Il Povero Cristo di Vinicio Capossela disegna la condizione dell’uomo di oggi (audio e testo)

Cristo scende dalla croce ma trova uomini divisi e pieni di rancore, a quel punto rinuncia e torna sui suoi passi


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Il 17 maggio esce “Ballate per Uomini e Bestie”, e Il Povero Cristo di Vinicio Capossela è un assaggio. Alla sua undicesima esperienza in studio, il cantautore di Hannover ci regala una canzone intensa, interamente in acustico e che si configura come un ritratto dell’uomo di oggi. Troviamo un excursus sui grandi temi dell’attualità affrontati con la saggezza di chi, negli anni, ha saputo raccontare con poesia e disincanto la Corea di Sydenham, – Il ballo di San Vito – l’amore tormentato – Scivola, vai via – e la metafora storica – Brucia Troia.

Il Povero Cristo di Vinicio Capossela sa dare voce all’umanoide medio che si illude di trovarsi sulla strada della misericordia e della perfezione spirituale, ma non si accorge di quell’odio e quell’individualismo che lo stanno divorando facendolo diventare un nemico anche per se stesso. Lo stesso Capossela si esprime così: «Cristo incontra l’uomo e si impoverisce fino a diventare il “povero cristo” che, sulla bocca di tutti, si fa sinonimo della condizione umana». “Ballate per Uomini e Bestie” sarà un disco che racconterà la frattura tra le specie e tra l’uomo e la natura, e siamo sicuri che Vinicio saprà trovare le parole giuste.

Il Povero Cristo di Vinicio Capossela è un Cristo che scende dalla croce e, dopo alcuni tentativi, rinuncia a parlare con l’uomo, quando quest’ultimo lo incontra e gli dice di non aver tempo per le prediche. L’adagio biblico “Ama il prossimo tuo come te stesso” non può funzionare, e per questo il Cristo torna sulla croce e sceglie di stare in silenzio. La signora della Terra, ora, è la guerra. L’uomo si accanisce contro i deboli e parla con le bocche dei padroni, e da loro apprende solo l’arroganza.

Il Povero Cristo di Vinicio Capossela si ritira, sconfitto, quando trova uomini incapaci di essere uniti, tranne quando in Cristo trovano un uomo che potrebbe stare in cima alla loro lista elettorale.

TESTO

Il povero Cristo
è sceso dalla croce.
Per prima cosa ha preso
la condizione atroce:
amar la vita è vivere
ed essere felici.
Amar la vita è vivere
sapendo di morire.

Ma invece di un fratello
vedere nel suo simile
il primo da affogare
sebbene un po’ più debole.

Il povero Cristo
ha visto com’è l’uomo
che, povero cristo,
mangia verza e patate.
Intanto chi gli è sopra
si gode ori e alloro
e ammucchia per sé solo
ricchezze smisurate.

Ma appena gliele ha tolte
non divide in uguaglianza,
ma del padrone apprende
il pensiero e l’arroganza.

E intanto nel mondo
una guerra è signora della Terra.

Il povero Cristo
è sceso dalla croce,
si è messo sulla strada
e va ascoltando voci.
C’è chi lo tira a destra,
chi lo spoglia a sinistra.
Tutti lo voglion primo
nella loro lista.
Ma piuttosto che da vivo
a dare il buon ufficio
è meglio averlo zitto
e morto in sacrificio.

E intanto nel mondo
una guerra è signora della Terra.
E intanto nel mondo
una guerra è signora della Terra.

Il povero Cristo
è sceso dalla croce,
e cristo come era
ha incontrato l’uomo.
Aveva un paio di baffi
e un coltello da affilare.
Lo sguardo torvo
non smetteva di sfilare.
Gli ha detto: “Cristo, spostati
e lasciami passare,
non voglio sentir prediche,
ho già molto da fare”.

E intanto nel mondo
una guerra è signora della Terra.

Il povero Cristo
è sceso dalla croce
e ha visto che per l’uomo
non può esserci unità.
Una cosa sola
cattiva oppure buona
ma pezzi frantumati
come è stato creato.

Dovrà sempre mentire
a chi gli sta vicino
perché c’ha dentro il cuore
le stanze di un casino.

E intanto nel mondo
una guerra è signora della Terra.
E intanto nel mondo
una guerra è signora della Terra.

Il povero Cristo
è tornato sulla croce
con il dono che
a tutti qui ha portato:
la Buona Novella,
dove per scritto è messo
“Ama il prossimo tuo
come fosse te stesso”.

Ma troppo era difficile
forse anche oltre l’umano,
così si è ritirato.
All’uomo ha rinunciato.

Una veste di silenzio
si è cucito addosso.
Il povero Cristo
tace, grida all’uomo
a più non posso.