Solitudine e delusione nel brano Rose Viola di Ghemon, il testo

L'amore tossico colora le righe di una canzone matura e toccante, a tratti violenta nei concetti ma intensa nel significato


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Rap e cantautorato si intrecciano con il sentimento logoro e nudo nel brano Rose Viola di Ghemon, al secolo Giovanni Luca Picariello, che partecipa al 69° Festival della Canzone Italiana di Sanremo nella schiera dei big. Ghemon torna sul palco dell’Ariston dopo la partecipazione del 2018 durante la serata dei duetti, quando aveva affiancato Diodato per il brano Adesso.

Il testo è un timido focus sull’amore tossico e sbilanciato di una donna per un uomo immeritevole, egoista e disattento: «Frasi squisite, quelle tue, che ora sanno di cibo per gatti, ma sta nel gioco delle parti: accarezzerò le tue mille spine». Veleno e disillusione giocano un ruolo fondamentale per il paroliere Ghemon, autore anche di un’autobiografia dal titolo Io sono. Diario anticonformista di tutte le volte che ho cambiato pelle nella quale percorre le montagne russe della sua esistenza e si racconta, probabilmente come fa nei testi dei suoi brani.

Dal 5 febbraio Rose Viola di Ghemon sarà una prova per il rapper di Avellino per la prima volta in gara con i big con un brano scritto interamente da lui e che presenta una metafora su un pugno di fiori che compare sul letto ogni volta in cui la donna si è ritrovata sola, soffocata nel pianto eppure pronta a perdonare, con il viso solcato da un trucco sbavato a causa delle lacrime. Il suo lui fugge sempre da lei e dalle responsabilità, lasciandola con l’anima deturpata da ferite e il cuore gravido di sassi, un teatro mesto e grigio che l’uomo ritroverà ogni volta che farà ritorno, un ritorno che lei concede sempre nonostante la solitudine in cui si trova costretta.

Rose Viola di Ghemon disegna un amore quasi finto, vissuto con passione da lei e toccato solamente in superficie da lui.

TESTO

Dieci fori di proiettile nell’anima
e il cuore ricolmo di sassi,
la strada del ritorno
l’ho segnata sulla mappa dei miei passi falsi.
Frasi squisite, quelle tue,
che ora sanno di cibo per gatti,
ma sta nel gioco delle parti:
accarezzerò le tue mille spine.

Sarò fragile:
rose viola
stese sulle lenzuola
come tutte le notti in cui te ne stai da sola,
nodi in gola

e il trucco che cola
come tutte le notti in cui
proprio lui ti trova.
Lo sguardo segue fiero.

Nello specchio questa linea curva lungo i fianchi:
mi fai sentire nuda ancora prima di spogliarmi.
Tu sei il pensiero nero che mi culla
e anche stanotte scapperai su un taxi,
com’è difficile salvarsi.

Rose viola
stese sulle lenzuola
come tutte le notti in cui
te ne stai da sola.

Nodi in gola
ed il trucco che cola
come tutte le notti in cui

proprio lui ti trova.
Gli occhi perdonano
per uno come te:
anche se dico no
resti dentro di me.

Rose viola
stese sulle lenzuola
come tutte le notti in cui

te ne stai da sola.
Nodi in gola
ed il trucco che cola
come tutte le notti in cui
proprio lui ti trova.