Mercoledì 20 marzo è stato rilasciato il primo teaser trailer di Once Upon a Time in Hollywood, creando, se possibile, ancora più fibrillazione intorno all’attesissimo nono film di Quentin Tarantino. Non ci sono dubbi: Tarantino è la figura più influente del cinema degli ultimi venticinque anni, a partire da quel 1994 in cui il suo secondo film, Pulp Fiction, segnò una cesura nella storia del cinema contemporaneo, per la sua capacità, che ha fatto scuola, di tenere insieme racconto di genere, gusto per lo spettacolo, marcata cifra autoriale, consapevolezza metalinguistica.
Tarantino è il regista postmoderno per eccellenza, ironico e citazionista, cinico nell’uso della violenza ma anche sorprendentemente romantico (Jackie Brown), amante dell’alto e del basso, enciclopedico conoscitore di b-movies, tanto americani quanto europei e soprattutto italiani – western spaghetti, noir alla Fernando Di Leo, film di guerra alla Castellari –, esplicitamente e generosamente omaggiati nel suo cinema. Ed è questo elemento, più di ogni altro, a creare quel consenso globale che gli tributa il pubblico di mezzo mondo. Perché gli spettatori dei film di Tarantino sono esattamente come Tarantino, consumatori bulimici di cinema dotati di una memoria composta quasi esclusivamente di immagini, cui tributano un amore incondizionato e divertito.
Ed ecco che adesso Tarantino regala al suo pubblico un film che si preannuncia incredibilmente eccitante, con Hollywood e il cinema richiamate sin dal titolo, in un vertiginoso gioco metalinguistico al quadrato. Ripercorriamo dunque quello che fino a oggi si sa di Once Upon a Time in Hollywood, che in Italia s’intitolerà C’era una volta a Hollywood. Anzi, a voler essere filologicamente precisi, come si vede anche nelle locandine, vanno aggiunti tre puntini sospensivi: Once Upon a Time in… Hollywood.
La storia di Once Upon a Time in Hollywood
Partiamo dalla sinossi del film, di cui Tarantino come sempre ha scritto anche la sceneggiatura, alla quale ha dichiarato di aver lavorato per almeno cinque anni. Il personaggio principale è Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), che dopo essere stato la star di una serie tv western, Bounty Law, tra il 1958 e il 1963, ha provato a fare fortuna al cinema, insieme all’inseparabile amico e sua controfigura Cliff Booth (Brad Pitt). Le cose non sono andate benissimo, e arrivati al 1969, al crepuscolo della golden age di Hollywood, Rick naviga a vista, attratto dall’Italia dove gli spaghetti western vanno a pieno regime, dando lavoro a tanti attori americani di seconda fila. L’altro dato importante è che la villa di Rick a Beverly Hills è situata accanto a quella della giovane Sharon Tate (Margot Robbie), attrice in ascesa e moglie del regista Roman Polanski, che a Hollywood s’è fatto un nome con Rosemary’s Baby. Ma Sharon Tate, questo è il pezzo di storia vera di Once Upon a Time in Hollywood, insieme ad altre quattro persone il 9 agosto 1969 verrà barbaramente uccisa, all’ottavo mese di gravidanza, da Charles Manson e i suoi fanatici seguaci. Ma che relazione c’è nel film tra Rick, Cliff e Manson?
Il cast
Un cast stellare, come si dice, e corale, per una vicenda che si preannuncia come un’intricata odissea piena di colpi di scena. Il personaggio di Leonardo DiCaprio è ispirato a Burt Reynolds, che inizialmente avrebbe dovuto interpretare il ruolo del realmente esistito George Spahn, poi sostituito da Bruce Dern per la sopravvenuta scomparsa dell’attore. Ed è una parte importante, perché nel ranch di Spahn, affittato come location per film western, si installò Manson insieme alla sua cosiddetta “famiglia”, composta in gran parte da donne soggiogate dal suo fascino, che si concedevano sessualmente all’anziano e quasi cieco proprietario di casa.
Il Cliff Booth di Brad Pitt è modellato sullo stuntman e regista Hal Needham, usuale collaboratore e controfigura di Reynolds. Nel cast anche, oltre a Margot Robbie, Al Pacino come agente di Rick; Damon Herriman nella parte di Charles Manson; Dakota Fanning, membro della “famiglia” di Manson. Molta curiosità c’è anche per il ruolo del compianto Luke Perry, scomparso il 4 marzo scorso, che ha fatto in tempo a ultimare le riprese nella parte di Wayne Maunder, attore di serie tv western tra anni Sessanta e Settanta. E a proposito di figure realmente esistite, ci saranno tra gli altri Steve McQueen interpretato da Damian Lewis, Rafal Zawierucha come Roman Polanski e Mike Moh come Bruce Lee. Con ruoli non ancora specificati, probabilmente dei cameo, sono annunciati molti altri interpreti, tra cui volti iconici del cinema di Tarantino come Tim Roth, Kurt Russell e Michael Madsen.
Le foto di scena e le locandine
Le foto di scena sono state debitamente centellinate dalla produzione. Le due prime immagini, diffuse tra giugno e agosto del 2018, mostrano il look dei tre personaggi principali, l’inseparabile coppia DiCaprio e Pitt, e poi Margot Robbie. Il 25 gennaio 2019 è stata la volta di un articolo in esclusiva di Vanity Fair, con diverse foto di scena, in cui si vede anche Tarantino sul set, che svelano l’impeccabile stile Sixties del film.
In rapida sequenza poi, il 18 e 19 marzo, sono arrivate le prime due locandine, ancora coi tre protagonisti principali In particolare quella che ritrae DiCaprio e Pitt è stata subito bersagliata e parodiata sui social, a conferma del fatto che, nel bene e nel male, non si parla d’altro.
Il sito e il Trailer
Queste poche notizie e immagini si trovano anche sul sito ufficiale di Once Upon a Time in Hollywood. La parte più succulenta è decisamente l’home page, al centro della quale campeggia una macchina per scrivere che, digitando sulla tastiera del computer, si mette a comporre una pagina di sceneggiatura, una scena in esterno giorno che non è una sequenza del film, ma l’inizio del teaser trailer, rilasciato il 20 marzo, che infatti comincia, come recita il testo, con una intervista promozionale girata in bianco/nero e in 16 millimetri di Rick e della sua controfigura Cliff sul set di Bounty Law.
Nel trailer, ritmato dalla versione di Bring a Little Lovin’ dei Los Bravos del 1968 – Tarantino è un maestro nello scovare canzoncine vintage – campeggia la scritta “il nono film di Quentin Tarantino”. La numerazione è importante, dato che più volte il regista ha dichiarato che si sarebbe ritirato dopo il decimo film, e dunque, a tenere fede alle sue affermazioni, questo dovrebbe essere il suo penultimo lungometraggio. Nel teaser, accanto ai tre protagonisti principali e la “famiglia” di Manson, compare anche, con notevole rilievo, Bruce Lee, tra l’altro vestito con la giubba del suo personaggio Kato della serie tv Green Hornet, in cui lavorò tra il 1966 e il 1967 (il che potrebbe anche far pensare che il film non si svolga soltanto nel 1969).
La presenza di Lee si giustifica col fatto che l’attore, prima di diventare celebre, lavorava anche come coach di arti marziali, e a lui si rivolse Sharon Tate per prepararsi a Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm, un film girato nel 1968 accanto a Dean Martin. Lee presenziò al funerale di Sharon Tate, e fu anche una delle persone su cui per qualche momento caddero i sospetti di Polanski dopo la strage, perché disse di aver perduto un paio d’occhiali da sole ed effettivamente degli occhiali furono ritrovati sul luogo del delitto.
Lo stile del trailer è frizzante e pieno di richiami alla cultura pop. Ma si chiude su una nota ambigua, mostrando un Rick/DiCaprio mentre recita baffuto e armato, sinistramente somigliante al Charles Manson dell’epoca. Che ruolo sta interpretando Rick Dalton in quel momento? E perché sembra così teso? L’improvviso cambio di tono fa inequivocabilmente pensare che dietro e oltre la superficie scintillante da commedia tratteggiata dal teaser trailer si annidi un racconto molto più duro e violento, in linea con la tragedia intorno a cui il film ruota.
L’uscita del film e la partecipazione a Cannes
Non è ancora ufficiale, ma ormai è dato per certo che la prima mondiale di Once Upon a Time in Hollywood sarà al prossimo festival di Cannes, come alcune fonti hanno detto a The Hollywood Reporter e come è stato in un certo senso confermato anche dal delegato generale Thierry Frémaux, il quale ha affermato che Tarantino sta lavorando alacremente al montaggio del film per essere pronto in tempo per la kermesse. Sarebbe anche stata indicata una data, altamente simbolica: 21 maggio, vale a dire esattamente 25 anni dopo la proiezione di Pulp Fiction sulla Croisette, dove il film vinse la Palma d’Oro assegnata dalla giuria presieduta da Clint Eastwood. Poi è prevista l’uscita nelle sale, il 26 luglio negli Stati, il 9 agosto nella maggior parte degli altri paesi, nel cinquantesimo anniversario dell’assassinio di Sharon Tate e infine, buona ultima, l’Italia, in cui il film uscirà il 19 settembre.