Spinning Out su Netflix, Kaya Scodelario in una serie coraggiosa tra sport e malattia (recensione)

Passione, sacrificio e tanto dramma: ecco gli elementi di Spinning Out su Netflix, la serie tv sul pattinaggio artistico sulla vita dentro e fuori la pista

Spinning Out su Netflix

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Passione, intraprendenza e molto dramma: Spinning Out su Netflix ha tutti gli elementi per intrattenere il suo pubblico e dare il via a un intenso binge-watching. La serie tv con protagonista Kaya Scodelario (già apprezzata in Skins) è ambientata nel mondo del pattinaggio sul ghiaccio. Ex promessa, dopo una rovinosa caduta che le ha compromesso la carriera, Kat decide di rimettersi in pista diventando la partner del talentuoso Justin. La sfida più grande si affronta però nella vita privata tra dolore, traumi personali e ferite ancora da curare.

Non sarà la serie tv dell’anno, ma Spinning Out su Netflix lascia comunque il segno – del resto è raro trovare un prodotto televisivo su uno sport raffinato e competitivo come il pattinaggio sul ghiaccio. La serie pone al centro tre donne di famiglia: una madre affetta da bipolarismo (January Jones in forma perfetta) che ha dovuto rinunciare ai suoi sogni; Kat (la Scodelario), una ventenne dotata di straordinario talento che teme di diventare come sua madre; Serena (Willow Shields), la sorella minore e stella in ascesa a cui però manca il talento.

Come ogni serie destinata allo streaming, Spinning Out su Netflix impiega un po’ a ingranare e la storia ne risente. Lo show punta ad attrarre un pubblico giovanile e si vede; i dialoghi non sono complessi; spesso si cade nella soap opera, tra trame e sottotrame contornate da melodramma e triangoli amorosi che potevano facilmente essere evitati. Nonostante ciò, si apprezza il coraggio delle tematiche affrontate. I disturbi mentali sono un argomento attuale e scottante che Spinning Out mette in scena senza peli sulla lingua.

Buona la prova di January Jones e Kaya Scodelario, madre e figlia a confronto tra paure, rimpianti e parole non dette. Mentre Carol sembra trovare un certo equilibrio mentale, Kat vive ancora in bilico, tormentata dal suo passato. Unica pecca è l’età che rende poco credibile la parentela: “solo” 14 anni di differenza tra le due attrici. In compenso la storia è avvincente e scorre molto velocemente. Ogni episodio dura quasi un’ora, ma i minuti passano senza accorgersene; merito di una storia che, nonostante il folto cast, riesce a trovare spazio per ogni personaggio.

Non manca la love story. Kat e il talentuoso Justin Davis (Evan Roderick), presentato subito come il classico dei cliché: biondo, bello e don Giovanni. La scintilla scocca dentro e fuori la pista, bruciando però le tappe di un rapporto che forse meritava più approfondimento. Kat pare aver trovato un certo equilibrio al suo fianco, ma l’ostacolo è dietro l’angolo e si dà sfogo a una storia intrisa di melò. Personaggio interessante è invece l’orientale Jenn (Amanda Zhou), migliore amica di Kat e pattinatrice di talento che per tutta la sua vita si è sempre sentita in secondo piano. Ironica, intraprendente, quando viene colpita da una tragedia personale, Jenn perde la fede e inizia a mettere in dubbio ogni cosa, salvo poi trovare un nuovo scopo per continuare a vivere.

In ombra invece la sorellina di Kat. Serena è giovane, ancora inesperta, che a un certo punto comincia a sentirsi di troppo, cadendo vittima della solitudine. Serena è il collante che tiene unite Kat e Carol. Una responsabilità che pesa sulla sua giovane età.

Lo ripetiamo: Spinning Out su Netflix non è la serie dell’anno e contiene molto potenziale sprecato a favore di una storia ricca di drammi. Eppure se ne apprezza il coraggio dei temi trattati. Attraverso queste donne sia forti sia fragili, apparentemente diverse tra loro, la serie riesce a rappresentare il bipolarismo e i disturbi mentali con una delicatezza estrema mai vista prima.