Reggaeton e leggerezza, questo è Twerking Queen di Elettra Lamborghini (recensione)

La giovane cantante esordisce con un disco tipicamente estivo


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Per descrivere Twerking Queen di Elettra Lamborghini serve un drink – sì, di quelli con le cannucce nere e le foglie di menta disposte tra un cubetto di ghiaccio e una scorza di limone – e un paio di piedi poggiati con arroganza su un tavolino di legno, mentre lo sguardo volge al tramonto sul mare, nell’esatto momento in cui la festa comincia. È estate, e nella stagione delle vacanze per antonomasia le fatiche della routine possono considerarsi abolite.

Il piatto ha tutti gli ingredienti del disco mainstream che gli avventori del lungomare sparano dalle casse delle loro auto mentre osservano tonnellate di carne luccicante che scorre sotto il sole con indosso solamente il costume da bagno: la lingua spagnola, il beat reggaeton, il disimpegno delle parole e l’autoreferenzialità continua e martellante in ogni pezzo. Per 10 tracce spinte su ritmo e ostentata sensualità, sentiremo spesso le generalità dell’esecutrice: “Elettra” ora, “Elettra Lamborghini” in altri segmenti.

Twerking Queen di Elettra Lamborghini arriva dopo i singoli Pem Pem, Mala Tócame, e suggella l’esordio discografico dell’ex giudice di The Voice Of Italy, che in questo disco troviamo in compagnia di Guè Pequeno nel featuring di Fanfare e di Sfera Ebbasta in Corazón Morado. No, non è tutto, perché in Tócame troviamo anche PitbullChildsplay, mentre in Te Quemas Elettra ospita MC G15, un cast che non si può immaginare più completo di quello attuale per infilarci nelle infradito e cospargerci di crema solare.

Tra un produttore come Michele Canova (il suo nome è comune denominatore di tanti artisti, da Alessandra Amoroso alla Dark Polo Gang, passando per Baby K e Il Volo) e lo zampino dell’etichetta Billion Headz Music Group fondata da Sfera Ebbasta e Charlie Charles e di cui Elettra fa parte da pochissimo, il disco è ben confezionato per essere una cash machine costruita ad arte ma anche di rilevante importanza.

Tócame, come il titolo suggerisce, è un gioco di allusioni pompato su un beat reggaeton nel quale Elettra sospira e canta il suo desiderio di sentire la pelle di lui. Sul basso moog la giovane nipote di Ferruccio Lamborghini – proprio lui – mescola gli idiomi: “Baby if you want it give to me solo dime que sì” e non si arresta fino a Corazón Morado, il featuring con Sfera Ebbasta che si distingue dalle prime battute grazie all’autotune.

Allo spagnolo di Elettra segue l’italiano di Gionata, che anche in questa occasione manda cuori viola nella chat e paga una corsa Uber alla sua bella, pur di incontrarla. Pem Pem, onomatopea di un incontro sessuale, è scandito dal levare delle chitarre e si tiene ancora sulla linea del reggaeton con il quale possiamo descrivere tutto il disco. Elettra racconta l’uomo che la chiama solamente di notte per fumare marijuana e fare l’amore, e lui e l’uomo maledetto di cui lei ha bisogno.

Fanfare, con Guè Pequeno, è un brano italiano fresco ed estivo, di sicuro il più brioso dell’album, dove il rapper e la “twerking queen” si scambiano parole come “chica” e “mamacita” mentre accolgono l’estate tra rime e immancabili allusioni, le stesse che troviamo ancora più incisive in Fuerte, il brano in cui Elettra taglia corto e dice al suo uomo che non vuole fiori né partecipazioni da parte dei parenti, perché a lei piace qualcosa di forte. La giovane cantante, qui, diventa la “reina latina” che si infiamma senza avere calore quando perde il controllo.

Te Quemas ospita il brasiliano MC G15 per uno scambio di umori tra due Paesi: “Ora stai sudando, immagina senza mutande”, canta Elettra nel ritmo frenetico del reggaeton che continua con Pegaditos, un diario di una notte alcolica che termina con il desiderio di possedersi, e non a caso la parola “tòcame” ritorna a più riprese nel ritornello. Il ritmo si interrompe e la voce distorta ed espansa con delay di Elettra Lamborghini si lascia accompagnare solamente dal levare delle tastiere.

Maldito Dìa è l’unica ballata del disco, con una Elettra tormentata dal desiderio di aver incontrato quell’uomo a cui ora non riesce a resistere. Il levare, più lento di tutte le altre tracce dell’album, accompagna la voce stanca e alterata di Elettra, che tuttavia ritrova serotonina in Ven, una sorta di inno all’orgasmo e all’incontro tra corpi: la cantante invoca l’arrivo di lui per avere un po’ di piacere e per provare l’ebbrezza del profumo della sua pelle.

Mala chiude il disco e offre un ritratto simil-trasgressivo di Elettra: si considera “cattiva”, ha sempre amato la strada e vuole baciare la ragazza di lui, e potrebbe addirittura comprarsela. Nella sua autoconvinzione parla di uomini che non sanno resisterle e della voglia di fare mattina in discoteca. Il disco si chiude così, con la cantante che veste i panni della mina vagante pienamente nel mood dell’estate mondana.

Twerking Queen di Elettra Lamborghini è, fondamentalmente, questo: la semplicità spavalda di una semplice cantante che ha scelto il prodotto commerciale per tuffarsi dalla piscina della TV a quella della musica, aggrappandosi a tutti i canoni del mainstream – il twerking, l’estate, la seduzione e l’ostentazione – con l’ausilio di importanti collaborazioni, senza prendersi troppo sul serio.

Sullo schermo fa twerkare il suo lato B e di fronte a un microfono snocciola i luoghi comuni della mondanità, ed è chiaro che nei suoi intenti – o meglio, negli intenti dei suoi produttori – non esiste una ricerca di una qualche originalità o di un qualche taglio personale.

Twerking Queen di Elettra Lamborghini è il disco da ascoltare con un braccio penzoloni fuori dal finestrino dell’auto che nostro padre ci ha prestato per andare al mare, con gli occhiali da sole a mezzo naso e la borsa frigo piena di energy drink comprati al discount. La forza del disco è la sua prevedibilità, un’audace pubblicazione che arriva in tempo per le nostre vacanze.

Twerking Queen di Elettra Lamborghini potrebbe essere, dunque, il classico disco dell’estate, per l’estate e che forse dimenticheremo quando riapriranno le scuole.