Gli effetti del documentario Leaving Neverland su Michael Jackson: i provvedimenti del museo dei bambini e di Louis Vuitton

Il documentario che racconta la vita del cantante sarà trasmesso stasera e domani in Italia


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Dopo il lancio del documentario Leaving Neverland, su Michael Jackson, The Children’s Museum di Indianapolis rimuove i suoi oggetti e Louis Vuitton ritira la collezione a lui ispirata.

La presentazione del documentario Leaving Neverland ha riacceso i riflettori sulla vita di Michael Jackson, accusato di pedofilia. Il Re del Pop, indiscusso nella musica internazionale, è stato infatti più volte costretto a rispondere ad accuse di abusi nei confronti di bambini e ragazzi. Il documentario presentato nelle scorse settimane pone nuovamente l’attenzione su questo e porta The Children’s Museum di Indianapolis a rimuovere dall’esposizione alcuni degli oggetti a lui appartenuti.

La portavoce spiega che nelle intenzioni della direzione c’è quella di tutelare il pubblico di visitatori, motivo per cui sono stati tolti gli oggetti in attesa di una valutazione approfondita.
Gli oggetti in questione sono, nello specifico, un cappello di feltro e i famosi guanti bianchi di Michael Jackson.

Dall’esposizione The Power of Children è stato inoltre rimosso un poster autografato. Per il momento, invece, il museo non rimuoverà alcune foto dell’artista presenti in un’esposizione allestita per riprodurre la camera da letto di Ryan White, morto dopo aver contratto l’Hiv in seguito ad una trasfusione.

Dopo la presentazione di Leaving Neverland anche Louis Vuitton ha deciso di prendere provvedimenti e di ritirare la linea di abbigliamento ispirata e dedicata al cantante, presentata nel corso della Settimana della Moda di Parigi, a gennaio. Louis Vuitton non era a conoscenza dell’uscita del nuovo documentario sulla vita di Michael Jackson e ha spiegato di aver preso in considerazione per i capi esclusivamente gli aspetti positivi del suo percorso.

Leaving Neverland sarà trasmesso anche in Italia, su Nove il 19 e 20 marzo. Distribuito da Kew Media Distribution, coprodotto da HBO e Channel 4, il documentario è diretto da Dan Reed e si concentra sul punto di vista di James Safechuck e Wade Robson.