Momo su YouTube in video di Peppa Pig e Fortnite: oltre la bufala, tutti vogliono guadagnarci qualcosa?

Nessun allarme, semmai il tentativo di convertire il finto fenomeno in qualche ricavo pubblicitario in più

Momo su YouTube

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Momo su YouTube è sbarcato prepotentemente negli ultimi giorni ma non, come qualcuno potrebbe pensare, per  diffondere la sfida (challange) che spinge i giovanissimi all’autolesionismo e addirittura al suicidio. Oramai appurata, almeno per il momento, la natura di bufala di quanto riportato anche da molta stampa autorevole, dobbiamo pure sottolineare come il fenomeno (almeno da alcuni) sia stato sfruttato nel tentativo di tirare su qualche spicciolo, soprattutto attraverso la piattaforma di video Google YouTube appunto.

Facciamo un piccolo passo indietro, al ritorno di Momo come possibile minaccia per bambini e adolescenti in erba, bersagliati da video con la mostruosa creatura in innocenti clip con protagonista la beniamina dei più piccoli Peppa Pig o anche il titolo di gioco del momento Fortnite. Dopo un nostro primo approfondimento, abbiamo appurato con certezza che il pericolo in questione non esiste perché attualmente proprio Momo su Youtube non compare “a tradimento” proprio in clip che dovrebbero parlare di tutt’altro.

Una cosa però è vera: Momo su Youtube, come detto in apertura articolo, c’è si ma sotto forma di filmati che raccontano il fenomeno con la pretesa, in molti casi, di farne una simil inchiesta giornalistica. Lo hanno fatto d’altronde anche i grandi dell’informazione internazionale come CBS, ABC, CNN e Fox i quali si sono visti eliminare la monetizzazione proprio di quelle clip sulla piattaforma. Nonostante i loro video insomma continueranno a macinare visualizzazioni, queste non si trasformeranno mai in ricavi pubblicitari garantiti da Google.

I vertici della piattaforma video appunto hanno confermato di aver eliminato la monetizzazione  da qualsiasi contributo relativo a Momo su YouTube: la bufala sfruttata da non pochi come gallina dalle uova d’oro delle visualizzazioni smette di avere i suoi effetti benefici. Finora di risvolti certificati del presunto autolesionismo provocato dall’immagine inquietante non sono stati registrati in Italia, ma pure in nessun’altra parte del mondo. Sarebbe dunque l’ora di alimentare l’interesse intorno ad un fenomeno inesistente che fino a questo momento ha semmai gonfiato solo le tasche di qualche proprietario di canali YouTube.