno della Memoria

Anche la Rai, come ogni anno, dedica un’ampia programmazione al tema impegnandovi tutte le reti televisive e radiofoniche. C’è anzitutto il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma anche programmi tv con collegamenti e servizi dai luoghi simbolo della tragedia, come il binario 21 di Milano.

Rai3 dedica spazio a Paola Lasi e al suo Liliana Ricorda, dedicato alla senatrice a vita Liliana Segre (lunedì 27 gennaio alle 15:20). Rai Scuola porta invece la testimonianza di Sonia, l’ultima ancora in vita dei 73 ragazzi ebrei salvati dalla deportazione dagli abitanti di Nonantola. La sua storia è raccontata nel documentario Memorie da Villa Emma (lunedì 27 gennaio, Rai Scuola alle 7:00, alle 11:00 e alle 15:00).

Fondamentale, nel racconto della Shoah, anche il ruolo ricoperto dai Giusti, disposti a opporsi all’orrore prestando aiuto, rifugio e soccorso a rischio della vita. A loro è dedicato il documentario La Memoria del Bene – Alla Ricerca dei Giusti tra le Nazioni (lunedì 27 gennaio, Rai2 alle 23:40).

Introdotto da Ubaldo Pantani, il documentario narra la straordinaria vicenda umana di Moshe Bejski, internato a 21 anni, sopravvissuto grazie alla famosa Schindler’s List e divenuto poi membro della Commissione dei Giusti.

Dura infine un’intera settimana l’impegno di RaiPlay alla commemorazione del Giorno della Memoria. Dal 24 gennaio è presente uno spazio dedicato in homepage, con filmati tratti dall’archivio delle Teche Shoah Storie Italiane, che raccontano l’Olocausto attraverso i campi d’internamento, transito e sterminio operativi in Italia, e anche con documentari, interviste e film.