Recensione A Plague Tale Innocence, una peste di videogioco!

L'opera di Asobo Studio ha i colori delle tele dei Maestri Fiamminghi e la cupa potenza narrativa dei Fratelli Grimm

La recensione di A Plague Tale Innocence

INTERAZIONI: 58

A Plague Tale Innocence segna, con la fermezza del fuoriclasse, il punto di svolta per Asobo Studio, fino adesso impegnata con progetti tie-in Disney e Microsoft. La casa di sviluppo francese, con sede a Bordeaux, abbraccia infatti la sua opera più matura. Quella della consapevolezza, capace d mettere in scena un videogioco diverso dalla media. Già solo per la sua ambientazione, che fa da sfondo ad una narrazione in cui morte, disperazione e speranza ballano insieme contorcendosi in un racconto estremamente emozionale. Gli sviluppatori sono riusciti nella lodevole impresa di prendere un’esperienza semplice e trasformarla in qualcosa di memorabile, che sa e vuole superare persino le aspettative più rosee nonché i limiti stessi di una produzione piccola solo all’apparenza. Una produzione che, a conti fatti, ha saputo far sentire assai piccolo il me giocatore, travolto da sentimenti che credevo sopiti e che – incredibilmente! – sono tornati a bussare solo impugnando il mio fedele DualShock 4.

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L’amore ai tempi della peste

Disponibile su PlayStation 4, Xbox One e PC, A Plague Tale Innocence ci catapulta nella Francia del 1348. Un periodo storico nerissimo per il regno d’Oltralpe: la Guerra dei Cent’Anni contro gli inglesi è soltanto all’inizio ma il suo corollario è già evidente, mentre la peste si sta diffondendo a macchia d’olio senza fare distinzioni di bandiera. Uno scenario di sangue e malattia, certamente, ma che sa presentarsi in modo talmente genuino e convincente che nessuno potrebbe riuscire a resistergli. Se poi scegliamo di ragionarci un po’ sopra, allora ci accorgiamo che di un’esperienza così se ne sentiva realmente la mancanza. A Plague Tale è infatti un racconto interattivo volutamente lontano dai tempi dilatati e dalle velleità degli open world, che posiziona il giocatore al centro della scena, senza troppe distrazioni. E in più metteteci un’ambientazione a cavallo fra il realismo più crudo e l’elemento magico, in grado di esercitare un gran fascino, grazie anche alle sfumature horror che ogni tanto spuntano dalle sue gotiche navate.

In questo buio corollario scenico si dipana la storia di Amicia e Hugo De Rune, due fratelli estremamente diversi, dal rapporto quasi inesistente – almeno nelle battute iniziali dell’avventura. Amicia è infatti una adolescente solare, sognatrice e caparbia, educata come una lady ma dallo spirito combattivo assai deciso. Hugo, invece, ha solo cinque anni, e non ha mia visto il mondo esterno, costretto a vivere in isolamento nella sua stanza a causa di un morbo misterioso – che la madre, seguendo i precetti dell’alchimia, sta cercando disperatamente di debellare. La loro vita in un certo modo agiata viene però stravolta dalla mano dell’Inquisizione, e da quella morte che i due piccoli eroi sono costretti a conoscere da vicino fin troppo presto. Indifesi e spaventati, sono costretti a fuggire insieme da una persecuzione serrata e furiosa, rinnegando il loro passato nobiliare e cacciandosi nelle profondità di una grottesca e cruda fiaba dark.

Sopravvivere al basso Medioevo

A Plague Tale Innocence, composto da diciassette capitoli, è di fatto la storia di un legame che si farà indissolubile. Ma anche quella di un basso Medioevo che si presenta ai nostri occhi come un terribile crogiolo di pericoli, forse capace di far scuola a più di una produzione tripla A per la ricchezza della sceneggiatura e per la bellezza di alcuni dialoghi – che per certi versi, e con le dovute distanze, riescono a ricordare l’intensità dell’indimenticabile The Last of Us. Senza poi sorvolare sulla presenza di un antagonista decisamente ben costruito. E se è vero che le situazioni in cui vi ritroverete a giocare sono molteplici, allo stesso modo Amicia e il piccolo Hugo non si ritroveranno sempre a scappare.

Dal punto di vista squisitamente ludico, infatti, il titolo a marchio Asobo Studio è un’avventura in terza persona, caratterizzata da un avanzamento lineare e infarcita con momenti stealth e puzzle solving. Non mancano neppure decisioni cruciali da prendere nel corso del gioco, con un valore effettivo per cui Amicia si troverà a mettere sul piatto la sua stessa anima: fino a dove sarà disposta a spingersi pur di sopravvivere in un mondo freddo e crudele? Nonostante il livello di difficoltà non sia elevato – soprattutto a causa di un’intelligenza artificiale dei nemici troppo basilare, di puzzle mai impegnativi e di un level design spesso non proprio complesso -, è la struttura stessa dell’opera a scongiurare il pericolo noia. Lo ammetto, mai mi sono ritrovato a sbadigliare, al contrario ho sempre trovato l’incentivo ad andare avanti, a prendere per mano Hugo e guidarlo verso l’auspicata salvezza. Il merito va ad un repentino cambio di location e all’aggiunta costante di meccaniche nuove: allo stealth e agli enigmi ambientali si aggiungono spesso dinamiche legate ai personaggi secondari – quasi tutti ben caratterizzati -, che potranno aiutarci in vari modi, utilizzando la forza bruta o la più elegante alchimia.

Fratelli di Francia!

In A Plague Tale Innocence una funzione fondamentale è poi svolta dal crafting, vale a dire quella dozzina di risorse da raccogliere disseminate negli scenari. Queste saranno molto utili non solo per maneggiare le bellezze dell’alchimia – con effettive influenze sul gameplay -, ma anche per migliorare la fionda di Amicia – la sua unica arma – e perfezionare il nostro equipaggiamento di base – come l’ampliamento delle tasche per i materiali e i proiettili.

Non solo, risulta gradevolissima la sensazione di libertà che gli sviluppatori hanno voluto lasciare ai gamer nel loro approccio alle missioni e alla diverse situazioni proposte. Il giocatore ha sempre più di una possibilità a disposizione per procedere; magari il titolo suggerisce quella più semplice e plateale, ma le opzioni non mancano di certo, e cambiare strategia fa sempre piacere. I nostri bersagli saranno principalmente due tipi di nemici e una manciata di boss, ovvero le guardie e i famelici ratti che rappresentano simbolicamente la peste nera. Tutto questo è impacchettato in un comparto audiovisivo affascinante nonostante la crudezza di ciò che mostra. Dai campi di battaglia pieni di cadaveri, al villaggio fantasma dove tutti si chiudono nelle case per paura della peste, fino ai toni più caldi e accoglienti – seppur rari – delle campagne che si estendono davanti a noi, A Plague Tale Innocence si presenta ricco di dettagli che favoriscono l’immersione e danno quel tocco di realismo indispensabile per un gioco che fa della storia il proprio punto di partenza.

Conclusioni

Asobo Studio è un team che per sedici anni ha prodotto soltanto tie-in per Microsoft e Disney, e che oggi esordisce con la sua prima vera creazione autonoma: un action-adventure in terza persona crudo e spietato, a tratti perfino horror . La narrazione e le atmosfere sono il vero punto di forza di A Plague Tale Innocence, accompagnandosi a un gameplay semplice nella struttura (fatto di stealth, azione, puzzle solving) ma funzionale e profondamente interconnesso in tutte le sue parti. Soprattutto nelle fasi iniziali ci sarebbe però piaciuto sentire maggiormente il senso di pericolo nelle fasi in cui Amicia e Hugo erano sotto il nostro controllo, attraverso una difficoltà calibrata un po’ più verso l’alto.

Pro

Contro

VOTO FINALE: 8/10