Recensione Devil May Cry 5, un ritorno in grande stile per la serie

Un nuovo capitolo atteso da tempo, e che non ha deluso le aspettative: la pazienza dei fan è stata premiata!

Devil May Cry 5

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Ebbene sì, dopo tanto patire è finalmente arrivato. Sembrava che il destino di Devil May Cry 5 fosse irrimediabilmente segnato, complice la volontà di Capcom di dare nuova verve alla saga ripartendo da zero e gettando nuove basi, nel 2013, con l’esperimento caratterizzato da DMC Devil May Cry. Un tradimento in piena regola dei dettami classici del brand che i fan hanno mal digerito, con le pesanti lamentele che hanno spinto il producer nipponico a tornare sui propri passi e a sfornare un nuovo capitolo a distanza di ben undici anni dal suo predecessore. I risultati ottenuti in questi primi frangenti al box office fanno intuire che questa è la strada giusta per il franchise, che torna sulla scena pronto ad alimentare le voglie dei più maneschi (digitalmente parlando eh, ndr) tra i videogiocatori.

Prima le notizie negative…

È un Devil May Cry 5 che non delude di certo le aspettative quello che ho avuto modo di provare negli ultimi giorni: un titolo perfettamente tarato per soddisfare a tutto tondo i fan storici della saga con un gameplay che definire magnetico è poco. Ma voglio fare il bastian contrario e voglio partire dalle cose che meno mi hanno convinto della produzione Capcom. Non sto parlando certo di bocciature in piena regola, quanto più di piccole ombre che in parte oscurano la magnificenza della produzione. Sproloqui a parte, il cardine cigolante di Devil May Cry 5 è (come ormai consuetudine) insito nella trama: una storia che non convince di certo fino in fondo per profondità, e che di fatto rappresenta sostanzialmente un mero pretesto per cominciare a menare le mani. Le vicissitudini che i protagonisti dell’avventura si troveranno a vivere appaiono in più circostanze alquanto telefonate, ma questo non rappresenta di certo un problema per chi cerca immediatezza ludica piuttosto che monologhi interiori ed esteriori eccessivamente prolissi. Anche le cut scene in alcuni frangenti appaiono fin troppo invadenti, spezzando il ritmo dell’azione: un’eventualità che per fortuna si verifica sempre nei momenti di stanca, al termine di una battaglia bella tosta e nel frangente in cui l’eroe di turno è impegnato a spostarsi da una porzione della mappa a quella successiva.

e poi quelle positive!

Via il dente (o il Dante?), via il dolore. Da questo momento in poi la strada di Devil May Cry 5 è tutta in discesa. Una strada da percorrere nei panni dei tre diversi personaggi che compongono il roster di quelli selezionabili (un roster destinato a espandersi, stando alle indiscrezioni di questi ultimi giorni), rispettivamente l’inossidabile Dante, l’irreprensibile Nero e il misterioso V. Un trittico tanto variegato sotto il profilo somatico – anche se nei primi due casi le somiglianze si sprecano – quanto sotto quello della diversificazione del set di mosse a disposizione: le battaglie del nuovo capitolo della serie Capcom rappresentano il perno fondamentale attorno cui gravita l’intera produzione. Non deludono di certo le possibilità offerte dai tre personaggi in questione: se Dante rappresenta una sorta di tributo alla visione classica della serie, Nero è senza dubbio una piacevole sorpresa. L’utilizzo del Devil Breaker, il braccio meccanico che prende il posto di quello demoniaco, amputato nelle fasi iniziali della storia, garantisce un’ottima arma capace di districare le situazioni più spinose: merito dei diversi modelli di Devil Breaker di cui Nero è dotato (ognuno con abilità specifiche), intercambiabili previa distruzione del modello equipaggiato. Molto più complessa la situazione che riguarda invece V: la sua capacità di controllare tre diverse creature – il pennuto Griffon, la pantera mutaforma Shadow e il mastodontico golem Nightmare – lo rende un vero e proprio flagello per le orde di nemici.

Nel dubbio, picchia forte! (NB: Don’t Try This at Home!)

Un momento fondamentale in cui gli utenti potranno dare libero sfogo alla propria creatività distruttiva concatenando combo su combo e liberando il campo dagli infernali avversari confezionati dal team di sviluppo è senza dubbio quello della battaglia. Tante le possibilità offerte dai diversi set di mosse, liberamente potenziabili sbloccando nuove abilità tramite l’investimento delle canoniche gemme rosse, faticosamente conquistate facendo registrare valutazioni da capogiro al termine dei livelli. Come di consueto infatti le gesta dei giocatori verranno giudicate dal sistema, che provvederà ad assegnare alla fine di ogni missione una valutazione che permetterà di incassare quantitativi molto diversi della valuta interna del gioco. Ovvio quindi che comportarsi come degli acrobati permetterà di progredire con maggiore scioltezza, ottenendo nuovi pattern d’attacco da concatenare per esibirsi in piroette ai limiti dell’immaginazione.

Dal canto loro anche i nemici offriranno pane per i denti degli utenti: si parte dall’immancabile carne da cannone, sostanzialmente vittima sacrificale alle capacità “menatorie” dei più avvezzi al genere, arrivando fino ai coriacei boss di fine livello, croce e delizia della serie. Nulla di insormontabile in questo caso, dal momento che le diverse concatenazioni di mosse nemiche saranno ampiamente leggibili grazie a una fase preparatoria parecchio evidente. In mezzo a queste tutta una serie di avversari adeguatamente diversificati e che garantiranno il giusto grado di diversificazione alla produzione di Capcom.

Bellezza a tutto tondo

Per la gioia dei fan, Devil May Cry 5 non manca poi di soddisfare anche gli occhi: questo nuovo capitolo sfrutta infatti appieno le risorse messe a disposizione dal RE Engine, una vera e propria garanzia in termini quantitativi e qualitativi. I modelli poligonali presentati sullo schermo offrono infatti un livello di dettaglio assolutamente elevato tanto nella riproduzione dei personaggi quanto nelle ambientazioni. Uno spettacolo che non smette di rinnovarsi, stage dopo stage, e che trova nelle animazioni facciali (tralasciando la spettacolare gestione delle chiome) uno dei suoi assoluti punti di forza. La produzione trova poi nel doppiaggio in lingua inglese (sottotitolato in italiano) e nella colonna sonora heavy metal due ottimi compagni di merende, capaci inoltre di garantire la giusta dose di trash talk utile ad accompagnare un’azione mazzulatoria che non le manda di certo a dire. Il tutto in un titolo che tiene compagnia per dieci ore abbondanti, e che offre un elevatissimo grado di rigiocabilità grazie alla possibilità di affrontare nuove sfide a livello sempre crescente. Poco ci ha convinti il supporto online del gioco, che rende in sostanza Devil May Cry 5 giocabile in compagnia seppur con parametri di matchmaking particolari e che di certo non esaltano più di tanto un’esperienza ludica partorita per essere vissuta appieno nella più completa solitudine.

In sostanza è quindi un gioco dal fan service estremo, costruito su misura per gli appassionati della saga e che, presumibilmente, spingerà le nuove leve ad approfondire il discorso recuperando i predecessori. D’altronde il mercato si è affollato recentemente di utilissime remaster, che rendono il compito meno gravoso di quanto si possa pensare.

Pro

Contro

VOTO FINALE: 8.5/10