Il leader dei Cure Robert Smith contro i reali: “Sono dei ca**o di idioti, io sono meglio di loro”

L'imaginary boy si scaglia anche contro i suoi colleghi: "Alcuni di loro accettano onorificenze dalla royal family, questo ti fa pensare"


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A metà strada tra i baronetti di Liverpool e i detrattori conclamati di Johnny Rotten, troviamo la dichiarazione di un infuocato Robert Smith contro i reali d’Inghilterra. Il frontman dei Cure, senza mezze misure, si è scagliato contro la royal family durante un’intervista rilasciata al magazine francese Telerama, ma gli abitanti di Buckingham Palace non sono stati gli unici bersagli della sua invettiva. Smith, matita sugli occhi, capelli cotonati e cuore romantico, questa volta ha mostrato di avere una lingua acuminata in grado di esprimere una rabbia elegante, ma altamente schietta e lontana da metafore.

Lontano dalla poesia di If only tonight we could sleepJust like heaven, le parole di Robert Smith contro i reali hanno fatto fuoco, inizialmente, contro la questione ereditaria: «Qualunque tipo di privilegio ereditario è semplicemente sbagliato. Non è solo antidemocratico, è proprio intrinsecamente sbagliato». In seguito il frontman dei Cure ha spostato il mirino su alcuni colleghi – potremmo dire “illustri” colleghi – macchiatisi nella dignità, secondo la divinità della darkwave, una volta ricevute le onorificenze:

Quello che mi urta è che alcune persone, gente che nel corso degli anni ho ammirato, si sono viste offrire un riconoscimento dalla famiglia reale, dalla monarchia ereditaria, e l’hanno accettata, diventando Lord o Sir. Ti fa pensare. Onestamente, se mi capitasse una cosa simile – e non accadrà mai, perché non me ne vorranno mai dare una – piuttosto che accettare mi taglierei. Come si permettono di pensare di potermi dare un’onorificenza?

Al termine del suo intervento, il frontman e fondatore dei Cure ha scoccato il dardo più velenoso. Le parole di Robert Smith contro i reali, in chiusura, sono state le più dirette e appuntite, se consideriamo che non si è servito di mezzi termini: «Sono molto migliore io di loro, che non hanno mai combinato nulla, sono dei ca**o di idioti».