Needle – Renzo Rubino, “ll gelato dopo il mare”, “Cosa direbbe Lucio” e “ll segno della croce”. Guarda il video!

Perché il vinile è tornato per restare, parola di Red Ronnie!


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Needle | Ep.15:  Renzo Rubino, "ll gelato dopo il mare" e "l segno della croce live"

Renzo Rubino è uno dei pochi artisti oggi davvero interessanti, geniali, quelli che, come mi ha raccomandato Enzo Gragnaniello di cercare, hanno il “filo d’oro”.

Chissà se col tempo se ne accorgeranno tutti.

Lo aspettavo dal luglio 2017, quando uscì il suo 4° album “Il gelato dopo il mare”, per ascoltare insieme il vinile, ma è arrivato al Barone Rosso solo lunedì 28 gennaio 2019. Così ho fatto con lui l’unboxing di questo disco. In copertina ha scelto di mettere suo nonno mentre mangia il gelato. L’artefice della foto è Diego Di Guardo, bravissimo, che è entrato in una sorte di comune artistica che Rubino ha creato nella loro Puglia e dove ha coinvolto i musicisti Roberto Esposito e Faco, che si esibiscono con lui nel tour Tasti, con tre pianoforti sul palco.

Già la foto di copertina è particolare, se a questo si aggiunge che il nonno di Renzo è diabetico e che, con la scusa della session fotografica, ingurgitava avidamente gelati, si capisce che… non stiamo mica messi bene lì dalle parti di Rubino.

Mi ha raccontato che l’album doveva chiamarsi “Superinutile”, poi all’ultimo momento la casa discografica ha deciso per questo titolo sul gelato.

Quando ho chiesto a Renzo su quale solco far scendere il Needle (la puntina) lui non ho scelto il singolo “La la la”, bensì “Cosa direbbe Lucio”. Chiaramente trattasi di Dalla. Renzo ha il grande rammarico di non averlo mai incontrato, ma solo sfiorato. Mentre lavorava con Iskra Menarini, storica corista di Lucio, lei lo ha chiamato al telefono dicendogli che doveva assolutamente incontrare e sentire quello che Renzo stava facendo. Dalla aveva prenotato un biglietto per andare a sentilo, ma è volato nell’altra dimensione, all’improvviso, senza poterlo conoscere.

In Renzo Rubino c’è la follia creativa di Dalla e sono sicuro che Lucio avrebbe detto che è straordinario.

Dopo aver ascoltato il brano nel vinile, Renzo da questo album ha scelto di fare dal vivo “Il segno della croce”. Non avendo spazio nel piccolo studio del Barone Rosso per tre pianoforti, lui, Roberto Esposito e Faco, si sono stretti davanti all’unica tastiera, suonando a sei mani lo stesso pianoforte.

I testi delle canzoni di Rubino sono davvero forti, come ne “Il segno della croce” dove canta:

Usi il segno della croce male

lo usi per giudicare

e ripulire i tuoi errori

costruisci altari

vai a Medjugorje…”

 

Oppure, sempre per rimanere in ambito religioso, ecco “Pregare”

Pregare non è scomodare gli angeli

o chiamare Gesù

Pregare è strappare quei sorrisi che per me

Son più veri degli angeli

Valgono di più

Non serve pregare senza sorridere”

 

Nelle note di copertina, Renzo ha scritto:

Questa è la storia del mio vecchio pianoforte che credeva di essere venduto, è la storia della casa in campagna abbandonata da sempre e ritrovata da poco, è la storia dei gerani malati ed incolti che sono tornati a vivere, è la storia della pausa e dei suoi benefici, è il litigio tra i miei nonni prima di regalarsi la cioccolata, la storia dei giorni che mi hanno cambiato senza il permesso, dell’attesa, dei tramonti che coprivano la mia delusione, della strada opposta, è una storia d’amore, di ingordigia spasso e margarita, è rabbia e soluzione, è il gelato dopo il mare, è un viaggio che non dimenticherò, è il modo che conosco per ringraziarti

Questa, più semplicemente, è una piccola parte della lunga storia di Renzo Rubino.

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