Alla conquista del Congresso, storia dell’astro nascente della politica made U.S.A. Alexandria Ocasio-Cortez

Documentario sulla riscossa delle donne, indipendenti, decise a soppiantare l’establishment e pronte a rappresentare i più deboli della nazione.


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Knock Down the House” racconta sulla piattaforma Netflix la campagna elettorale delle candidate alle primarie del Partito Democratico Americano Alexandria Ocasio-Cortez, Cori Bush, Paula Jean Swearingen ed Amy Vilela.

Tutte donne risolute nel portare avanti le rispettive candidature senza alcun grande finanziatore alle spalle: case farmaceutiche, lobby delle armi e dell’industria, ecc. Nessuna di loro ha chiesto alle grandi corporation di finanziare le campagne né tantomeno alcuna lobby ha mai pensato di farlo una volta letto i rispettivi programmi elettorali.

Le candidate sono partite da un dato incontrovertibile e dichiarato nel documentario: al momento delle elezioni 2018, la percentuale degli uomini, bianchi e milionari, presenti all’interno del Congresso americano pesava l’88% sul numero totale di deputati. Di qui l’esigenza di candidature femminili, decise a rimuovere l’influenza del denaro nel partito democratico.

Il documentario di Rachel Lears si concentra su alcune candidate e segue da vicino le loro campagne elettorali. Il nemico di Paula Jean Swearengin è sicuramente l’industria carbonifera e il documentario racconta con le parole di Paula le storie delle persone ammalate nel West Virginia.

Amy Vilela è una madre che ha perso la figlia a causa di cure non repentine ricevute in ospedale. E’ convinta che il sistema sanitario statunitense debba essere riformato e l’accesso alle cure debba essere garantito a tutti, a prescindere dall’assicurazione sanitaria.

Cori Bush viene da Ferguson, dove nel 2015 a seguito dell’omicidio immotivato di un giovane cittadino afroamericano da parte della Polizia, vi sono stati lunghi giorni di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, riportando all’attenzione dei media e della nazione  il tema dei diritti civili, cavallo di battaglia della candidata e della mai risolta questione razziale.

Alexandria Ocasio-Cortez

La protagonista indiscussa del documentario è sicuramente Alexandra Ocasio Cortez, l’unica delle candidate ad esser riuscita nell’intento perseguito.

Il 6 novembre 2018, al termine delle elezioni di midterm, la Cortez, a soli 29 anni, diventa la più giovane parlamentare della storia eletta nella camera dei rappresentanti degli Stati Uniti d’America.

Il documentario di Netflix racconta la storia e la campagna elettorale della Cortez. Nata nel Bronx, figlia di un architetto, prosegue gli studi fino alla laurea per poi tornare e lavorare come cameriera nel Bronx di New York dopo la morte del padre a seguito di una grave malattia. Il suo programma, diffuso a tutti gli abitanti del quartiere è semplice: votate una persona che conoscete, che vive sul territorio.

“Per rappresentare gli interessi dei lavoratori, bisogna eleggere dei lavoratori” è la frase che ripete più volte nei comizi.
Il suo avversario si chiama Joe Crowley, classe ’62, uno dei pezzi grossi del Partito Democratico americano, finanziato da chiunque conti qualcosa nel paese, ma che perderà clamorosamente le primarie con la Cortez a causa della distanza dagli elettori e dai reali interessi del suo distretto.

“Siamo partiti a dicembre con 2 dollari e ci troviamo ora con 2800 dollari” dice la Cortez al momento della presentazione della candidatura. Si tratta solo dell’inizio dell’avventura che la porterà alla Camera dei rappresentanti, vincendo la scommessa su cui nessun sondaggio aveva puntato: si – può – fare.