Il grande salto, storia tragicomica di due ladri perseguitati dal destino (recensione)

Non convince la regia di Giorgio Tirabassi per la prima volta dietro la macchina da presa.

Il grande salto

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Rufetto è un poco di buono e insieme a Nello  (compare e complice da sempre), non ne combina una giusta. Usciti dal carcere dopo quattro anni di detenzione, sono alla perenne di ricerca del colpo che gli permetterà di fare “Il grande salto”.

Rufetto, interpretato dall’attore e regista del film, Giorgio Tirabassi, è sposato e ha un figlio con Anna (Roberta Mattei). I tre vivono sotto il tetto dei suoceri che mal digeriscono quel delinquente di Rufetto, ma finiscono per perdonargli tutto, persino il furto della collana di perle della nonna, pur di restare con il nipotino.

Ricky Memphis, nella parte di Nello, è sfortunato anche in amore e proprio non sa come approcciarsi alle donne. Vive in un sottoscala che più che una casa, somiglia a una cella e guarda ogni sera programmi tv educativi prima di andare a letto. Le storie di Nello e di Rufetto sono simbiotiche; i due amici sono gli unici a capirsi e compatirsi.

La sfortuna li perseguita: quando i due decidono di rapinare un banca, scoprono che la banca è solo in costruzione; quando sono pronti a svaligiare un tabacchi, altri due rapinatori li anticipano di poco sul tempo, lasciandoli a bocca asciutta e quando finalmente il boss gli affida un semplice compito, saranno capaci di fallire miseramente.

Il film alterna parti volutamente comiche con altre decisamente tragiche. Emergono  tanti spunti di riflessione, ma tutto è solo accennato. A guardare il trailer ci si aspetta  un film spettacolare dato anche il cast stellare coinvolto; senza dubbio gli attori non mancano, ma la maggior parte di loro -solitamente presenti nel ruolo di protagonisti assoluti della scena- sono poco più che comparse.

Importanti attori ridotti a comparse

A Marco Giallini, nelle parti di un Capo del campo Rom che decide di non ospitare i due fuggiaschi Rufetto e Nello, spettano solo due minuti di scena e poche battute. Stessa storia per Pasquale Petrolo (Lillo) che interpreta Ghigo, Valerio Mastandrea nei panni di un Impiegato delle poste o di Salvatore Striano (nel film il boss Ciletta) l’attore che è stato realmente in carcere prima del fortunato incontro con il regista Garrone. Più fortunati per minuti sulla scena Gianfelice Imparato, il suocero Aldo e Paola Tiziana Cruciani, la suocera Maria.

In conclusione

Il grande salto, arriva per i due sfortunati protagonisti nelle ultime battute del film quando meno se lo aspettano. Non si può dire invece che il salto, da attore a regista, sia riuscito per  Giorgio Tirabassi grazie a questo film. La fotografia non convince e soprattutto l’indecisione sulla strada da prendere sembra  appartenere non solo al personaggio Rufetto, ma all’intero film.