Dopo Al Bano l’Ucraina mette Toto Cutugno in lista nera per presunte posizioni filorusse

I deputati hanno presentato un documento al capo dei servizi di sicurezza: "Il cantautore ha favorito l'annessione della Crimea"


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Dopo l’ostracismo rivolto ad Al Bano l’Ucraina mette Toto Cutugno in lista nera, dunque tra le 147 persone bandite dallo Stato in quanto ritenute pericolose per la sicurezza nazionale. La notizia arriva da un’indiscrezione riportata dalla redazione dell’Ansa che ha sentito al telefono Victor Romanyuk, parlamentare ucraino. Romanyuk si è unito ad altri deputati per chiedere al capo dei servizi di sicurezza (SBU) Vasily Gritsak l’embargo di Toto Cutugno per le sue presunte posizioni filorusse.

Ai telefoni dell’Ansa il deputato Romanyuk ha confermato l’attendibilità di un documento pubblicato il 14 marzo sul quotidiano ucraino Economistua, che afferma: «Salvatore Cutugno sostiene apertamente la politica di Putin, l’annessione della Crimea ed è membro dell’associazione “Amici di Putin”», e la richiesta avanzata dai deputati al capo dei servizi di sicurezza si estende anche al servizio di Guardia di Frontiera dello Stato Ucraino.

Dal momento in cui l’Ucraina mette Toto Cutugno in lista nera il concerto del cantautore de L’italiano programmato a Kiev per il 23 marzo non avrà luogo. Secondo il documento presentato a Vasily Gritsak, il cantante sarebbe un agente di appoggio della guerra della Russia in Ucraina e a più riprese avrebbe manifestato il suo sostegno a Vladimir Putin. Una prova a favore della tesi, in effetti, arriva da un video in cui Cutugno rivolge gli auguri di buon compleanno al leader russo con bacio finale.

Il nome del cantautore italiano era comparso anche in un’inchiesta che trattava, appunto, gli artisti italiani particolarmente apprezzati in Russia, compreso Riccardo Fogli che aveva appoggiato l’annessione della Crimea e aveva festeggiato nel 2014 con un concerto a Sebastopoli, introdotto dall’inno dell’Armata Rossa. Le ragioni per cui l’Ucraina mette Toto Cutugno in lista nera, quindi, sarebbero riconducibili alle sue posizioni pro-Putin e alla sua adesione agli “Amici di Putin”, elementi che lo rendono poco gradito dai parlamentari che ne chiedono l’embargo.