O’Live ritorna con Conquasso il 15 marzo: “Ho scelto la musica, non ho un piano B” (intervista)

Appassionato di afro ed elettronica, nelle sue produzioni ha trovato la sua vera identità e il giusto ossigeno creativo


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Venerdì 15 marzo il live show O’Live ritorna con Conquasso, nel live show di ORadio che per due venerdì al mese ospita un’ora di esibizione dei producer di musica elettronica più importanti del panorama underground. Al secolo Luigi Pezzulo, 29enne di Vitulazio (Caserta), ha studiato presso la NUT Academy di Napoli, la scuola di specializzazione per le nuove tecnologie di produzione musicale.

Oggi è un DJ e producer e ha firmato diverse tracce presenti sulla piattaforma Beatport. Nel suo EP, “Cereris” (2018) come in “Hannibal” (2018) e in tutte le altre produzioni troviamo un filo conduttore ricorrente come un credo, o come un continuo tributo: le influenze afro ed elettroniche. In entrambe le tracce di “Cereris”, inoltre, compare anche un campionamento del brano La canzone della terra di Lucio Battisti, canzone dal ritmo tribale frenetico dal quale Conquasso estrae la voce per offrire un beat travolgente. Così, la voce di Non è Francesca si lascia accompagnare da bassi, riverberi e pad in un’atmosfera che si può definire mistica e avvolgente.

Club e tribalità sono presenti anche in Errans, singolo in cui compare il campionamento di quello che sembra un canto africano, ma che in realtà è un segmento, una particella, di Dolcenera di Fabrizio De André, in quei primi versi tanto caratteristici e tanto storici: «Amìala ch’â l’arìa amìa cum’â l’é». La sua opera di riadattamento del classico all’afro-tech è il suo marchio di fabbrica, ma anche un suo modo per rendere grazie a tutto ciò che c’è stato prima.

Conquasso fa parte anche del progetto Tonic Wax con l’alter ego di Gino Tonic. Tonic Wax è un progetto parallelo che si muove negli ambienti funk, soul, disco e house e propone l’impiego esclusivo del vinile (“wax” è la parola inglese per “vinile”).

Per questo secondo venerdì del mese O’Live ritorna con Conquasso, e per l’occasione lo abbiamo intervistato.

Come nasce Conquasso?

Lavoravo con un service audio/luci di un mio cugino e il nostro lavoro più ricorrente interessava l’ambito del club, e in più occasioni abbiamo lavorato per gli Angels of Love, un nome importantissimo per la scena campana. Grazie a questo lavoro potevo vedere da dietro le quinte tutto quello che succedeva, visto che eravamo i primi ad entrare nel club e gli ultimi a lasciarlo. Durante la serata mi divertivo un sacco: mi piaceva stare in consolle con gli artisti e molto spesso servivamo eventi da più di cinquemila persone grazie alle serata dei DJ più famosi del circuito. Lo stesso cugino titolare del service aveva un bar sulla piazza di Vitulazio, e spesso suonava come DJ. Dopo un po’ avevo iniziato a collaborare per mettere su dei dischi e a coltivare la curiosità di trovare qualcosa che sorprendesse l’ascoltatore, che lo facesse muovere e che lo scuotesse sia sul piano fisico che sul piano spirituale. Cercavo proprio di riporre l’attenzione dei presenti su ciò che stavo facendo. La scelta del mio pseudonimo, infatti, non è un caso: il termine “conquasso” è il latino di “scuotere”. Il senso del progetto è proprio questo, e non è un fossilizzarmi su un genere bensì un tenermi fedele a un concetto, un’attitudine che porti chi mi ascolta a muoversi. A questa ricerca del movimento ho accompagnato un utilizzo costante di software di produzione musicale. Quando frequentavo il liceo a Napoli ho seguito un corso di DJing tenuto da Marco Corvino. In quel momento ho affinato le mie tecniche, ma partivo da una buona base modellata dalle prime esperienze con mio cugino. La NUT Academy, infine, mi ha permesso di trovare una veste più professionale alla mia passione. Durante gli studi avevo aderito all’Erasmus Placement e avevo scelto di andare in un’agenzia di booking e management di Londra, la F&G, e da quell’esperienza avevo imparato tutte le dinamiche del caso. Ho scelto di dedicarmi alla musica, in pratica, e non ho un piano B.

Nelle tue tracce troviamo un filo conduttore nell’afro-tech e nell’elettronica, tanto da scomodare Lucio Battisti per “Cereris” dalla bellissima “La canzone della terra”. Quanto sono importanti per te questi generi?

Con l’elettronica hai infinite possibilità di azione e composizione, ma con l’afro-tech ho trovato una mia identità. Dopo dieci anni di sperimentazione e produzioni che non ho mai rilasciato proprio perché non mi identificavano, mi sono interrogato su cosa venisse fuori più spesso da ciò che facevo. Trovai la risposta nei ritmi “groovosi” e ossessivi, grazie all’impiego di percussioni riconducibili alla musica africana dalle quali emergeva quel suono organico che creava qualcosa di particolare e diverso. Ecco, questo emergeva particolarmente da tutto ciò che avevo fatto, coniugato con un mood abbastanza scuro, dark, reso verace dai sintetizzatori. Avevo notato, inoltre, che esisteva una scena che si concentrava particolarmente in quella direzione e proprio negli ultimi anni i riflettori si sono accesi proprio su questa corrente. Ci sono etichette come Innervisions che in questo periodo si sono concentrate maggiormente sull’influenza afro.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?

Mi piace parlare di “riferimento”, perché infatti non ho artisti che seguo particolarmente o di cui sono fan sfegatato. Posso parlare, però, di vari aspetti che si legano dall’eclettismo all’elettronica come Theo Parrish, Dixon, Axel Boman e Jimpster. Non voglio tralasciare tutta la scena Keinemusik, una crew tedesca che offre tracce interessanti cui spesso mi appoggio per una nuova ispirazione. Non dimentichiamo, ovviamente, i veri mostri sacri dell’elettronica che sono i Kraftwerk e il grande Lucio Battisti, del resto “Cereris” non sarebbe esistita senza di lui.

Che progetti hai per il 2019?

Ho una collaborazione con Peppe Citarella, titolare della Union Records con la quale ho già firmato alcune release. Ho altri work in progress, ma vorrei trovare un’agenzia di booking e management per riuscire ad arrivare a contesti nazionali e internazionali. Inoltre voglio arricchirmi ancora nel mondo della musica, e sto prendendo lezioni di pianoforte.

O’Live ritorna con Conquasso il 15 marzo alle 17:30 in diretta su ORadio e sulla pagina Facebook di Optimagazine.