Me Ne Frego di Achille Lauro a Sanremo 2020 inneggia al fascismo? Le assurde ipotesi a pochi giorni dalla kermesse

Me Ne Frego di Achille Lauro a Sanremo 2020 sarebbe un inneggiamento al fascismo? Il Festival travolto dalle polemiche ancora prima di iniziare

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Me Ne Frego di Achille Lauro a Sanremo 2020 sarebbe un chiaro richiamo fascista. L’assurda polemica è montata sui social e parla di un riferimento al ventennio per il brano che Lauro De Marinis porterà in gara al prossimo Festival condotto e diretto da Amadeus.

La polemica su Me Ne Frego di Achille Lauro

Senza aver sentito una sola parola della canzone in concorso, è quindi questo il progetto di polemica che ha tenuto impegnati alcuni internauti nelle ultime ore, che hanno riempito i social di ipotesi che riguardano le tematiche del brano di Achille Lauro che l’anno scorso incitava all’uso delle droghe più devastanti, mentre quest’anno vorrebbe celebrare la memoria del Duce.

Si legge in uno dei tanti tweet comparsi nelle ultime ore, di quelli che hanno trainato l’indignazione per il titolo del brano di Achille Lauro già portatore dei vessilli di Benito Mussolini in vista della prossima edizione del Festival di Sanremo.

Me Ne Frego inneggia al fascismo?

“Achille Lauro porta una canzone col titolo di un motto fascista tra i più conosciuti, sarò una babbiona ma davvero lo trovo di pessimo pessimo gusto”, scrive un’utente indignata. E ancora: “Vabbè Amadeus, abbiamo capito. Sanremo girerà attorno a Rita Pavone ed Achille Lauro, tutto attorno alle parole sovranista da una parte e fascista dall’altra con una giornalista scomoda come ospite. Rimpiango Pippo Baudo”.

Da decenni, quello che oggi viene definito un impronunciabile motto fascista fa parte dell’esprimersi comune, senza che nessuno di quelli che ne hanno fatto uso fosse accusato di rigurgiti sovranisti come è accaduto in queste ore per il brano di Achille Lauro che s’intitolerà Me Ne Frego.

Sulla questione si è anche espresso Federico Mello, che ha così commentato la scelta di Amadeus di scegliere un brano che ricordava chiaramente uno dei motti impiegati dal Duce durante il ventennio. Ecco le sue parole.

“Sono un fan di Sanremo e mi piace Achille Lauro. Leggo però che il rapper poterà in gara quest’anno un brano intitolato: ‘Me ne frego’. Mi chiedo: davvero? Sul palcoscenico dell’Ariston uno degli motti più noti del fascismo e dei fascisti? Non si onora così la nostra storia”.

Anche Rita Pavone nel vortice della polemica

La polemica sul brano di Achille Lauro si inserisce nel solco di quelle sorte per la presenza in gara di Rita Pavone, considerata vicina politicamente a Salvini. Il suo nome è stato annunciato nella puntata del 6 gennaio de I Soliti Ignoti insieme a quello di Tosca. Le due artiste non comparivano nella lista ufficiale annunciata nel corso dell’intervista a Repubblica e sono state proprio loro a chiudere la lista dei Big portata da Amadeus a quota 24.

Nessuno dei brani è stato ancora ascoltato, ma ampio spazio è stato concesso alle polemiche che poco hanno a che vedere con la musica. Ritenere che il Festival di Sanremo possa occuparsi unicamente di canzoni e musica è ormai un’utopia da tempo, ma negli ultimi anni sembra che si voglia ostinatamente virare verso la polemica politica che gli artisti raramente hanno cercato.

Se il brano di Achille Lauro dovesse essere un inneggiamento al fascismo, eventualità che si può già escludere categoricamente dal momento che la direzione artistica ha già ascoltato tutti i brani, sarebbe di certo imperdonabile. Prima di gridare allo scandalo, sarebbe quindi opportuno ascoltare tutti i brani in gara al Festival di Sanremo 2020.