Ban facile di WhatsApp: caccia aperta contro bufale e catene

WhatsApp si sta attrezzando per vincere la lotta contro le bufale e lo spam


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WhatsApp da un po’ di tempo a questa parte ha lo spam facile, un metodo che potrebbe risultare particolarmente efficace per la lotta contro le bufale (altrimenti dette fake-news, volendo usare un inglesismo a molti caro) e lo spam (messaggi indesiderati, per lo più pubblicitari e non affatto pertinenti rispetto ai gusti ed alle preferenze degli utenti, e per questo motivo ancora più fastidiosi).

Eravamo quasi sul finire di gennaio quando vi avevamo parlato dell’aggiornamento del servizio di messaggistica istantanea che avrebbe impedito di inoltrare lo stesso messaggio a più di 5 finestre di conversazione per volta: ad oggi, la società ha deciso di rincarare la dose, prendendo delle nuove misure per combattere le odiate catene di Sant’Antonio. Come? Attraverso l’impiego di un sistema di machine learning che consentirà il ban di 2 milioni di account su base mensile. Pensate che circa il 20% degli account sospetti vengono sospesi al momento della sottoscrizione (non sappiamo dirvi secondo quali criteri), eliminando il problema alla radice. Oltretutto, dei 2 milioni di ban di cui vi abbiamo appena parlato, il 25% porta la firma di operatori umani (un altro dato che salta subito all’occhio, e che dovrebbe far molto riflettere sulle proprie azioni).

In contemporanea, la compagnia che gestisce WhatsApp avrebbe anche individuato nuovi metodi per identificare eventuali altri abusi che in genere vengono fatti con la piattaforma (magari anche semplicemente effettuando più sessioni di chat con diversi account dallo stesso dispositivo, che è anche il modo in cui molto spesso si fanno girare bufale e spam di ogni genere). Ritenete efficaci o un po’ troppo drastici questi nuovi approcci improntati da WhatsApp per provare a contrastare alla fonte questo tipo di seccature? Il fine giustifica i mezzi, specie quando in ballo ci sono la serenità e la sicurezza degli utenti.