Frankie Hi NRG con Faccio la Mia Cosa non racconta la sua carriera, ma il prequel

Il rapper ha deciso di raccontarsi in un libro dove ripercorre la sua vita in parallelo con la storia del rap, dell'hip hop, della break dance, delle tecnologie che hanno rivoluzionato la musica e dei writers che hanno iniziato a scrivere sui muri. Seguite i capitoli della conversazione.


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La sua “Fight the faida” è stata votata come miglior canzone rap italiana. Oggi Frankie Hi NRG ha deciso di raccontarsi in un libro dove ripercorre la sua vita in parallelo con la storia del rap, hip hop, break dance, tecnologie che hanno rivoluzionato la musica e writers che hanno iniziato a scrivere sui muri. Al contrario di tutti gli artisti che scrivono biografie, lui non racconta la sua carriera, ma il prequel. Infatti il libro termina con la pubblicazione di “Fight the faida”.

Ho incontrato Frankie a Venezia, in Piazza San Marco, dove mi trovavo con Marco Lodola che avrebbe inaugurato la sua scultura luminosa per la Biennale. L’intervista con Frankie è stata tanto interessante e piena, al pari del suo libro, che ho deciso di pubblicarne una buona parte, suddivisa in 4 capitoli; li troverete qui a partire da oggi fino a giovedì.

“Faccio la mia cosa” capitolo 1 – La nascita dell’Hip Hop.

Sommario del libro dove sono inseriti QR Code che, inquadrati con la fotocamera dello smartphone, generano link di video musicali collegati alla storia che sta raccontando. Frankie spiega il perché di canzoni come “Il vento caldo dell’estate” di Alice. Poi racconta del perché si è avvicinato al rap e come nacque l’hip hop l’11 agosto 1973, in una festa di ragazzini nel Bronx, quando Kool Herg sperimentò una nuova tecnica ai giradischi dove usava solo batteria e giro di basso. Poi un suo amico prese il microfono, che serviva per avvisare gli amichetti che le mamme erano venute a prenderli, e giocò con le parole. Nacque così anche il rap. Poi Frankie accenna all’hit “Rappers delight”. Frase finale: “L’hip hop non ha inventato nulla, ha reinventato tutto”.

 

“Faccio la mia cosa” capitolo 2 – “Fight the Faida” miglior brano di rap italiano

Frankie racconta la genesi del suo storico brano “Fight the faida” che ha influenzato tutta la scena rap italiana. Lo stesso Farbi Fibra ha scritto sul libro:

“Ero a casa davanti alla tv, in piena crisi adolescenziale. Avevo 16 anni, non sapevo cosa avrei fatto nella vita. Erano i giorni in cui, dopo anni passati a fare quello che fanno tutti i giovani, cioè nulla, i miei amici stavano cominciando a pianificare il loro futuro. Quale lavoro avremmo fatto dopo gli studi, questo era l’argomento che mi terrorizzava. Io non avevo progetti, e nemmeno particolari interessi, non seguivo il calcio, non uscivo con le ragazze, non andavo a ballare, ero in cerca di qualcosa che però non stava arrivando. Fino a quel giorno in cui, guardando la tv, appare un tipo che comincia a fare rap in italiano. Non era Jovanotti ma faceva rap in italiano. Io ero sconvolto. Le rime che sentivo non erano dedicate a una ragazza ma parlavano di cronaca con una metrica mai sentita prima, le parole venivano scandite perfettamente catturando tutta la mia attenzione. “Uomini con anime sottili come lamine, taglienti come il crimine rabbiosi oltre ogni limite”. La canzone era “Fight the faida” e il rapper era Frankie Hi NRG MC. Ecco, da quel momento in poi, il rap italiano era la cosa che mi interessava, non pensavo ad altro, volevo imparare a fare le rime come quel ragazzo in tv, che sembrava arrivato dal futuro e che mi aveva cambiato la vita con un paio di strofe”.

Prima di incontrare Frankie, ho scoperto che Filo, il mio regista che faceva le riprese, aveva passato l’esame di maturità in italiano facendo un tema sulla mafia dove aveva copiato il testo di “Fight the Faida”. Così glielo faccio raccontare a Frankie.

 

“Faccio la mia cosa” capitolo 3 – Run DMC, Aerosmith e “Sun City”  

Frankie conviene con me che l’incontro tra l’heavy rock degli Aerosmith con il rap dei Run DMC è stato un momento storico per la musica. Poi il discorso va su un altro episodio ancora più importante, quando i rappers si sono uniti al gotha musicale in “Sun City”. Gli stessi Run DMC, Africa Bambaataa insieme a Bruce Springsteen, Bon Vox, Bob Dylan, Lou Reed, Miles Davis e tanti altri artisti in un progetto, creato da Little Steven nel 1985, per protestare contro l’Apartheid in Sudarica e affermare che nessuno di loro si sarebbe esibito a Sun City, la città di divertimento creata dai ricchi in una nazione di neri imprigionati e sfruttati. Questo boicottaggio fu ignorato solo da Queen, Elton John e Rod Stewart che, incuranti del sanguinoso razzismo che subiva la popolazione, andarono ad esibirsi a Sun City, chiaramente coperti di denaro.

 

“Faccio la mia cosa” capitolo 4 – Perché ho fatto hip hop e questo titolo. 

Cosa ha spinto Frankie a diventare da fruitore e protagonista del rap? E come mai questo titolo per il suo libro?

Red Ronnie

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