De Ligt fallo di mani-comio. In dubio pro Juve. Basta cavilli: mani in area, sempre e comunque rigore

Tagliamo la testa al toro, in questo caso alla zebra, è mutiamo registro a partire dal tocco di De Ligt finito nel turbine mediatico

De Ligt

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Il fallo di mani è diventato un vero Mani-Comio.  Fioccano le polemiche. La Juve ancora una volta nel mirino. Mettiamoci d’accordo: tocco di mani in area del difensore è sempre rigore.

I tifosi italiani discutono da sabato sera. Il controverso tocco del difensore De Ligt ha scatenato un vero e proprio putiferio nei concitati minuti finali della sfida tra i campioni d’Italia ed un mai domo Bologna.

Sono trascorsi due giorni ma si discute ancora di quanto sia avvenuto nell’area bianconera.  Il contatto di De Ligt è stato vivisezionato in ogni minimo dettagliato. Frame dopo frame. E non si è ancora giunti ad una definizione certissima dell’accaduto.

Un vero e proprio mani-come così come l’ha definito una delle penne più argute del giornalismo italiano Roberto Beccantini.

Basta con queste alchimie bizantine. Il rimedio è semplice: il difensore che tocca di mano in area provoca rigore, sempre e comunque. Altrimenti non finiranno mai le polemiche.

La tanto sospirata prova televisiva, lungi dal chiarire, annebbia ancora di più una valutazione resa complicatissima da una serie di parametri applicativi indecifrabili.  Il caso De Ligt è normato da una serie di paragrafi dove ricorre sovente l’espressione “di solito”. Una vera e propria mostruosità giuridica. Come se nel Codice della strada fosse sancito: di solito passare con il rosso è vietato.

Il malcapitato arbitro , in situazioni come quella generata dall’intervento di De Ligt, si trova a dover verificare una serie di parametri (altezza, posizione, movimento, distanze, prossemica, sviluppo azione…..) complicatissimi e non sempre univoci.

Ed allora cosa succede? Si applica la regola universale: “in dubio pro Juve”. In sostanza si decide a favore della squadra più potente.  Ed essendo la Juve potentissima, amata da metà Italia ed odiata dall’altra metà., le polemiche esplodono dirompenti.

Io credo sempre alla buona fede arbitrale, ma con regolamenti e criteri applicativi così discrezionali è impossibile garantire la serenità del giudizio in casi controversi come quello che ha riguardato il difensore De Ligt e l’arbitro della sfida Irrati.

Propongo un taglio netto. Tocco di mano è rigore. Punto e basta. Senza cavilli ed eccezioni. Così ci mettiamo tutti più tranquilli e la smettiamo di arrovellarci su complotti, favori, sudditanza.